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Lady Diana svelato il nome della micidiale nemica a Palazzo “Non l’ha mai perdonata”



Tra pochi giorni ricorre l’anniversario di morte della principessa Lady Diana, La principessa del Popolo amata davvero da tante persone. Tuttavia nonostante fosse circondata da molti amici, Lady Diana aveva anche tanti nemici. Tra queste pare che ci fosse una donna che non è stata mai menzionata, ma che purtroppo è stata una vera e propria spina nel fianco per Lady Diana per tanto tempo. Come sappiamo, per diversi anni ha dovuto combattere contro i membri della famiglia reale che conosciamo bene, ma pare che ci fosse una donna che le ha dato sempre del filo da torcere e di cui forse non se ne è mai parlato. Sembra che questa donna vivesse a Palazzo con lei e le avrebbe reso davvero la vita molto difficile ed ha continuato a sparare a zero contro di lei anche dopo la sua morte.



Questa donna misteriosa sarebbe la sorella della Regina Elisabetta II ovvero la principessa Margaret, una donna che ha dato del filo da torcere un po’ a tutte le persone facenti parte della famiglia reale. Di lei non sempre se ne parla spesso, ma in tanti la descrivono come una donna piuttosto dura, schietta e che non perdona nessun tipo di scandalo o di affronto. Tra Lady Diana e la principessa Margaret pare che il rapporto non fosse così tanto idilliaco anzi piuttosto finto e forzato. Le due praticamente non si potevano sopportare a vicenda, ma davanti agli occhi degli altri dovevano fingere di avere un rapporto cordiale.

Un celebre autore britannico Craig Brown ha scritto una biografia della regina ed in questa ha citato alcuni episodi piuttosto particolari che sono stati poi successivamente rapportati da news.com. Proprio questo celebre autore avrebbe evidenziato come Margaret avesse inteso la confessione della principessa Diana, ovvero quella relativa al tradimento di Carlo nei suoi riguardi con Camilla Parker, come un vero e proprio tradimento nei confronti della Corona. La Principessa avrebbe detto: “Spiattellare i tuoi sentimenti al mondo senza preavviso.. questo è tradimento”.

Da quel momento infatti la principessa Margaret pare non abbia voluto più sapere nulla non soltanto di Lady Diana ma anche dei suoi figli William ed Harry. L’autore della biografia scrive “E ha fatto in modo ch più nessuno ne parlasse. Se vai contro Margaret sei finito… è un tipo spietato”. A dire il celebre autore Brown sembrerebbe che la principessa non abbia mai perdonato Lady Diana nemmeno dopo la sua improvvisa morte.

Andandosene, improvvisamente, il 31 agosto del 1997, Lady Diana Spencer, Principessa del Galles, lasciava un’importante dichiarazione al mondo: non tutte le favole hanno un lieto fine. Anzi, questa era la conferma di quel messaggio che aveva già sussurrato quando firmò il documento di divorzio dall’erede al trono del Regno Unito. Così abituati a immaginarci le principesse circondate da abiti ricamati di perle, carrozze e castelli di marmo, non ci eravamo resi conto di essere arrivati al XX Secolo.

Avevamo bisogno che una giovane donna sostituisse il valzer con il rock, le crinoline con il jeans, le scarpette di cristallo con le Jimmy Choo. Oltraggiosa, irrispettosa, magnifica. In un paese dove ogni cosa è tradizione, dal minuto preciso in cui sorseggiare l’earl grey, al numero di bottoni cuciti sul polso di una giacca, Diana ebbe la forza dirompente di un terremoto, una scossa rapida ma decisa, che ha cambiato – si può dire, per sempre – il percepito che i sudditi di Sua Maestà avevano nei confronti della Corona, un’entità astratta che diveniva reale più che regale, tangibile, presente. Leggendo la sua biografia, incuriosisce immaginare una ventenne appartenente a una famiglia di altissimo rango nobiliare, cresciuta tra gli agi ed educata severamente in Svizzera, impiegata come istruttrice di danza, assistente al doposcuola e addirittura babysitter.

Eppure la chiave di lettura è proprio questa. Diana era una di noi. Oltre gli stemmi araldici, oltre le Rolls Royce, oltre le visite nella villa di campagna di un ragazzo, né troppo bello, né troppo affascinante, ma che un giorno diventerà re.



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