Esistono i permessi legge 104 ma sostanzialmente non tutti sanno e come questi funzionano. Un terzo della popolazione italiana ha almeno uno dei genitori non autonomo e gran parte il 36% si occupa del familiare in modo assiduo e quotidiano mentre il 42% lo fa spesso, mentre il 17% è soltanto di tanto in tanto. Questo via via diventa praticamente un secondo lavoro e proprio per questo motivo il Governo è sceso in campo a favore di queste persone adottando la legge 104 e nello specifico l’articolo 33 di questa legge che permette ai parenti o affini entro il secondo terzo grado di poter beneficiare di un permesso retribuito di circa 3 giorni al mese, nel caso in cui si è un lavoratore dipendente sia del comparto pubblico che privato.
Questo è uno strumento che viene utilizzato da gran parte degli italiani al giorno d’oggi, tuttavia però in alcune circostanze diventa un motivo di contenzioso tra dipendenti e datore di lavoro. Molto spesso anche i dipendenti sono accusati di utilizzare questi permessi per delle loro finalità piuttosto che per accudire il disabile. Molto spesso infatti si assiste a licenziamenti di coloro che nei giorni di permessi si dedicano ad altre attività come ad esempio una semplice passeggiata, al parco oppure una gita con amici o svolgere addirittura un secondo lavoro.
Cosa fare durante i permessi della legge 104
Nella giornata di permesso, il dipendente deve esclusivamente dedicarsi alla cura del familiare disabile e questo significa che si deve recare presso la sua abitazione per passargli l’assistenza che comunque non deve necessariamente essere continuativa. La funzione principale del permesso 104 rimane quello di prestare aiuto ai portatori di handicap e nello stesso tempo di prestare un sostegno economico integrativo alle famiglie che se ne prendono cura.
Tuttavia non si può di certo non dire che è questi permessi non danno anche al lavoratore la possibilità di ritagliare uno spazio piuttosto breve di tempo per provvedere anche ai propri bisogni alle proprie esigenze personali. Va anche detto che l’attività di assistenza deve essere prestata nelle ore in cui il lavoratore avrebbe dovuto svolgere la propria attività lavorativa. L’unico presupposto per poter vedere concessi i permessi è che il lavoratore debba assistere al familiare handicappato con una continuità e soprattutto in via esclusiva, ma ciò non implica che l’assistenza debba durare 24 Ore. In pratica possiamo dire che coloro che beneficiano di 1 o più giorni di permessi retribuiti dal lavoro ai sensi della legge 104, possono comunque dedicare gran parte della giornata anche ai propri affari purché ovviamente non si dimentichino il punto principale ovvero assistere il familiare invalido.
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