In tema pensioni sembra che il mese di agosto sia quello più caldo, soprattutto per quanto riguarda il pubblico impiego. Questo per via di quota 100, ovvero quella misura che è stata introdotta dal governo Conte e che da la possibilità a tutti i lavoratori che abbiano compiuto 62 anni di età e maturato 38 anni di contributi, di poter andare in pensione anticipatamente. In tal senso molti hanno fatto richiesta già nei mesi scorsi per poter uscire dal mondo del lavoro usufruendo proprio di quota 100. Come sappiamo, le finestre di uscita dal mondo del lavoro sono poche e una di queste è proprio quella che coincide con questo periodo. In questo mese di agosto sono più di 10.000 i dipendenti pubblici che andranno in pensione, un numero che è destinato ad aumentare toccando i 27 mila per il prossimo mese. Tra tre settimane inizierà l’anno scolastico e con il suo avvio circa 17.000 insegnanti usciranno dal mondo del lavoro, usufruendo di quota 100.
Proprio per la pubblica amministrazione, la prima finestra si è aperta soltanto nelle scorse settimane e già le conseguenze si fanno sentire. Riguardo gli 11.000 pensionamenti avvenuti nella pubblica amministrazione nel mese di agosto, 8 su 10 riguardano gli enti locali e la sanità ed è infatti a Regioni, comuni e province che è arrivato circa il 55,1% delle domande di pensionamento con questa misura pensionistica con un totale di 5694 domande su 10336 del settore pubblico. Riguardo invece la sanità, sono state 2344 le uscite e nello specifico ad approfittare di quota 100, pare siano stati più che altri infermieri, veterinari, infermieri e tecnici.
In teoria questi pensionamenti dovrebbero dare il via alla funzione di giovani ma effettivamente non sarà proprio così. Secondo quelli che sono i calcoli effettuati dai Consulenti del Lavoro, soltanto un posto su tre sarà sostituito. Per esempio, nel mondo della scuola, sostanzialmente si verranno a creare diversi vuoti e tante cattedre vacanti perché il pensionamento non corrisponderà ad una assunzione. Di fatto sono più di 32000 gli insegnanti e gli amministrativi che lasceranno la scuola a breve e non sono previste assunzioni ma si darà spazio ai supplenti, tanto che potrebbe essere precaria una cattedra su cinque.
“E’ auspicabile che i medici che escono, vengano immediatamente sostituiti sfruttando il Decreto Calabria, tenendo conto che attualmente mancano nel Ssn 8 mila medici per via del blocco delle assunzioni”, ha dichiarato Carlo Palermo, ovvero il segretario nazionale il quale ritiene che ad uscire tra il 2019 e il 2021 saranno ben 24 mila medici, 8 mila all’anno.
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