Ritrovare Parma e cercare la vittoria smarrita. Quella che Carlo Ancelotti vorrebbe dal Napoli, a digiuno da due mesi e mezzo (0-1 a Cagliari). Poi, il tecnico stasera rivedrà la squadra che aveva allenato per due stagioni, dal 1996 al 1998, contribuendo alla crescita tecnica del club ducale e determinando la dolorosa retrocessione del Napoli in Serie B: un 3-1 patito al Tardini l’11 aprile 1998, sancì la matematica certezza della discesa nel campionato cadetto. Sono trascorsi più di 20 anni e oggi la squadra azzurra ha stabilito una differenza di valori con la società emiliana, non più ricca del periodo Tanzi. Ma non sarà facile battere il gruppo di D’Aversa e di certo il Napoli avrà bisogno di cambiare l’atteggiamento troppo blando, visto di recente.
«Vorrei un Napoli con la cazzimma dell’Atletico Madrid»: ha dichiarato Ancelotti in un’intervista web, sperando di assicurarsi il successo esterno, nello stadio dove gli azzurri non fanno bottino pieno dal gennaio 2013 (1-2 con reti di Hamsik e Cavani). La squadra di Ancelotti ha pareggiato le ultime due partite in campionato e non arriva a tre di fila dal dicembre 2014, in più ha messo insieme 4 “clean sheet” consecutivi e non arriva a 5 dal novembre 2015. Bisogna ritrovare la continuità realizzativa in campionato, soprattutto in trasferta, perché lontano dal San Paolo l’ultimo gol segnato è quello di Milik, che firmò il successo al 90’ di Cagliari-Napoli. Vista l’assenza dello squalificato Insigne, oggi al Tardini ci sarà proprio il polacco dal primo minuto, probabilmente al fianco di Mertens, attualmente insidiato da Ounas in un ottimo stato di forma. Il belga è a una sola rete dall’eguagliare Attila Sallustro (77 gol) al quinto posto dei migliori marcatori all-time del Napoli in Serie A e vuole provarci, anche perché non è ancora andato a segno nel 2019.
Mertens, poi, ha una buona tradizione con il Parma: ha segnato 2 gol nelle ultime 3 sfide in serie A. Anche se la Juve è distante 13 punti, l’obiettivo del Napoli è di restare sempre in scia, perché non si può mai sapere. Lo ha detto anche De Laurentiis: «Non trascuro il campionato e c’è sempre questa abituale sensazione di scoramento nei tifosi da stadio. Se non sono primi, non sono contenti. Noi lottiamo fino alla fine. Se uno si accascia alla prima difficoltà nella vita, è un fallito. Se uno non vuole esserlo, deve combattere fino alla fine. Nessuno deve sedersi nel torneo, non vince solo chi arriva primo. Vinciamo tutti se giochiamo con capacità e fervore».
E’ la solita ramanzina del patron a chi lo accusa di non rafforzare adeguatamente la squadra per tenere testa alla Juventus che domenica sarà al San Paolo in una sfida che sarà caratterizzata soprattutto sul piano dei tifosi allo stadio. Da domani alle 12 saranno posti in vendita i mini abbonamenti validi per le prossime 6 gare di Serie A e per la prossima gara di Europa League, contro il Salisburgo. Ma c’è malumore nella tifoseria, perché il Casms ha deciso che i ticket per i tifosi del Napoli relativi alla singola gara contro la Juve, sarà possibile acquistarli solo per i residenti in Campania, altrimenti sarà necessaria una tessera di fidelizzazione. E’ stata aperta, invece, la trasferta ai fan della Juve, contrariamente a quanto accadde all’andata allo Stadium per i fan azzurri, per mille posti acquistabili con la tessera del tifoso e senza limitazioni territoriali.
Dove vedere Parma – Napoli, diretta tv e streaming
La partita che si giocherà questa sera 24 Febbraio 2019 alle ore 18:00, sarà trasmessa in esclusiva diretta streaming su Dazn, ma ovviamente sarà visibile anche su altri dispositivi. La versione integrale della partita si potrà anche guardare on demand e quindi tutti gli appassionati e tifosi potranno rivedere la gara quando vorranno. Ovviamente sarà possibile guardare il big match in televisione qualora si possiede una smart TV, scaricando l’applicazione, avendo sottoscritto un abbonamento a Mediaset Premium o a Sky Q. In questo caso però bisognerà vedere se la TV di cui si è in possesso è compatibile con il servizio Dazn. Se non siete ancora abbonati a Dazn, potrete vedere la partita in modo assolutamente gratuito, visto che il primo mese lo offre la piattaforma. Dovrete solo effettuare la registrazione ed attivare l’abbonamento per un mese gratuitamente. Poi se vi troverete bene con la visione, potrete continuare con l’abbonamento al costo di 10 euro al mese.
