Marco Giampaolo dà fiducia ai volti nuovi che stanno provando a rivitalizzare il Milan, tra quanto fatto nel finale del derby contro l’Inter e nella prima parte dell’ultima partita di campionato contro il Torino. Se le risposte avute ieri dai test fisici confermeranno la condizione di chi è sceso in campo a Torino, infatti, il tecnico del Milan confermerà la formazione che ha comunque ben figurato per oltre un’ora contro i granata, con il rientro tra i convocati del brasiliano Paquetà, assente nel turno infrasettimanale per un infortunio. Marco Giampaolo dovrebbe dunque schierare un 4-3-3 e con soprattutto confermati ai posti di manovra tre giocatori che sono la linea verde dei rossoneri: Theo Hernandez si è preso definitivamente l’esterno sinistro, con Muscacchio- Romagnoli e il ritorno di Calabria a destra; Bennacer confermato in mezzo con i compiti di regista di centrocampo con Kessie e Calhanoglu ai lati; e Leao è confermato in attacco a sinistra con Piatek e Suso.
Che la fase offensiva del Milan e il suo attacco in particolare non abbiano finora funzionato, è un dato di fatto. Lo testimoniano anche i numeri delle prime cinque giornate, con i rossoneri di Marco Giampaolo in gol solamente tre volte, due su rigore.
Secondo peggior attacco della Serie A alla pari di Verona e Sampdoria, con la sola Udinese ferma a due reti. Il Milan, come ha sottolineato ieri Giampaolo, non ha giocato bene nelle prime quattro giornate e questo «era una giustificazione per gli attaccanti, perché le occasioni non le avevamo create». A Torino, però, il Milan si è presentato spesso davanti a Salvatore Sirigu e non sempre è stato il portiere a dire di no ma molte volte sono stati proprio i giocatori rossoneri a fallire facili opportunità.
In particolare Krzysztof Piatek, a segno unicamente su rigore in questo campionato: due gol in cinque presenze contro i sei realizzati dodici mesi fa nelle prime cinque giornate con il Genoa (allora andò a segno per sette partite consecutive). Il bomber polacco è l’unico attaccante rossonero ad aver trovato la porta. Suso è a zero, così come Castillejo e i nuovi arrivati Leao e Rebic. Anche in questo caso, il Milan si trova in fondo alla classifica di questa speciale classifica, ovvero le reti realizzate dai reparti offensivi delle varie squadre. Soltanto il Verona nelle prime cinque giornate di campionato non ha mandato in gol i propri attaccanti, mentre nell’Udinese ha segnato un gol con Lasagna. A due come il Milan c’è il Parma, tutte le altre hanno fatto meglio a partire dal Napoli dove le reti sono addirittura dieci e a firmarle sono stati Mertens (tre), Insigne (tre), Llorente (due), Callejon (uno) e Lozano (uno). All’appello, qui, manca soltanto Milik.
DOPPIA CRESCITA Come detto, se fino alla gara di Torino, Marco Giampaolo aveva poco da puntare il dito contro i suoi avanti, contro i granata se non sono arrivati i tre punti la colpa è – anche – di chi la palla non l’ha buttata dentro, sia per chiudere il match sul 2-0, sia per trovare il 2-2 nel finale: «A Torino abbiamo avuto il torto di non ammazzare la partita, era quella la strada per arrivare alla vittoria – ha argomentato ieri Marco Giampaolo -. Detto ciò, non c’è un problema attaccanti e non c’è un problema Piatek. Fargli vedere un dvd di Fabio Quagliarella? No, perché l’anno scorso Krzysztof ha segnato venti e rotti gol e ognuno ha le sue caratteristiche. Senza contare che Milan e Samp sono squadre differenti, con realtà e ambizioni diverse ». Vero e non si può pensare che il Milan non tiri mai in porta contro l’Inter e che dopo le solite prime cinque giornate le conclusioni verso lo specchio siano soltanto 19, due in più del Cagliari, ultimo a 17. Bisogna fare molto di più: costruire bene come a Torino, ma concludere meglio rispetto a quanto è stato fatto finora.
TRIDENTE CONFERMATO? Visto che contro la formazione granata il Milan ha prodotto di più, ecco che Giampaolo dovrebbe dare continuità ai tre davanti, schierati già contro l’Inter. Finora fra Suso, Piatek e Leao è il giovane portoghese quello che meglio ha fatto, creando qualche grattacapo ai nerazzurri e dimostrandosi decisivo in alcuni episodi chiave contro i granata. Il feeling con Piatek sta crescendo («diciamo che un principio d’intesa c’è fra i due», l’ammissione di Marco Giampaolo), anche se questa sera il Milan dovrebbe schierarsi ancora col 4-3-3, perché questo è il sistema con cui Suso può fare la differenza. A Torino non l’ha fatta, anzi, e infatti c’è bisogno che lo spagnolo alzi il suo rendimento. Da ala nel tridente probabilmente tornerà a essere prevedibile in alcune giocate, ma quando gira Suso, gira tutto il Milan: è così da anni. Un limite? Forse, ma questo è un altro discorso…
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