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Maria Teresa Ruta shock: “rischio di morire di fame”



Intervista rilasciata al Settimanale Nuovo n° 39 del 2 Ottobre 2019 a cura di Matteo Martinasso – Dietro il sorriso, nasconde la preoccupazione. Anche Maria Teresa Ruta, vincitrice dell’ultima edizione di Pechino express — dove con Patrizia Rossetti formava la coppia detta “Le signore della Tv” – è vittima dell’ingiustizia pensioni: un problema che vede coinvolti tanti vip dello spettacolo cui nel corso delle lunghe carriere non sono stati versati i regolari contributi per le loro prestazioni professionali. «Secondo i conteggi che mi hanno fatto, tra dieci anni dovrei percepire una pensione di 275 euro al mese!», rivela Maria Teresa: «Nel corso della mia carriera sono stata sfamata dagli applausi del pubblico, che per mia fortuna continua ad amarmi; ma non vedo per quale motivo io debba morire di fame».



«Tra uomini e donne c’è differenza»

Maria Teresa, pensi che per te siano diminuite le occasioni di lavoro?

«Tra gli uomini e le donne che lavorano nel mondo dello spettacolo c’è una bella differenza. Ai primi non viene chiesto di essere belli e sexy, oltre che intelligenti, ma basta l’intelligenza: se poi sono calvi e hanno la pancia, non importa a nessuno. Noi donne invece veniamo scelte per la nostra immagine e questa è una forte limitazione che ci porta ad avere una carriera drasticamente più corta.

Le ballerine si usurano fisicamente, mentre noi conduttrici ci usuriamo perché la gente si stufa di vedere sempre le stesse facce in tivù».

Come mai percepirai una pensione così bassa, nonostante la tua lunga carriera?

«Perché, escludendo la Rai e Mediaset, che mi hanno sempre versato regolarmente i contributi, la maggior parte degli altri datori di lavoro (manager di serate, impresari teatrali e agenzie pubblicitarie) negli anni Settanta e Ottanta mi hanno dato spesso ricevute e assegni falsi. Ho dovuto incassare senza far valere le mie ragioni: altrimenti si sarebbe sparsa la voce che ero una piantagrane e oltre ai soldi avrei perso anche i lavori. Una brava persona come me pensa che gli altri siano come lei e non la possano fregare».

«Posso tirarmi su le maniche»

Sei molto preoccupata per il tuo futuro?

«Non ho alcuna paura per il domani perché se avessi problemi economici mi tirerei su le maniche e, salute permettendo, andrei anche a fare la donna di servizio. Lavorare non mi ha mai spaventato. Mio padre Giovanni mi ha insegnato che per esser felici non servono i soldi, ma la realizzazione personale. I suoi risparmi di una vita sono una garanzia per la mia pensione, perché un domani potrebbero essermi d’aiuto».

E per i tuoi due figli?

«Guenda e Gian Amedeo possono stare tranquilli perché finché c’è mamma c’è vita. Spero di essere riuscita a trasmettere loro l’insegnamento di imparare a fare le formiche, solo con se stessi però e mai con gli altri».



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