In termini di pensioni, a tenere alta l’attenzione è ancora una volta la misura quota 100 di cui tanto si parla, ma che verrà ufficializzata con il decreto, in arrivo al massimo per la prossima settimana. Il prossimo 14 gennaio, infatti, dovrà arrivare il maxi decreto sulle pensioni che includerà oltre a Quota 100, anche Opzione donna e altri provvedimenti che potranno dare la possibilità ai lavoratori di poter uscire dal mondo del lavoro in netto anticipo rispetto a quelle che sono le norme vigenti dell’attuale legge Fornero. Al momento sembra che ci siano tanti dubbi riguardanti la nuova salvaguardia per gli esodati e su come sarà strutturata l’Opzione donna e quindi per avere notizie certe, bisognerà attendere il maxi decreto che dovrà essere discusso e approvato dal Consiglio dei Ministri. Sembra essere comunque ormai quasi certa la misura quota 100, ovvero quella misura che darà la possibilità ai lavoratori di poter accedere alla pensione una volta maturati 2 requisiti, ovvero uno contributivo e l’altro anagrafico che consistono nell’ aver compiuto 62 anni di età e maturato 38 anni di contributi.
Si tratta di una misura non così tanto apprezzata dai sindacati, così come dimostra il nuovo attacco arrivato al governo da parte della UIL che considera questa misura un provvedimento utile soltanto per alcuni lavoratori e penalizzante per tanti altri. Ma quali sono ad oggi le novità su quota 100? Secondo quelle che sono le ultime indiscrezioni, Quota 100 potrebbe andare ad abbracciare una platea di persone che ammonta a 430 mila lavoratori ma si tratterebbe comunque di una loro scelta volontaria e non obbligatoria. I lavoratori infatti potranno decidere arbitrariamente di poter uscire dal mondo del lavoro, usufruendo di Quota 100 consapevoli del fatto che però percepiranno un assegno di importo inferiore rispetto a quello che potrebbero percepire una volta maturati i requisiti per la pensione di vecchiaia.
Questo Semplicemente per il fatto che si verseranno meno contributi, uscendo uno o due o fino a 4 anni prima. Secondo quelli che sono i calcoli riportati dal Corriere della Sera, la perdita soltanto del 5% nel caso in cui si deciderà di uscire anticipatamente di un anno, ma potrebbe arrivare al 30% nel caso in cui si vada in pensione 4 anni prima rispetto al requisito richiesto per la pensione di vecchiaia.
“Quota 100 è un’utile soluzione per i lavoratori del nord e del settore pubblico, ma è meno efficace per quelli del centro-sud dove difficilmente si raggiungono i 38 anni di contribuzione ed è del tutto insufficiente per le donne. Il sistema delle finestre mobili è un artificio appositamente istituito per non dover cambiare il titolo alla manovra che, di fatto, diventa quota 100 e 6 mesi per i privati e 101 per il pubblico”, ha fatto sapere Proietti della Uil. “L’assenza di una quota 41 per tutti è una scelta ingiusta e sbagliata che penalizzerà tanti lavoratori”, ha aggiunto ancora Proietti.
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