Riforma pensioni 2019, tutte le novità: Il decreto è stato pubblicato in Gazzetta soltanto da poche settimane ma al Senato, continuano i lavori e tanti emendamenti sono stati presentati proprio in questi giorni. Tra i tanti emendamenti presentati e che il governo sta mettendo a punto proprio in questi giorni, ce n’è uno che prevede la modifica della pace contributiva in modo tale che si possa portare fino a 10 anni dagli attuali 5, la rateizzazione degli importi con l’estensione da 60 a 120 rate mensili con un minimo di €30 di rata al mese. Questo darebbe la possibilità ai lavoratori in attività dal primo gennaio 1996 di poter riscattare in parte o in tutto i periodi che non sono coperti dalla contribuzione. Tra le intenzioni del governo, ci sarebbe anche la possibilità che questa modifica possa andare ad avvantaggiare gli esodati che utilizzano quindi il riscatto contributivo e potrebbero anche trovare una strada giusta per il pensionamento. Abbiamo parlato di pace contributiva, ma effettivamente di cosa si tratta?
Pace contributiva 2019
Si tratta di una misura introdotta in via sperimentale fino al prossimo 2021 e che da la possibilità ai lavoratori dipendenti sia pubblici che privati e anche autonomi iscritti alla previdenza INPS in attività dal primo gennaio 1996, di poter colmare in tutto o anche in parte, i buchi contributivi che si trovano nella propria carriera ovvero quei periodi che non sono coperti da contribuzione obbligatoria, figurativa o volontaria presso nessun tipo di ente. Questo riscatto è relativo al periodo compreso tra il primo e l’ultimo contributo accreditato e riguarda soltanto i lavoratori che hanno iniziato a lavorare dal primo gennaio 1996, toccando tutti quelli che rientrano quindi nel metodo di calcolo contributivo.
Si potranno riscattare al massimo 5 anni versando i contributi relativi a quel periodo. Questi vengono calcolati in base a dei criteri ovvero a ciascun anno che si intende riscattare è applicata l’aliquota di riferimento della gestione di appartenenza al reddito imponibile degli ultimi 12 mesi. Questa pace contributiva riguarda anche il riscatto degli anni della laurea, un riscatto detto flessibile che vale anche per gli under 45. Sembra che in commissione Senato sia stato presentato anche un nuovo emendamento riguardante la pensione anticipata per le donne lavoratrici con un figlio disabile.
Riforma pensioni, ultime novità
Grazie a questo emendamento, dunque, potranno accedere alla pensione le mamme lavoratrici con un figlio disabile, almeno con 3 anni di contribuzione in meno e quindi 35 piuttosto che 38, facendo scendere la quota da 100 a 97. Invece non sembra essere stata chiarita la questione legata alla scelta del nuovo presidente INPS. Mentre per quanto riguarda le domande per quota 100, fino ad oggi quelle pervenute all’INPS sono circa 50 mila e soltanto il 30% sono state presentate da donne.
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