In termini di pensioni si continua a parlare della misura più attesa e sperimentale ovvero quota 100. Nello specifico si parla del fatto che con quota 100, almeno inizialmente l’assegno sarà l’importo più basso rispetto a quello che si sarebbe percepito una volta andato in pensione con la pensione di vecchiaia. Sì e tanto parlato di questo argomento, ma effettivamente i tecnici del governo hanno spiegato il motivo per cui l’assegno risulta essere più basso, proprio perché almeno sono gli anni di contributi versati. Sembra che però l’assegno sia più basso soltanto all’inizio con la prospettiva di riguadagnare poi nel corso del tempo quanto si è perso. Intanto centinaia di migliaia di potenziali beneficiari di questa misura, ovvero quota 100 ormai da settimane stanno ragionando sulla possibilità di usufruirne o meno Calcolando che si tratta di una delle misure più attese e simbolo del decretone che è stato approvato lo scorso 17 gennaio e che è atteso in Gazzetta Ufficiale all’inizio settimana.
I potenziali beneficiari nello specifico stanno valutando l’aspetto economico e quindi la decisione dipenderebbe esclusivamente da questo, ovvero dovrebbero decidere se uscire prima dal mondo del lavoro e quindi andare in pensione anticipatamente di qualche anno, pur sapendo di percepire meno oppure attendere e percepire poi un assegno più sostanzioso. In alcuni casi la decisione potrebbe dipendere anche da altre considerazioni di tipo soggettivo e non soltanto economico.Va Sottolineato però che la riduzione del trattamento pensionistico non dipende da nuove regole e fatti non ci sarebbe una penalizzazione esplicita, ma semplicemente l’effetto dei contributi versati che sono meno e del fatto che il pensionamento all’età più bassa porta con se un taglio automatico dell’importo per l’azione di quelli che sono i coefficienti di trasformazione.
Secondo quelli che sono i dati diffusi dall’INPS, il governo ha quantificato la decurtazione netta dell’assegno nel caso di un anticipo di 4 anni rispetto alla pensione di vecchiaia del 15% e dunque nel caso in cui un lavoratore decida di accedere a quota 100 una volta compiuti i 63 anni di età. Andare in pensione prima sembra essere un vantaggio però non nell’immediato, ma nel lungo periodo visto che l’assegno anche se più basso, verrà comunque percepito per più tempo.
A tal riguardo, Secondo quelle che sono le ultime rilevazioni dell’istat, la speranza di vita di 67 anni sarebbe di circa 19 anni ed è proprio questo l’arco temporale nel quale si può attendere di percepire la pensione. Ci sarebbe anche un altro elemento da prendere in considerazione, soprattutto dai lavoratori prossimi alla pensione che provengono da categorie professionali medio alte e sarebbe il divieto di cumulare la pensione con i proventi che proverebbero quindi da una nuova attività lavorativa. Non si potrà quindi cumulare i contributi e questa regola resta in vigore fino a quando non saranno maturati i requisiti con le regole della legge Fornero.
Add comment