Pensioni 2019: Opzione Donna, Quota 100 e liquidazione Tfs, la verità nella bozza DL



In tema pensioni o meglio riforma pensioni, l’attenzione al momento è dedicata perlopiù al Decreto contenente tutte le novità in tema di misure pensionistiche, reddito di cittadinanza e tanto altro. Il decreto dovrebbe al massimo arrivare entro metà gennaio ed in tanti lo aspettano con ansia per cercare di capire il funzionamento di alcune misure, tra le quali Quota 100 e reddito di cittadinanza che sono le vere novità del 2019. Ad ogni modo, tanto si parla anche di rinnovo e proroga di opzione donna, ovvero quella misura pensionistica alla quale potranno ricorrere le lavoratrici nate fino al 31 dicembre 1970 e se autonome entro il 31 dicembre 1959.  E’ questo quanto previsto proprio dalla bozza del decreto legge. Nel testo si legge, nello specifico, che il diritto al trattamento pensionistico anticipato, secondo le regole di calcolo del sistema contributivo previsti dal decreto legislativo 30 Aprile 1997 numero 180, è riconosciuto nei confronti delle lavoratrici dipendenti innate entro il 31 dicembre 1960 e delle lavoratrici autonome nate entro il 31 dicembre 1959, le quali abbiano maturato un’anzianità contributiva che sia pari o superiore a 35 anni al 31 dicembre 2018.



Nessuna novità, dunque, per quanto riguarda Opzione donna che sarà semplicemente prorogata ma saranno confermati effettivamente gli stessi requisiti. Su Quota 100, invece, emergono ancora dubbi soprattutto per quanto riguarda gli interessi che in un primo momento, si era ipotizzato potessero essere a carico dei Lavoratori, ma invece a pagare sarebbe lo Stato. Quindi i lavoratori pubblici che decideranno di andare in pensione, usufruendo di Quota 100, non dovranno pagare interessi per avere subito il trattamento di fine servizio e ad assicurarlo è stato il Sottosegretario al lavoro Claudio Durigon.

Questo, intervenuto nel corso di una trasmissione, ha dichiarato di essere al lavoro insieme agli altri tecnici del governo per cercare una soluzione che non costerà niente a chi andrà in pensione e che quindi il pensionato non dovrà pagare alcun tipo di interesse, perché a pagare sarà lo Stato. Nel decreto legge sulle pensioni, più nello specifico su quota 100, il governo pare che stia predisponendo che sarà data la possibilità ai lavoratori pubblici di poter usufruire immediatamente del trattamento di fine servizio e ad affermarlo è stato il Sottosegretario al lavoro Claudio Durigon, spiegando quindi che è in corso una convenzione con Istituti bancari.

L’obiettivo del governo sarebbe quello di andare a modificare una stortura ereditata dai governi precedenti. Secondo le regole attuali che risalgono al 2011, la liquidazione del trattamento di fine servizio è erogata Dopo 2 anni dell’età pensionabile e quindi con il prepensionamento, i tempi andrebbero ad allungarsi, ma il governo sta lavorando per cercare di liquidare il TFR prima ovvero proprio nel momento in cui si va in pensione.



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