Parlando di pensioni, le ultime notizie riguardano proprio quota 100, ovvero la misura più discussa e tanto voluta dal governo giallorosso. Come sappiamo, quota 100 è quella misura pensionistica che da la possibilità di poter andare in pensione anticipatamente una volta maturati due requisiti, uno dal punto di vista contributivo e l’altro anagrafico ovvero a 62 anni di età e 38 anni di contributi. Secondo i dati diffusi dall’Inps e più precisamente dal Presidente dell’Istituto vero Pasquale Tridico, Quota 100 non è stato davvero un affare almeno per il 33% dei dipendenti che invece ha preferito continuare a lavorare per avere un assegno pensionistico maggiore piuttosto che approfittare della misura ed avere così un importo ridotto.
Secondo i dati diffusi alla fine del mese di giugno l’INPS, le domande presentate per poter accedere a quota 100 ammontano a 154.095. Proprio sulla base di questi dati di INPS, alla fine di giugno si è potuto risalire a delle Stime più precise e per la fine del 2019, sulla base dei Trend dei primi sei mesi alla fine dell’anno, il numero atteso delle pensioni in pagamento sarà di circa 205 Mila per una spesa complessiva che ammonta a 3,6 miliardi di euro.
Sono delle prospettive che cozzano con le previsioni iniziali, con un numero di beneficiari nettamente inferiore del 29% rispetto a quanto preventivato inizialmente nei mesi scorsi dai tecnici del governo.Tutto ciò è quanto dichiarato da Pasquale Tridico. Se da una parte quindi i dati non corrispondono a quelle che erano le previsioni iniziali, dall’altro va comunque detto che sono delle ottime notizie in tema di risparmio perché effettivamente si risparmierebbe circa 7 miliardi di euro tra gli 1,6 miliardi nel 2019 2,3 miliardi nel 2020 e 2,6 miliardi nel 2021.
Per quanto riguarda invece l’importo medio quello più alto percepito arriverebbe dalla Lombardia con €2371 lordi annui, mentre quello più basso è stato registrato in Basilicata e ammonterebbe a €1649 lordi annui. A far particolarmente discutere sarebbero le rinunce alla misura ovvero coloro che pur avendo i requisiti per poter accedere a quota 100 hanno deciso di rifiutare questa opportunità. Le maggiori rinunce circa quota 100 arrivano proprio dal settore della scuola, con le domande che ammontano a 27 mila unità rispetto alle 70 Mila preventivate. Riguardo gli importi mesi-settimane in genere €1650 netti per il personale , docente quasi €2500 per i dirigenti scolastici e €1300 per il personale ATA. Un elevato numero di domande, invece, sembra sia stato presentato dai dipendenti degli Enti locali e dai docenti del comparto scolastico ed ancora una minima percentuale arriva dal settore sanitario.
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