Si resta in attesa del decreto, che come sappiamo dovrà arrivare entro il 12 di gennaio, ma che sarebbe dovuto arrivare entro la fine del 2018. Questo decreto, dovrà chiarire tanti aspetti in materia previdenziale e di sicuro c’è l’avvio di Quota 100, ovvero di quella misura varata dall’esecutivo che entrerà in vigore proprio nel 2019 e che darà la possibilità di andare in pensione una volta raggiunti due requisiti, uno anagrafico e l’altro contributivo, ovvero 62 anni di età e 38 anni di contributi versati. Questa riforma avrà un costo che inizialmente ammontava a 6,7 miliardi per il 2019, ma che molto probabilmente sarà ridotto a 4 miliardi e 7 nel 2020.
Sì sa ancora poco al riguardo sui dettagli della misura, così come su altre misure e come Opzione donna, scaduta il 31 dicembre 2018 e della quale si attende ancora la proroga. Dovrebbero entrare in vigore anche i meccanismi legati all’aspettativa di vita e nello specifico è previsto che il termine della pensione di vecchiaia possa passare da 66 anni e 7 mesi a 67 anni con 20 anni di contributi. Volendo fare altri esempi riguardanti la pensione anticipata, possiamo dire che per gli uomini il requisito passerebbe da 42 anni 10 mesi a 43 anni e 3 mesi, sempre nel caso in cui il meccanismo sull’ aspettativa di vita dovesse essere confermato. La pensione anticipata per lavoratori precoci andrebbe quindi da 41 anni a 41 anni e 5 mesi di anzianità contributiva.
La norma prevede inoltre che siano escluse dall’aumento dell’età pensionabile, anche alcune categorie di lavoratori ovvero coloro che per metà della loro attività lavorativa abbiano svolto un’attività considerata usurante. Sembra proprio che al momento di sicuro ci sia poco e infatti per poter avere ulteriori conferme o smentite bisognerà attendere questo decreto attuativo. Ciò che è certo è che l’applicazione del meccanismo di aspettativa di vita va ad allungare i termini per accedere alla pensione e questo andrebbe contro quella che è la volontà politica del governo Movimento 5 Stelle- lega.
Entrambi i partiti infatti da sempre hanno dichiarato di voler contare e di allargare le maglie di accesso alla pensione per potere anche favorire il turnover e l’accesso dei giovani al mondo del lavoro. Ciò che in qualche modo potrebbe limitare l’azione del governo è lo stanziamento delle risorse e proprio al riguardo, ci sarebbe stato nelle scorse settimane un botta e risposta tra il vice premier Salvini ed il presidente dell’INPS. Stando a quest’ultimo, le cifre stanziate dal governo, non sarebbero sufficienti per poter far fronte al programma stilato, mentre il segretario della Lega, sostiene che quella di Tito Boeri è soltanto una polemica pretestuosa.
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