Con la riforma delle pensioni, sembrano essere arrivate anche le pensioni quota 100, ovvero quella misura che da la possibilità ai lavoratori prossimi alla pensione, di poter lasciare il mondo del lavoro prima del previsto. Per poter usufruire di quota 100 bisognerà però soddisfare i due requisiti uno dal punto di vista contributivo e l’altro anagrafico, ovvero aver compiuto 62 anni di età e 38 anni contributi. Mentre per alcuni lavoratori potrebbe risultare vantaggioso lasciare il mondo del lavoro, usufruendo di quota 100 per altri potrebbe non essere così tanto conveniente e potrebbe rivelarsi addirittura un’arma a doppio taglio. Scopriamo, dunque, a chi effettivamente non conviene andare in pensione con quota 100 ed il motivo.
Determinati lavoratori potrebbero decidere di continuare a lavorare, piuttosto che beneficiare di quota 100. Tra le ragioni potrebbe esserci l’importo dell’assegno che si andrebbe a percepire lasciando il lavoro prima del previsto. Va comunque sottolineato che non esistono penalizzazioni ma che inevitabilmente il fatto di avere meno anni di contributi versati, porta a percepire un assegno più basso punto di vista economico. Potrebbe risultare quindi conveniente soltanto da una prospettiva, ovvero dal fatto che si percepisce di meno, ma per più tempo e soprattutto si esce dal mondo del lavoro con netto anticipo.
Di fatto però nel caso in cui si continui a lavorare fino all’età pensionabile. l’assegno sarà comunque più elevato. Nel caso in cui un lavoratore dovesse aver compiuto 62 anni, ma non ha 38 anni di contributi, dovrà attendere ancora per poter uscire dal mondo del lavoro. Al contrario invece chi ha più anni di contributi, ma non ho ancora l’età per poter andare in pensione può decidere di usufruire della pensione anticipata. Per questa occorrono dei requisiti specifici ovvero aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. I tagli hanno comunque dal 5% al 30%. Legato a 400 ci sarebbe anche un altro problema, quello relativo al divieto di cumulo con altri redditi da lavoro che superano i €5000 lordi anni, ottenuti da lavoro occasionale.
Si tratta di limiti che potrebbero in qualche modo andare a scoraggiare molti lavoratori riducendo in questo modo anche i destinatari di quota 100 che secondo le Stime del governo dovrebbero ammontare oltre 300.000 soltanto nel primo anno. Sarà ciascun lavoratore, sulla base di quello che è il caso specifico, a valutare quindi se Opzione donna sia per lui una misura conveniente in termini non soltanto di assegno pensionistico, ma anche di tempo e quindi scegliere se prendere questa strada oppure valutare altre possibilità per poter uscire dal mondo del lavoro.
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