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Pensioni ultime notizie: Quota 100, liquidazione in poco tempo per dipendenti pubblici



I sindacati al momento stanno pressando sul Governo al fine di avere nel più breve tempo possibile un incontro per discutere sul tema pensioni. Nello specifico Cgil, Cisl e Uil sarebbero piuttosto preoccupate che nella fretta di portare in consiglio dei ministri questo decreto legge tanto atteso sul reddito di cittadinanza e quota 100 il governo possa fare un po’ di confusione un po’ come è accaduto con la riforma Fornero alla fine del 2011. All’epoca il caos scoppiò sul caso esodati, mentre questa volta potrebbe riguardare il pubblico impiego visto che ci sono circa 130 mila dipendenti pubblici che hanno i requisiti per poter lasciare il lavoro nel corso del 2019 con quota 100 ovvero 62 anni di età e 38 anni di contributi. Se si considerano anche quelli che nel corso del 2019 raggiungeranno i requisiti normali per poter accedere alla pensione di anzianità è di vecchiaia, la platea dei pensionati ammonterebbe ad oltre le 200.000 persone. Alcuni settori come quelli di scuola e sanità, quindi potrebbero in qualche modo risentirne e manifestare delle carenze di personale piuttosto difficili da colmare in tempi piuttosto rapidi.



Va detto però che si tratta di una scelta volontaria quella di andare in pensione ad esempio usufruendo di Quota 100 e che non tutti ovviamente faranno ricorso a questa misura, soprattutto nel pubblico impiego dove il posto è garantito, anche perché lasciare il mondo del lavoro con Quota 100, comporterebbe riscuotere una pensione più bassa. Ad ogni modo su richiesta del Ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, il governo ha fatto sì che per i dipendenti pubblici, Quota 100 possa partire più tardi e quindi mentre per i dipendenti privati le prime pensioni anticipate saranno pagate con una decorrenza a partire il primo Aprile per i pubblici gli assegni scatteranno da luglio, anche se si è anche parlato del mese di ottobre e novembre.

Il governo Inoltre sembra che abbia pensato anche ad un turnover del 100% e quindi ad un numero di assunzioni che sarà pari a quello dei posti da coprire, ma ciò non si potrà fare prima del mese di novembre per via dello slittamento imposto dalla necessità di contenere la spesa.

I sindacati però e nello specifico la UIL, attraverso Antonio Foccillo insorgono soprattutto in difesa dei dipendenti pubblici sostenendo che emergono delle discriminazioni nei loro confronti perché penalizzati non soltanto dalle finestre di attesa che sono obiettivamente più lunghe, anche dal rischio che la liquidazione del trattamento di fine servizio e trattamento di fine rapporto posso essere incassato soltanto nel momento in cui saranno raggiunti i requisiti di pensionamento. A tal riguardo è intervenuto il Sottosegretario al lavoro Claudio Durigon, il quale ha spiegato che i tecnici del governo stanno valutando al momento una norma da poter inserire nel decreto che darebbe la possibilità ai lavoratori pubblici che vanno via con Quota 100 di avere subito il pagamento della liquidazione attraverso delle vere e proprie convenzioni con Istituti bancari che andrebbero ad anticipare la somma proprio per conto dello Stato.



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