Pensioni oggi, ecco il segreto di Quota 100: via dal lavoro anche a 59 anni



Nonostante in tanti abbiano ancora dubbi e nonostante non sia stata ancora ufficializzata la misura, il meccanismo di Quota 100, sembra essere fin troppo chiaro. Si potrà andare in pensione nel corso del 2019, nel caso in cui al 31 dicembre 2018 si siano accumulati 38 anni di contributi e compiuti 62 anni di età. In linea generale sembra essere proprio questo il meccanismo di quota 100, una delle misure piuttosto chiare parlando in termini di riforma pensioni e che porterà al superamento della tanto odiata legge Fornero. Le finestre  di uscita inizieranno a partire dal mese di aprile per i lavoratori privati e per gli autonomi, mentre per i dipendenti pubblici bisognerà attendere quella di ottobre per poter lasciare il lavoro.



Fino a qui non sembrano esserci delle grosse novità, nel senso che su questo non c’erano grossi dubbi. Ad emergere è invece un’altra novità, che non risulta essere così tanto da poco. Nel testo che il governo starebbe preparando ci sarebbe un codicillo, che di fatto andrebbe ad aprire le porte ad una sorta di pensione anticipata, già a partire dal compimento dei 59 anni.

L’indiscrezione è stata annunciata dal quotidiano Il Messaggero, secondo cui sarebbe possibile ricevere un assegno anche prima dell’uscita fissata a 62 anni. Ma cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, sottolineando come tutte le norme che regolano Quota 100, prevedono dei fondi di solidarietà aziendale gestiti da associazioni di imprese e sindacati per potere dare delle prestazioni aggiuntive nei settori differenti. Sarebbero proprio questi enti che sulla base delle nuove assunzioni, potrebbero erogare un assegno straordinario per il sostegno del reddito a beneficio di tutti quei lavoratori che nei tre anni successivi raggiungono dei requisiti specifici per poter accedere a Quota 100.

Se queste indiscrezioni dovessero risultare veritiere, si potrebbe lasciare il lavoro già 3 anni prima rispetto al requisito del 62 anni di età che sono indicati dalla stessa riforma. Questa opzione però potrebbe essere utilizzata soltanto sulla base di alcuni accordi presi all’interno delle stesse aziende, che prevedono un determinato piano di assunzioni per poter sostituire il personale che risulta essere in uscita. Di fatto questa possibilità va ad allargare ancora una volta la platea dei beneficiari, senza però andare a aggravare le casse dello Stato, visto che i fondi sarebbero erogati direttamente dall’impresa sulla base del modello della isopensione. Sono queste Dunque le novità che dovrebbero essere riportate nel testo che il governo sta preparando e si tratterebbe quindi di un’ipotesi di un assegno aziendale che permetterebbe l’uscita dal mondo del Lavoro 3 anni prima rispetto ai 62 anni fissati dalla riforma.



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