Pensioni ultime notizie, Quota 100 e uscita a 74,5 anni per le donne. L’allarme della Uil



Pensioni ultime notizie. Nonostante ci fosse stato detto che il decreto sarebbe arrivato al massimo entro il 10- 12 gennaio, sembra che l’arrivo sia slittato ancora una volta. Nonostante tutto però, sembra che su alcune misure pensionistiche, come ad esempio quota 100 si conoscono già molti dettagli, ovviamente non ufficializzati.



Quota 100 sarebbe quella misura che sarebbe la possibilità ai lavoratori di poter accedere al mondo della pensione una volta maturati due requisiti, uno dal punto di vista contributivo e l’altro anagrafico ovvero 62 anni di età e 38 anni di contributi maturati. Ad ogni modo, si tratta di una misura piuttosto discussa e che non piace a diversi per alcuni motivi. Innanzitutto perché originariamente era stata ipotizzata e presentata in modo differente rispetto a quello che è l’impianto di oggi. Rispetto all’inizio infatti, ad oggi è previsto un assegno più basso, un requisito contributivo minimo ed anche alcuni paletti tra i quali il divieto di cumulo di reddito da lavoro.

Sono queste le principali cose che fanno storcere un po’ il naso soprattutto a tutti quei pensionandi che hanno già raggiunto questi requisiti previsti per accedere a Quota 100. Ci potrebbe essere però una categoria di lavoratori che potrebbe usufruire di Quota 100, ma potrebbe anche uscirne piuttosto penalizzata. Stiamo parlando delle donne, perché si potrebbe per loro prospettare un’ uscita dal mondo del lavoro a 74 anni e mezzo, questo almeno secondo quanto è stato denunciato dalla UIL. Ad evidenziare tutto ciò effettivamente è stata Laura Pulcini responsabile del Coordinamento pari opportunità e politiche di genere della UIL, secondo cui le donne sarebbero penalizzate ancora una volta dal sistema delle riforme previdenziali.

Laura Pulcini nello specifico sottolinea come ci sia una mancata valorizzazione del lavoro della maternità e della cura delle dimissioni dopo il parto che rendono impossibile il raggiungimento di Quota 100 proprio per le donne e quindi questo modo il requisito minimo che ammonta a 38 anni, rischierebbe di diventare veramente un qualcosa di irraggiungibile. Volendo fare riferimento ai numeri, calcolando che le lavoratrici del settore in media versano ha 25,5 anni di contributi rispetto a 38,8 dei colleghi maschi è facile fare un calcolo approssimativo e capire come effettivamente l’allarme lanciato dalla UIL sia piuttosto veritiera.

Oltre questi dati ci fanno effettivamente capire come Quota 100 sia facilmente raggiungibile per gli uomini piuttosto che per le donne.  Ma il sindacato UIL, non critica soltanto Quota 100 ma anche Opzione donna, che è stata giudicata una misura piuttosto incompleta in quanto non andrebbe a specificare nulla riguardo la maturazione dei 35 anni di contributi. Sembra proprio che la tematica di genere sia piuttosto sentita dalla UIL, che non vede ad oggi quel cambiamento tanto desiderato dal governo, almeno sul fronte delle pari opportunità.



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