Pensioni ultim’ora. Sono questi giorni davvero piuttosto frenetici per quanto riguarda il settore pensionistico e migliaia di lavoratori italiani sembrano essere in attesa del decreto che andrà ad ufficializzare, non soltanto Quota 100 ma anche il reddito di cittadinanza e tante altre misure pensionistiche.
Nonostante sia già arrivata la bozza del decreto che va a stabilire e ad eliminare qualsiasi tipo di dubbio su queste misure, sembra che però si aspetti l’ufficialità perché anche fino all’ultimo momento, qualcosa potrebbe anche cambiare. Quindi soltanto dopo l’arrivo del decreto i lavoratori avranno la possibilità di istruire tutte le pratiche per poter accedere all’ età pensionistica. Riguardo Quota 100, al momento sembra essere ormai quasi certo che per poter usufruire di questa misura e poter andare in pensione bisognerà aver compiuto 62 anni di età e 38 anni di contributi versati. Il primo mese utile per poter uscire dal mondo del lavoro dovrebbe essere quello di aprile 2019, almeno per quanto riguarda i lavoratori del settore privato, visto che quelli pubblici dovranno attendere il mese di luglio.
Ad ogni modo, come abbiamo già visto, si tratta di notizie che dovranno essere confermate soltanto qualora il decreto venga approvato dal Consiglio dei Ministri. Come abbiamo già visto, quindi la bozza del decreto era stata già pubblicata nei giorni scorsi e non si parlava soltanto di quota 100 ma anche dell‘introduzione del reddito di cittadinanza e di altri interventi in materia pensionistica.
Il ritardo ancora una volta sembra addebitabile alla necessità da parte del governo di andare a definire una un paio di questioni di grande importanza che si sono presentati proprio negli ultimi giorni. La prima riguarderebbe le risorse che sono in qualche modo collegate alle pensioni di invalidità, un punto che sarebbe stato proprio in questi giorni sollevato dalla Lega. A tal riguardo va citata una dichiarazione rilasciata dal vicepremier del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio, secondo cui saranno circa 260000 gli invalidi italiani che avranno accesso al programma del reddito di cittadinanza. La seconda questione invece ruoterebbe intorno alle modalità con le quali riconoscere il trattamento di fine servizio ai dipendenti pubblici che decideranno di aderire alle norme pensionistiche.
Secondo quanto riferito nei giorni scorsi da Durigon, lo Stato dovrebbe in qualche modo farsi carico di tutti gli interessi relativi alla anticipo del trattamento di fine servizio che i lavoratori potrebbero chiedere agli Istituti bancari. Quindi stando ad alcune indiscrezioni al momento il governo starebbe ancora lavorando su alcuni temi piuttosto caldi e sarebbe alla ricerca di una soluzione che andrebbe in qualche modo ad abbattere i tempi e che possa così far valere ai pensionati il TFR al momento della cessazione del lavoro.
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