Dove vedere Napoli – Zurigo, diretta tv e streaming
La partita che si giocherà questa sera 21 Febbraio 2019 alle ore 18:55, sarà trasmessa in esclusiva diretta streaming su Dazn, ma ovviamente sarà visibile anche su altri dispositivi. La versione integrale della partita si potrà anche guardare on demand e quindi tutti gli appassionati e tifosi potranno rivedere la gara quando vorranno. Ovviamente sarà possibile guardare il big match in televisione qualora si possiede una smart TV, scaricando l’applicazione, avendo sottoscritto un abbonamento a Mediaset Premium o a Sky Q. In questo caso però bisognerà vedere se la TV di cui si è in possesso è compatibile con il servizio Dazn. Se non siete ancora abbonati a Dazn, potrete vedere la partita in modo assolutamente gratuito, visto che il primo mese lo offre la piattaforma. Dovrete solo effettuare la registrazione ed attivare l’abbonamento per un mese gratuitamente. Poi se vi troverete bene con la visione, potrete continuare con l’abbonamento al costo di 10 euro al mese.
Rojadirecta Napoli – Zurigo
ROJADIRECTA Napoli – Zurigo – Come sito di streaming gratuito uno dei più famosi è Rojadirecta. Il sito spagnolo dovrebbe presentare il link della gara poco prima dell’inizio del match. Vi ricordiamo, come sempre, di non usare questa pratica, visto che potreste incorrere in multe e sanzioni elevate.
INVIATO A CASTEL VOLTURNO – Cambiare si può e quindi si deve, perché in questo febbraio cortissimo c’è entrato di tutto e non è ancora finita: tre partite di campionato, una di Europa League e stasera di nuovo lo Zurigo, in un San Paolo tiepido ma tendente al freddo (ventimila tifosi attesi) e con un ottavo da conquistare senza e se però con il turn-over che è una esigenza irrinunciabile. I CAMBI. E’ una rivoluzione, o qualcosa che ci somiglia assai, perché gli spifferi che arrivano oltre la Pineta di Castel Volturno annunciano sei novità, che potrebbero diventare persino otto rispetto all’ultima fatica, quella di domenica, con il Torino: Insigne c’è, Allan anche, Koulibaly ovviamente e Hysai dovrebbe scivolare a destra, tutti gli altri sono nella terra di mezzo e non possono sbagliare.
LA PRIMA. E’ la notte di Chiriches, per cominciare, alla sua prima partita stagionale dopo essere rimasto avvolto nelle fiamme dell’inferno: cinque mesi e mezzo a guardare, a soffrire (per un legamento operato) e ad aspettare. Via con lo Zurigo tocca a lui, l’ha persino detto Ancelotti, e non c’è da portarsi appresso alcun dubbio. Non ne ha, e non dovrà averne, neanche Simone Verdi, che può esibire tutto il suo bagaglio tecnico partendo da sinistra (quasi sicuramente), in un centrocampo a trazione offensiva: Callejon è reduce dal tour de force, andrebbe fatto rifiatare, però con Ounas a destra c’è (ci sarebbe) il rischio di essere esageratamente offensivi. Riflessioni in corso, com’è giusto che sia, che si estendono anche in porta: Meret in vantaggio su Ospina, per un problema gastrointestinale che ha limitato il portiere. Ma toccherà anche a Diawara, certo che sì, e per il mediano-regista vale il discorso fatto per Verdi: certe notti, vanno attraversate a testa alta.
Non pensarci: è quello il segreto. Far finta di niente, voltarsi e saltare direttamente oltre gli ultimi due mesi, cosa volete che siano 54 giorni se ne ignori il contenuto. E’ un tunnel, vero, però poi sempre caracollando a ritroso in se stesso, ne avrebbe di cose a cui pensare, Dries Mertens: cinquantasei gol in due stagioni e poi dodici pure adesso che sta in crisi, è certificato nelle statistiche, e se gli dovessero ripassare dinnanzi agli occhi le immagini di Firenze, sorridendo come uno scugnizzo pieno d’auto ironia, finirebbe pure lui per mettersi le mani davanti agli occhi. Meglio non guardare dunque, non al recentissimo passato: gli è andata male, e sono cose che succedono agli attaccanti che hanno vissuto un paio di stagioni ruggenti, da rabdomante. Poi s’è inaridita quella gioiosa e quasi infernale fonte d’ispirazione, le veroniche sono rimaste nelle intenzioni, i capolavori sono finiti nel sottoscala della memoria e il falso nueve eccolo qua, adesso sì, con quattro partite alle spalle in bianco che non spalancano a nessun problema d’identità.
