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Pensioni ultime notizie, Quota 100: come si calcola la pensione dopo il decreto



Una volta approvato il decreto legge riguardante la riforma pensioni non si fa altro che parlare di Quota 100 che è vista come la grande novità del 2019. Questa misura così tanto attesa, non prevede alcuna penalità nel calcolo della pensione e ciò significa che si manterrà il calcolo contributivo oppure quello misto, nei casi in cui ricorrono i requisiti uno dal punto di vista contributivo e l’altro dal punto di vista anagrafico. Nello specifico per poter usufruire di questa misura, bisogna aver compiuto 62 anni di età e maturato 38 anni di contributi. Non sono previsti limitazioni riguardo la tipologia dei contributi che si possono utilizzare e quindi significa che valgono anche quelli accreditati. Ma come effettuare il calcolo della pensione con quota 100? Non ci sono delle differenze sostanziali rispetto alle regole della pensione anticipata.



Ad ogni modo i casi in cui si possono trovare i lavoratori che chiedono di poter uscire dal mondo del lavoro usufruendo di quota 100, sono tre:
anzianità contributiva di almeno 18 anni maturata al 31 dicembre 1995 ed in questo caso il calcolo sarà fatto secondo il metodo retributivo per le annualità fino al 2011, mentre poi a partire dal primo gennaio 2012 scatta il calcolo contributivo
anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995 e in questo caso si calcola la pensione con il sistema misto. Si calcolano le annualità fino al 1995 con il sistema retributivo, mentre quelle successive a questa data saranno calcolate con il metodo contributivo
nessun contributo versato prima del 31 dicembre 1995 e in questo caso il calcolo sarà effettuato secondo il modello contributivo.

Sulla base di quanto appena detto, quindi sembra piuttosto difficile che i lavoratori senza contribuzione anteriore al 1995, possono accedere alla misura in questione. Questo perché essenzialmente il requisito contributivo sembra essere piuttosto impegnativo. Per poter beneficiare di quota 100, infatti ci vogliono 38 anni di contributi e coloro che hanno iniziato a versare a partire dal 1996, avranno alla fine del 2019 al massimo 24 anni di contributi. Ad ogni modo, nella maggior parte dei casi i lavoratori che decideranno di ritirarsi con quota 100 ricadranno nel calcolo misto della pensione.

Non è detto però che ci possono essere dei casi in cui il calcolo della pensione viene effettuato secondo il modello retributivo, ma si tratta di casi piuttosto rari e interessa coloro che avevano 18 anni di contributi versati a fine 1995 e che all’inizio del 2019, quindi avevano già almeno 41 anni di contributi. In questo caso però, il lavoratore sicuramente deciderà di aspettare di maturare la pensione anticipata piena che si raggiungerà una volta maturati 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

«Il reddito di cittadinanza non convince, Conte sì»

«La piena occupazione resta certamente una delle questioni centrali per lo sviluppo e il rilancio di tutto il Paese e il benessere dei cittadini », come dimostrano le tante misure «che vanno in questa direzione», assicura il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, Claudio Durigon, nel messaggio inviato al presidente Carlo Costalli in occasione del XIII Congresso nazionale del Movimento Cristiano dei Lavoratori. Costalli prova a chiarire il ruolo che spetta ai cattolici.

A cominciare dal compito di «riannodare i fili di una società sfilacciata e in profonda crisi valori a le, ma per rendere reale questo progetto bisogna trovare soluzioni concrete». Quali? Il mondo dell’associazionismo cattolico, con le sue mille declinazioni, se lo sta domandando. Sul piatto c’è anche l’ipotesi di un partito che, in vista delle elezioni europee, possa fare da contenitore unitario alle diverse anime in cerca di una casa. Sul progetto però il numero uno di Mcl, memore degli incontri di Todi di cui nel 2011 fu promotore, non ripone alcuna aspettativa. Di certo è stato ben accolta la visita del presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «Non potendo andare da tutti, ho scelto di venire da voi…» mi ha detto quando l’ho accolto», ha raccontato Costalli.

Non per questo, tuttavia, Mclsposa le scelte di questo esecutivo: «Sul reddito di cittadinanza stiamo a vedere. Anche perché non ci convince l’aver messo insieme lotta alla povertà e aiuto nella ricerca del lavoro. Però, indubbiamente, ora c’è un presidente del Consiglio, mentre fino a due mesi fa sembrava che esistessero solo Lega e M5S. E anche in Europa questa novità si comincia a percepire». Per quanto riguarda un partito dei cattolici, «non serve a nessuno – afferma tranchant – un partito all’1,5%, nemmeno alla Chiesa». Il nodo della rappresentanza politica delle “giuste istanze” c’è ed è centrale. EC ostalli indica la rotta, la vera sfida per i cattolici e riformisti è di «individuare un’area di mediazione tra il Pd, che ha deluso i cattolici, e la Lega che raccoglie invece delle simpatie.Manon per un partito dei cattolici, questo deve essere chiaro». E quali “ indicazioni di voto” l’associazione ha fornito agli oltre 300mila iscritti? «Alle amministrative lavoriamo più sulle liste civiche», mentre alle europee «abbiamo dato un’indicazione prioritaria:guardiamo alle grandi famiglie politiche, o socialisti o Partito popolare europeo, non cisono alternative, poi mica espelliamo qualcuno se vota destra, Lega o Movimento 5 Stelle». Anche perché, rivela ironico ma non troppo, se così non fosse «dovremmo espellerne molti». La Lega d’altra parte scommette sulla fuga di elettori cattolici dai partiti tradizionali. Durigon, nel messaggio al presidente dell’Mcl, assicura che le attività di volontariato ed i progetti dedicati ai giovani portati avanti dall’organizzane trovano «la condivisione e il sostegno da parte di questo governo». Quello che emerge è un confronto tra i vertici dell’Mcl e la nuova classe dirigente al governo, che non solo sta cambiando gli equilibri, ma sta scavando sotto le piattaforme del consenso. È come se due mondi un tempo allineati si sono ritrovati a muoversi su linee parallele. È questa la chiave per interpretare quello che sta accadendo nel centrodestra è che vedrà la resa dei conti alle europee. A quel punto si capirà da che parte stanno i vecchi elettori del movimento cattolico.



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