Saranno circa 42 mila i docenti che andranno in pensione entro il prossimo 31 agosto e sembra che ad oggi non sia prevista alcuna sostituzione. Sono più di 22 mila gli insegnanti che lasceranno in anticipo il mondo della scuola, proprio grazie a Quota 100, ovvero dopo aver compiuto 62 anni di età e maturato 38 anni di contributi. Come abbiamo anticipato però, nessun sostituto prenderà il loro posto. La mancata sostituzione sembra essere l’ultimo taglio all’Istruzione di un governo che in tredici mesi non di certo ha messo la scuola al centro delle sue pratiche.
Lo stesso Ministro Marco Bussetti ed il suo staff nelle scorse ore hanno fatto sapere che i tagli alla Legge di bilancio 2018, erano legati a due grandi partite di governo che drenavano risorse pubbliche ovvero il Reddito di cittadinanza e Quota 100. Secondo le stime del sistema informatico del Miur allo scorso 29 maggio, erano circa 17.614 i posti vuoti nell’organico di fatto e nessuno dei posti pare sia stato offerto ai precari.
Ad oggi non sembra essere prevista alcuna immissione in ruolo di chi lavora attraverso supplenze annuali. Proprio sulla questione, lo scorso 12 luglio nel corso di un incontro del Ministero con i sindacati, la senatrice Simona Malpezzi, sembra aver presentato un’interrogazione parlamentare chiedendo il motivo per cui il governo non abbia stanziato ad oggi solo un euro per programmare la trasformazione da parte dell’organico di fatto, ovvero chi davvero insegna nella scuola, e di organico di diritto ovvero chi è regolarmente assunto. “L’esecutivo trova i soldi per mandare in pensione i docenti con Quota 100 e non li trova per sostituirli con i docenti precari, così prolifera il fenomeno delle supplenze e non si assicura il corretto avvio del prossimo anno scolastico”, è questo quanto si legge nell’interrogazione.
Così, secondo ancora quanto dichiarato dal Ministro Marco Bussetti, per metà settembre ovvero all’avvio dell’anno scolastico 2019-2020, si attendono circa 170 mila docenti precari, che sono pari ad un quinto dell’intero corpo insegnante. E’ anche arrivata una seconda interrogazione parlamentare in questi giorni sulla questione “maestri e professori in pensione e non sostituiti”, arrivata dalla deputata Lucia Azzolina del M5S che ha ricordato come le uscite regolari dei docenti sono state certificate dall’Inps in 19.853. “E’ auspicabile che una parte dei posti liberati dall’accoglimento delle domande di pensionamento possa essere utilizzata al 50 per cento per le immissioni in ruolo a tempo indeterminato e al 50 per cento per le operazioni di mobilità. Se così non fosse, si dovrebbero attribuire nuove supplenze su quei posti con un aggravio del fenomeno della supplentite”, ha dichiarato ancora la deputata.
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