Lo scorso 17 gennaio 2019 il governo sembra che abbia provato dopo il decreto su quota 100 che va a riformare sostanzialmente l’apparato pensionistico.
Riguardo proprio quota 100, che è la misura più attesa di tutto il 2019 si dice che sia una misura valida soltanto per il triennio 2019-2021 e non prevede alcun tipo di penalizzazione e riguarderà nello specifico un milione di persone. Per far fronte alle risorse disponibili e per poter quindi far beneficiare di questa misura a tutti coloro i quali ne avranno bisogno, il governo ha stanziato circa 22 miliardi di euro. Come abbiamo più volte ribadito, occorrono due requisiti specifici per poter usufruire di quota 100 e nello specifico si parla di un requisito anagrafico che ammonta a 62 anni di età, un requisito contributivo 38 anni di contributi versati.
Per poterne usufruire i lavoratori che vorranno uscire dal mondo del lavoro in anticipo consapevoli di percepire un assegno più basso rispetto a quello che avrebbero percepito con la pensione di vecchiaia, bisognerà che questi abbiano maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018 e poi ogni tre mesi dal raggiungimento dei requisiti. Esistono comunque delle sostanziali differenze tra Lavoratori Privati e pubblici nel senso che i primi potranno usufruire di più finestre per poter uscire dal mondo del lavoro, mentre gli altri potranno soltanto optare per quella di agosto e settembre ma solo per l’apparato scuola. Ecco le principali cose da sapere su quota 100 a cominciare dal fatto che sarà possibile cumulare i periodi assicurativi e presenti su più gestioni. Questo tipo di pensione non sembra essere cumulabile con altri redditi da lavoro dipendente o autonomo e invece è cumulabile con reddito da lavoro occasionale ma fino ad un massimo di €5000.
I dipendenti pubblici devono dare prima di uscire dal mondo del lavoro un preavviso di circa 6 mesi e sono esclusi tutti quei lavoratori in isopensione. Oltre a Quota 100, è stato Anche l‘opzione donna ovvero la misura che darà la possibilità di andare in pensione anticipatamente. Esistono però delle differenze a seconda che si tratti di lavoratrici dipendenti e lavoratrici autonome, perché le prime potranno usufruirne una volta compiuti 58 anni mentre i secondi compiuti di 59 anni ed entrambi i casi bisognerà aver compiuto almeno 35 anni di contributi al 31 12 2018.
Nel decreto si parla anche di ape sociale, in vigore tra il primo di gennaio e il 31 dicembre 2019 e che pare possa durare fino alle conseguimento dell’ età anagrafica per la pensione di vecchiaia. È previsto in questo caso un requisito anagrafico che ammonta a 63 anni di età e requisito contributivo che ammonta ad 30 o 36 anni a seconda dei casi, con bonus di un anno per figlio per le lavoratrici per un massimo di 2.
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