DRIES-GOL. E proprio come se nulla fosse successo, ruolo e maglia da titolare a Dries Mertens, quello che all’inizio ha fatto il centravanti, poi è diventato seconda punta, poi un’incognita persino per se stesso, che sa bene come vadano le cose nel calcio e non se è creata un’ossessione: lui e Insigne di nuovo in coppia, due giganti in miniatura, è capitato raramente (otto volte dall’inizio in campionato, dodici complessivamente) però a Torino, tanto per fare un esempio, fu il 3-1 finale a cancellare le tracce interessanti di un percorso poi interrotto da Milik, che con quel fisico ha finito per fare ombra. E pure con la Roma, per dire, gol nel finale, e con l’Empoli: insomma, non è una questione di statura, né di feeling, e ci mancherebbe, visto che ormai parlano la stessa lingua. E sarebbe il caso di ricominciare stasera per chiudere senza alcun tipo di intoppo la pratica Zurigo.
RISCATTO. Però è chiaro che ci vuole una sterzata, anche perché l’umore poi alla distanza finisce per risentirne e gli attaccanti sono tutti uguali, fingono di non essere tormentati da quel digiuno, ma in realtà lo confessano soltanto a se stessi ed aspettano di scoccare la traiettoria giusta, di accarezzare il pallone proprio come avrebbero voluto nelle difficoltà e di fame dò che vogliono. Naturalmente segnare.
DI LEGNO. Ma in fin dei conti è un gol che serve, un normalissimo, maledettissimo gol, utile per togliersi da dentro, da dosso, quel senso di disorientamento che impedisce di scoprire, ma improvvisamente, dove sia la porta: è sempre la stessa, non l’hanno ristretta, però a Mertens pare che abbiano tolto qualcosa. Ma no, restano 7 metri e 32 per 2 metri e 24 e c’è voluta una precisione chirurgica a prendere per venti volte il palo. Però poi imo che ha segnato 101 gol con il Napoli mica è di legno…!
Aggrappati all’Europa. È oltre confine che il Napoli vuole trovare il motivo vero per dare un senso a questa stagione. E, dunque, si punterà tutto sull’Europa League, l’unico obbiettivo rimasto a disposizione dell’ambiente napoletano. Sia chiaro, non sarà un ripiego, si tratta sempre della seconda coppa continentale che, negli ultimi anni, è stata vinta dal Siviglia (3 volte) e dal Chelsea. Il Napoli vuole esserci, sente di poter arrivare fino in fondo, alla finale di Baku: sarebbe un traguardo importante, soprattutto se dovesse vincerla. Diversamente, ci sarebbe da interrogarsi, chiedersi fino a che punto si potrà non giudicare fallimentare, o quanto meno infelice, questa stagione. Ma, questi sono discorsi che verranno affrontati al momento opportuno, adesso Carlo Ancelotti guarda soltanto al presente, alla partita di questa sera, contro lo Zurigo.
MERET CONCENTRATO L’allenatore ha confermato che ricorrerà al turnover per sfidare gli svizzeri. Il risultato dell’andata (1-3) dovrebbe essere una garanzia per il passaggio agli ottavi di finale. Ma il tecnico non vuole distrazioni, ha chierisulsto ai suoi di evitare sorprese sgradevoli. Tra i pali, rientrerà Alex Meret al quale l’allenatore aveva preferito David Ospina, contro il Torino. Un normale avvicendamento nel principio dell’alternanza che sta caratterizzando le sue scelte. Il rendimento del giovane portiere è in continuo crescendo ed i paragoni con i grandi numeri uno del passato si stanno sprecando. «Fa piacere essere accostato a Zoff, ma non devo farmi mettere pressione da queste cose, ho ancora molto da lavorare e proverò ad affrontare le partite al meglio, senza condizionamenti. Io come Donnarumma? Lui ha già 3-4 anni di serie A, tecnicamente sono consapevole delle mie qualità, devo lavorare molto ma non mi sento inferiore, poi saranno gli allenatori a decidere chi giocherà», ha detto il portiere napoletano rispondendo a una domanda sulla Nazionale.
