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Pensioni ultime notizie, Quota 100 in Sicilia no ai dipendenti regionali



La riforma pensioni quota 100 escludi dipendenti della Regione Sicilia. stiamo parlando di oltre 1000 persone, il loro fondo pensionistico è gestito dal fondo pensione Sicilia invece che dall’ente di previdenza sociale. a mettere alla luce Il fatto è stato l’onorevole Tommaso Calderone di Forza Italia, il quale ha deciso di divulgare un emendamento al Decreto collegato: “che dia anche ai dipendenti regionali la possibilità di beneficiare di una norma nazionale, evitando disuguaglianze ingiustificabili rispetto ai principi costituzionali”.



Nel suo emendamento, Calderone, come scrive, vuole fare in modo che sia “previsto che il Fondo pensionistico siciliano possa anticipare il trattamento di fine rapporto, nel limite di 30 mila euro, sia in favore dei nuovi pensionati che per coloro i quali seppure in pensione, sono ancora creditori del Tfr.”

Sul fronte pensioni le ultime notizie riguardo la misura più attesa del 2019, ovvero Quota 100. La misura è stata introdotta insieme al reddito di cittadinanza e così il governo ha attuato quelle promesse che erano state fatte molti mesi fa, anche se sono state apportate delle modifiche piuttosto sostanziali rispetto a quello che era l’impianto originario. Ad ogni modo, quello che è il risultato finale sembra essere soddisfacente soprattutto per i lavoratori che sui social hanno anche espresso la loro approvazione. Ad essere insoddisfatta invece è la CGIL, un sindacato che secondo Salvini è di sinistra.

Il sindacato sembra che abbia esposto proprio sulla pagina Facebook un’intervista che è stata realizzata da Paolo Griseri al segretario federale Roberto Ghiselli su Quota 100, secondo cui si tratta di una misura molto lontana da quello che era l’impianto originario. ” Quota 100 non è quello che la CGIL ha sempre chiesto la modifica complessiva dell’impianto della Fornero”, afferma Ghiselli.

Per il sindacalista la Quota 100 uscita dal lavoro di governo sembra” un’operazione più di facciata che di sostanza” anche perché rispetto a quanto promesso in campagna elettorale la legge Fornero continua a sopravvivere. Ad essere sotto accusa sarebbe il requisito minimo contributivo quello di 38 anni, che andrebbe a penalizzare diverse categorie di lavoratori andando a privilegiare quelli del pubblico impiego e coloro che che lavorano nelle grandi aziende.

Andrebbero anche ad essere penalizzate, secondo il sindacato, le nuove generazioni che fanno piuttosto fatica ad accumulare gli anni di contributi perché questa riforma che è stata tanto annunciata dal governo andrebbe a bloccare l’aggiornamento dei contributi di anzianità lavorativa alla speranza di vita. Ghiselli continua “Negli anni successivi abbiamo presentato a tutti i governi proposte di modifica radicale, abbiamo chiesto e ottenuto salvaguardie per gli esodati. Oggi abbiamo una proposta di riforma radicale della Legge Fornero e non solo una di facciata. Non possiamo certo essere accusati di non aver combattuto le storture della riforma delle pensioni“, ha aggiunto ancora Ghiselli. 

Le dichiarazioni di Ghiselli non sembrano essere state accolte con piacere dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini che è il principale fautore della misura e che ovviamente si è sentito chiamato in causa. Non poteva mancare quindi la risposta del ministro, il quale  però più che commentare con parole sue, ha condiviso il post pubblicato dal sindacato, sottolineando un commento che sarebbe stato postato da un utente dove si legge: “Grazie Quota 100!Vita reale contro le chiacchiere del sindacato di (fu) sinistra, questa risposta è da manuale!”.



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