Torniamo a parlare di opzione donna, ovvero quella misura pensionistica che darebbe la possibilità alle lavoratrici di poter accedere alla pensione anticipata, una volta raggiunti requisiti dal punto di vista anagrafico e contributivo. Conosciuto come un regime sperimentale, Opzione donna Prevede la possibilità per le lavoratrici del settore pubblico e privato di poter andare in pensione anticipatamente a patto però che questi accettino un assegno che viene calcolato interamente con il sistema contributivo. Si tratta di una misura che è stata introdotta con la legge Numero 243 del 2004, introdotta con la legge Maroni per poi essere riprese di inserita anche nella legge Fornero e nella manovra di bilancio 2017. È stata ufficializzata la proroga anche per il 2019, confermata nella legge di bilancio approvata lo scorso 30 dicembre 2018 e presente infatti nella bozza del decreto che sarà approvato entro il prossimo 14 gennaio dal Consiglio dei Ministri che renderà effettiva ancora per quest’anno la misura. Per poter conoscere con esattezza quindi i dettagli di Opzione donna, bisognerà attendere l’approvazione in consiglio dei ministri del decreto pensioni e reddito di cittadinanza.
Nella bozza del decreto però, si legge, come oltre a pensioni e reddito di cittadinanza. ci sia la misura opzione donna. Secondo quanto previsto, si potrà quindi uscire dal mondo del lavoro anticipatamente e per le autonome nate entro il 31 dicembre del 1959 e per le dipendenti nate entro il 31 dicembre 1960. ci sarà questa possibilità di usufruire della misura.
Nel testo si legge che il diritto al trattamento pensionistico anticipato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo, previsto dal decreto legislativo 30 Aprile 1997 numero 180 è riconosciuto nei confronti delle lavoratrici dipendenti entro il 31 dicembre 1960 e delle lavoratrici autonome nate entro il 31 dicembre 1959, le quali abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni al 31 dicembre 2018. Per poter usufruire del pensionamento anticipato attraverso questa misura opzione donna, bisognerà però che le dipendenti abbiano raggiunto 57 anni di età e abbiano maturato 35 anni di contribuzione mentre le autonome dovranno avere 58 anni di età e maturato 35 anni di contributi.
Una volta maturati questi requisiti bisognerà attendere rispettivamente 12 e 18 mesi per avere la liquidazione dell’assegno pensionistico. Il Metodo di calcolo utilizzato per questa misura, sarà rigorosamente contributivo e questo viene definito sempre vantaggioso perché va fatto sui contributi versati piuttosto che sulla media degli stipendi. Effettivamente, nonostante il calcolo della pensione venga sottoposto a diverse variabili nel caso di opzione donna si parlerebbe di un taglio sull’assegno che ammonterebbe al 25 30%. Si resta quindi in attesa di questo decreto che arriverà al massimo entro la prossima settimana e che toglierà ogni tipo di dubbio sulla misura in questione.
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