VINCENTE L’Europa è un affare che intriga parecchio. A Carlo Ancelotti è sempre piaciuta, l’ha conquistata spesso, sia da giocatore (2 coppe Campioni, 2 Supercoppe europee, trofei a cui vanno aggiunte anche le due coppe Intercontinentali) sia da allenatore (3 Champions, 3 Supercoppe europee oltre a 2 coppe Intercontinentali). E proprio l’Europa potrebbe tendergli un mano in questa stagione, la prima napoletana, che fin qui è stata priva di sussulti: rispetto alla passata stagione è cambiato poco, e improbabile che il secondo posto di Maurizio Sarri possa essere migliorabile. Ma, a differenza dell’ex allenatore, Ancelotti non snobberà l’Europa League, l’unico obbiettivo stagionale ancora a disposizione. «Farò un po’ di turnover giocherà Chiriches dal primo minuto», ha anticipato l’allenatore. Il difensore romeno rientrerà dopo 5 mesi dall’infortunio patito al ginocchio.
TEMPO DI ESAMI L’Europa League sarà, sicuramente, un test fondamentale per capire chi potrà essere funzionale per il progetto futuro. «Sott’esame ci saremo tutti. Siamo arrivati al momento chiave della stagione, servirà più impegno per non compromettere l’Europa League. Un voto alla squadra? Direi 7, ma spero di darne uno più alto a fine stagione», ha detto l’allenatore che ha commentato le polemiche dei giorni scorsi a proposito delle frasi sessisti dette da alcuni ex calciatori. «Se mia moglie vuole, può tranquillamente parlare di calcio e di tattica. Ma, a casa sono io che non voglio parlarne, perché in famiglia mi piace staccare la spina, preferisco guardare un film insieme».
Un’altra sensazione di vuoto. Più che una sensazione un dato di fatto. Al San Paolo stasera saranno circa 20mila gli spettatori (in prevendita staccati 15 mila tagliandi), come è sempre capitato in questo 2019: in campionato contro Lazio, Sampdoria e Torino; come in Coppa Italia con il Sassuolo (picco negativo stagionale con 14.908 paganti). Il trend è consolidato, anche se la primavera potrebbe riaccendere passioni e senso di appartenenza della tifoseria azzurra, che resta fra le più calorose.
JUVE E… Proprio l’inizio di marzo segnerà con ogni probabilità l’inversione di tendenza. Perché domenica 3 in notturna al San Paolo arriverà la Juventus, Avversario con la maiuscola. Rivalità – ci si augura solo sportiva – e orgoglio dovrebbero riempire finalmente il vecchio impianto di Fuorigrotta. A seguire (il 7 o il 14 marzo, dipenderà dal sorteggio) il più che probabile ottavo di finale di Europa League, che magari potrebbe anche stuzzicare i palati fini, visto che dovrebbe trattarsi di un avversario anche di un certo lignaggio.
GARANZIA ANCELOTTI Da parte sua l’allenatore Carlo Ancelotti cerca sempre di tendere la mano ai tifosi e sulle assenze allo stadio dice serenamente: «Ognuno gestisce la propria vita come crede. Quello che posso assicurare io è che la squadra sta dando il massimo. E chi è venuto domenica a vedere la partita col Torino è rimasto soddisfatto della prestazione e dell’impegno messo dai miei ragazzi». Già e proprio i risultati potrebbero far da traino. Persino contro il Liverpool, debutto in Champions, c’erano «solo» 37mila paganti. Diventati 55mila contro il Paris Saint Germain(record stagionale con incasso di 2 milioni e 225 mila euro) e 44mila contro la Stella Rossa. Se il Napoli europeo saprà infiammare i propri tifosi è possibile che almeno in primavera il San Paolo torni ad essere una bolgia di tifo ed entusiasmo.
ORDINE PUBBLICO C’è una certa preoccupazione in città, per l’arrivo di oltre mille e duecento tifosi svizzeri. Una settimana fa a Zurigo – con le forze dell’ordine locali non proprio tempestive nella prevenzione – ci sono stati scontri anche abbastanza duri nei pressi dello stadio e di un albergo non lontano dall’impianto. Il successivo atteggiamento di entrambe le fazioni ultrà allo stadio Let- zigrund – con minacce reciproche urlate durante la gara – non promette nulla di buono oggi. Il questore Antonio De Iesu ha predisposto varie scorte per i tifosi svizzeri che dovrebbero arrivare tutti in pullman. Ma c’è preoccupazione per qualche gruppetto isolato che potrebbe subire violenze nel centro storico, come purtroppo accaduto in diverse altre occasioni.
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