Rojadirecta Parma – Napoli
ROJADIRECTA Parma – Napoli – Come sito di streaming gratuito uno dei più famosi è Rojadirecta. Il sito spagnolo dovrebbe presentare il link della gara poco prima dell’inizio del match. Vi ricordiamo, come sempre, di non usare questa pratica, visto che potreste incorrere in multe e sanzioni elevate.
Quindici anni (circa): quindici anni da quell’agosto d’un caldo insopportabile, con le uova che volavano intorno al Tribunale, mentre Napoli ribolliva pure d’ira e di rabbia. Quindici anni fa non riera più niente, ma realmente: raserò al suolo il calcio, sgonfiarono il pallone e svuotarono una città piegata in due, su se stessa. Ne accaddero di cose, in quell’estate torrida, e quando poi a un certo punto pareva fosse (definitivamente) finita, quando Gaued portò via quel senso d’inadeguatezza, quando la classe imprenditoriale finì per non riuscire a raccimolare che qualche milionata di euro, quando alla Fallimentare si presentò Aurelio De Laurentiis e con uno scatto bruciò Giampaolo Frizzo, nessuno avrebbe osato sospettare che sarebbe cominciata un’atra vita. «E noi ora non abbiamo paura di nessuno. Andiamo in Europa da nove anni e abbiamo un grande allenatore come Ancelotti: saprà guidard verso ima meta sicura, siamo affascinati da una dttà come Salisburgo. Siamo stati abbastanza fortunati nel sorteggio, potremo godere di una bella dttà e forse di una gara più agevole di altre. E se il Napoli dovesse arrivare alla finale di Baku, allora sarà divertente». Baku è là in fondo, da Dimaro-Folgarida la si può solo immaginare, oltre le telecamere e il microfono di Sky oltre le piaghe lasciate da quella semifinale del 2015, la somma ingiustizia perpetrata da un arbitro incapace di cogliere un fuorigioco di mezzo metro e forse più. Baku è un traguardo o anche un sogno, ognuno decida per sé, che rimane lì, aggrappato ai desideri di De Laurentiis che d pensa e finge di non farlo, perché ce ne vorrà per arrivar (eventualmente). «E’ inutile fare previsioni. Andiamod piano, gara dopo gara, riè tanto da fare e non va trascurato il campionato. C’è sempre questa abituale sensazione di scoramento nei tifosi. Se non sono primi, non sono contenti. Ma non vince solo chi arriva primo».
STOCCATA BIANCONERA. Quindi- d anni dopo, da secondo in Gassifica, si potrebbe dire «pomposamente» vice campione d’Italia in pectore, dopo esserlo stato seriamente a maggio 2018, però con tredid punti di distacco: come se, dunque, non d fosse un domani, in campionato. Ma l’analisi offre anche il pretesto per rifilare una stoccata alla Juve, che ha mandato 1’emissione di un prestito obbligazionario per avere liquidità: «E se io adesso avessi un debito di 200 milioni di euro, che senso avrebbe essere in testa? Pensiamo alla ricetta giusta. Ancelotti sta valutando la rosa, sperimenta. Frifa- selezione, faremo le nostre deduzioni e porteremo avanti questo progetto che va sempre migliorarsi».
IL MERCATO. E comincerà il mercato e si penserà al rinnovamento, al ringiovanimento, agli esterni offensivi, a un centrocampista come Fomals, semmai anche a un bomber che «pesi», si vedrà «Io sono sempre in linea con Carlo, è un uomo molto cauto e onesto intellettualmente e professionalmente. Ancelotti è uomo da Oscar, con il suo sorriso e la sua calma ha dato serenità a chiunque. Stiamo pensando al futuro, sono stato a Dimaro per finalizzare il nuovo contratto per il ritiro del prossimo triennio, nel quale avvieremo anche una scuola caldo per ragazzi dai 7 ai 12 anni».
NEL BLUES, CON SARRI. Quindici anni, tra cui tre di Maurizio Sarri, un’ombra che (sistematicamente) ricompare: è stato bello, prima che il divorzio lasciasse volare stracd che ora De Laurentiis sistema sulla panca, aspettandomi Napdi-Chel- sea. «Sarebbe divertente, se Sarri resisterà e io glielo auguro, perché lui ama alla follia questo lavoro. A volte questo gli fa perdere cosdenza, ma va rispettato. Ha dato tanto al Napoli, non sempre si può condividere la sua visione di caldo ma ognuno ha i propri valori e i propri difetti. Altrimenti non saremmo umani». Quindici anni dopo, rivedersi a Baku…
INVIATO A CASTEL VOLTURNO – Dalla Sampdoria alla Fiorentina, dallo Zurigo al Torino, dallo Zurigo al Parma, da febbraio a febbraio, che in ventotto giorni ne ha messe in fila sette di seguito e che ora costringe a rimescolare il Napoli, perché l’acido lattico è un nemico sottile e perfido. Una settantina di ore (circa) possono bastare, o anche no, per lasciarsi alle spalle le scorie dell’Europa League e però il tum-over è una forma indispensabile di modernismo: aiuta a risistemare il fisico e però anche il morale e a guardare avanti, a marzo, quando si ricomincerà con il tour de force e bisognerà avere resistenza e freschezza. Si cambia, com’è inevitabile che sia, e neanche poco rispetto allo Zurigo: è una rivoluzione bella e buona, peraltro annunciata sin dalle scelte di giovedì sera, e i sei che entrano al «Tardini» appartengono ormai alla nouvelle vague che ha scalato le gerarchie e s’è preso il Napoli.
