È in arrivo l’ipotesi di riforma delle pensioni anticipate con esclusione di quota 100. Si tratterebbe perlopiù di una proposta avanzata dal Partito Democratico, arrivata però per voce del senatore Tommaso Nannicini, che mira a modificare in modo piuttosto profondo la pensione anticipata con quota 100, risparmiando le risorse per il cuneo fiscale, così come per le nuove misure di riforma delle pensioni.
L’ipotesi sarebbe quella di istituire quota 92, nata dal disegno di legge che porta la firma proprio di Nannicini, ovvero il numero 1010 relativo a “misure urgenti per la flessibilità e l’equità intergenerazionale del sistema previdenziale” dove viene fatto riferimento ai lavoratori piuttosto svantaggiati ed a quei contribuenti che non riescono a raggiungere il numero di anni di versamenti richiesti per poter uscire dal mondo del lavoro.
Nel presentare questa proposta si è tenuto conto anche della situazione dei giovani e della loro Futura pensione, ma in particolar modo dei Lavoratori che sono ricadenti nel sistema contributivo ovvero quelli che hanno già iniziato a lavorare a partire dal primo gennaio 1996. Vediamo però più nel dettaglio in cosa consiste Quota 92.
Pensioni anticipate, la proposta del Pd “Quota 92 al posto di Quota 100”
Tornando al tema della riforma delle pensioni anticipate e quota 100 e anche alle risorse necessarie per poter assicurare, ai lavoratori che hanno avuto delle carriere lavorative discontinue, la pensione la proposta di Nannicini assume una certa rilevanza. Ora questa proposta prevede l’abolizione di Quota 100, in modo tale da spostare ben tre degli otto miliardi di euro messi già in preventivo per questa misura sperimentale, già tra l’altro ridimensionati per il basso numero di domande di pensione arrivate in questo 2019 .
L’intento sarebbe, quindi, proiettare queste risorse per una riforma delle pensioni che possa comunque soddisfare in modo più ampio le esigenze di una più bassa fetta di lavoratori e di conseguenza le necessità delle famiglia. Va detto che la proposta di Nannicini sostanzialmente mira a strutturare una misura quale l’Ape social, potenziando le risorse di almeno dieci volte di più rispetto a quelle messe sul tavolo circa 2 anni fa. Questa misura sarebbe quella che Nannicini chiama Quota 92, ovvero una misura che darebbe la possibilità di uscire una volta compiuti 62 anni di età e maturato soltanto 30 anni di contributi e non più 38 come quanto previsto oggi da Quota 100. In questo modo la platea di beneficiari risulterebbe potenziata.
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