TRE PER UNA. Il dubbio, il più forte, è sulla corsia di sinistra, tra Luperto (34%), Hysaj (33%) e Ghoulam (33%), con il sosia di Albiol un filino avanti all’albanese e all’algerino che va rielaborando il suo calcio, anche atleticamente. Poi la linea, dinnanzi a Meret, è quella presumibile con Malcuit, Maksimovic e Koulibaly II resto sembra annunciato, almeno a centrocampo, ormai terra di un quartetto sul quale Ancelotti sta puntando e vuole continuare a farlo, mescolando l’intelligenza di Callejon alla intraprendenza di Allan alle versatilità di Fabian Ruiz e alla genialità di Zielinski, esterno con licenza di attaccare le linee ma dentro al campo, per offrire ulteriore inventiva alla manovra, riattacco poggerà sulle robuste spalle di Milik, sulla sua voracità, da fondere con l’estro di Mertens, che sente ora anche il fiato sul collo di Ounas: per liberarsene, ovvio che esista un solo metodo, dimenticato dallo scorso 29 dicembre. E dal 2018 che il belga non segna…
Che hai fatto in tutti questi anni, Noodless…? C’era ima volta un Carlo An- celotti, il «leader calmo» al quale «piace la coppa» da divorare sotto al proprio «albero di Natale»: e ora che il tempo è sfilato via, lasciando nel salotto buono l’argenteria più pregiata, quel geniaccio (in) compreso che non riesce ad andare «a letto presto», esce per un po’ dal suo universo ristretto dal calcio, lasciando che emerga il bambino ch’è in lui: «Nel contratto che ho firmato con il presidente è inserito un regalo: De Laurentiis deve farmi in- . r* A contrare De N irò». Ciak, si vira, e si entra in quel mondo mica a ^ poi tanto immaginifico che , . . . appartiene a chiunque, an- V A L che a un padrino» del caldo (non il boss, ma il padrone) che ne ha viste tante e altrettante ne insegue, quando il pallone rotola a bordo campo, dove poi c’è la vita che può essere da «Toro scatenato» o da «Cacciatore», basta scegliersi il molo che fa per sé, e che introduce in una sfera quasi intimistica svelata a «Q Napolista» in cui l’Ancelot- ti del Terzo Millennio emerge nel proprio (inevitabile) mutamento caratteriale. «Sono cambiato, perché mi ritrovo meno rigido che in passato e quindi assai più elastico.
Resto legato a certi principi- l’organizzazione della squadra, il movimento senza palla, la vdodtà della manovra – però ne accetto l’applicazione. Ma siamo in fase di evoluzione, basterà riflettere su come sia diverso oggi il molo del portiere che ora è maggiormente integrato tanto da essere uno dei calciatori che tocca più palloni Vedrete che cambieranno il regolamento, vietando il passaggio all’estremo difensore».
LA CAZZIMMA. C’è un Ancelotti, ora, che si è completamente immerso, e s’è pure perdutamente innamorato, in Napoli, nella sua gioiosa decodificazione dell’esistenza, nella sua immensa bellezza, assorbita dal panorama che gli offre ogni mattina e dall’espressioni linguistiche che servono come modello di riferimento: «Siamo una squadra che ha una identità e che sta sbagliando poche partite – Milano, in coppa Italia, sicuramente – e abbiamo calciatori giovani, che devono maturare. Alcuni sono arrivati questanno – Meret, Fabian Ruiz -e altri devono raggiungere il livello di affidabilità di Albiol, Allan, Callejon, Koulibaly Io vorrei che il Napoli avesse la cazzimma, come si dice qui, che trasmette l’Atletico, una squadra che fa un calcio che mi piace, perché gioca bene e ti fa giocar male. Ha valori importanti: personalità, responsabilità dei singoli e del gruppo. Ecco, mi piacerebbe mi Napoli così».
IO E L’EUROPA LEAGUE. Il Napoli in cui Ancelotti si è imbattuto, e che a Parma gli deva altre risposte, non interlocutorie, ha un orizzonte davanti a sé: «Essere arrivati a mi passo dallo scudetto può divental e frustrante, ma non bisogna perdere la fiducia. Il Napoli è andato vicino al successo spesso, negli ultimi anni, ed è sempre molto vicino a vincere». E chiaro dò che tenterà di fare Noodless nei prossimi anni?
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