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È rimasta mezza Lazio, dell’altra mezza sono rimaste le ombre. Record esagerato di Inzaghi, d’infortuni: «Abbiamo 10 giocatori indisponibili. Sono Wallace, Luiz Felipe, Bastos, Durmisi, Parolo, Milinkovic, Luis Alberto, Leiva, Berisha e Lukaku». Simone, ahilui, ha iniziato la conferenza stampa di ieri snocciolando i nomi degli assenti. Sono pochi gli esemplari scampati agli stop muscolari (la quasi totalità degli infortuni): «Dei 10 ho convocato solo Leiva – ha aggiunto Inzaghi – nonostante abbia una caviglia gonfia, colpa di un trauma subito giovedì, capirò all’ultimo se potrà giocare o se andrà in panchina. Non era in condizione di effettuare la rifinitura». Non ci sono congiure ambientali contro la Lazio. In quanto al record d’infortuni si pagano, assieme ad altre cause (calendario stressante e campi pesanti), i guasti di una gestione squilibrata della rosa. Inzaghi ha distillato coraggio agli uomini rimasti, è apparso sanguigno come sempre, ha intonato cori ruggenti e struggenti. Appartiene alla categoria degli stoici, di questo gli va dato atto: «Niente alibi. Gli obiettivi non cambiano, vogliamo arrivare in fondo a tutto. A Genova andrà in campo una Lazio molto competitiva, vorrà fare una grande partita contro un avversario che si rivela sempre ostico. Poi pensaremo al Siviglia».  



I motivi. Inzaghi ha difeso le scelte fatte in fase di preparazione atletica: «Ha influito la settimana dei supplementari con l’Inter, abbiamo speso tanto a livello fisico e mentale. E’ un momento così, ci siamo passati anche l’anno scorso seppure con meno giocatori, l’emergenza era difensiva, adesso riguarda tutta la squadra. La preparazione che svolgiamo con i preparatori è sempre la stessa, lavoro con gli stessi collaboratori dalle giovanili e abbiamo sempre portato a termine le stagioni con squadre che stavano bene fisicamente. Negli ultimi due anni, andando sempre avanti in Europa e in Coppa Italia, le partite da giocare sono diventate 40-50. Ripeto, andiamo avanti a testa alta, sperando di recuperare il maggior numero di giocatori nel più breve tempo possibile. A Genova ci sarà una squadra molto concentrata per fare risultato». Le risposte di Simone sui motivi dell’emergenza record sono state generiche per non dire evasive: «Dare spiegazioni su queste cose non è mai semplice, sicuramente hanno influito le tante partite ravvicinate. Tanti altri club hanno problemi come noi, capitano soprattutto a chi gioca le Coppe, cito la Juve, la Roma, la stessa Inter. Dovremo essere bravi a superare questo momento, ci aspettano partite importanti. Avanti con lo spirito giusto».  

Il mistero Badelj. Inzaghi ha invocato Badelj dopo averlo accantonato in panchina: «Badelj ha ottime possibilità di giocare, sarebbe entrato giovedì se non si fosse fatto male Bastos e se non avessi dovuto fare cambi forzati. Ha giocato a Frosinone e avrebbe rigiocato con Leiva come accaduto con l’Empoli. L’ho voluto fortemente. Sta sempre meglio, non ha fatto vacanze dopo il Mondiale, è molto utile, tornerà protagonista». Per disegnare la Lazio anti-Genoa non ci vuole troppa fantasia: «Possiamo giocare a 3 o a 4, sicuramente giocherà Patric. Correa sarà titolare. Immobile sta meglio, ma devo valutarlo. Pedro Neto ci aiuterà a gara in corso». In panchina non ci saranno difensori: «Verrà convocato solo Kalaj della Primavera». Inzaghi si troverà di fronte a Prandelli, fece parte del casting organizzato da Lotito per assegnare la panchina nel 2016: «E’ un ottimo allenatore, ha cambiato scegliendo il 4-3-3 o il 4-4-2. Ha perso Piatek, ha Kouamé e Sanabria. Attaccano bene la profondità». 

La Lazio continua a fare “strap”. La situazione è diventata imbarazzante, non è solo il destino a infierire. Luiz Felipe è di nuovo ko, è di nuovo stirato, può trattarsi di una ricaduta (coscia destra), salterà sicuramente Milan e Roma. E’ stirato anche Luis Alberto, è l’esito degli esami effettuati ieri mattina, è la diagnosi dell’infortunio subito giovedì: salterà Genoa e Milan, è a forte rischio per il derby. I suoi recuperi, è questo il guaio, sono sempre tormentati, è impossibile fare pronostici. Per Luis è stata fatale la partita col Siviglia dopo lo stop di Frosinone. Ieri si è fermato anche Durmisi, problemi ad un polpaccio da verificare e quantificare, può rientrare nella lista degli stirati. Non è partito per Genova. 

La rifinitura choc. Il disastro s’è completato ieri, in una rifinitura choc, dopo una settimana di infortuni a catena. Luiz Felipe è rifinito al tappeto durante le prove tattiche. Si è fermato all’improvviso, dopo aver calciato un pallone. Si è tolto il fratino, era rammaricato, incredulo. Si attende l’esito degli esami, si ipotizza uno stop di almeno un mese, salvo lesioni più profonde rispetto al primo grado. S’era fatto male a Napoli il 20 gennaio, era rientrato giovedì per sostituire l’infortunato Bastos al 12’ del secondo tempo. S’era allenato poco, era convalescente, ha pagato dazio. Inzaghi, preso atto dello stop del brasiliano, ha consegnato la pettorina a Patric, giocherà lui a Genova, da terzo centrale (a destra). Gli infortunati sono saliti a 10: Wallace, Luiz Felipe, Bastos, Durmisi, Parolo, Milinkovic, Luis Alberto, Leiva, Berisha e Lukaku. Il regista è un caso a parte, ha saltato la rifinitura, ieri mattina s’è presentato in clinica per effettuare accertamenti, era rabbuiato, nervoso. Leiva ha una caviglia gonfia, è stato convocato pro forma, andrà in panchina, si rivaluterà per Siviglia. E’ stato convocato per arrivare almeno a 18 uomini, cinque posti dei 23 rimarranno inoccupati. 

Le previsioni. Inzaghi ha portato Immobile a Genova, è in ballottaggio con Caicedo. C’è il dubbio se farlo giocare o no. E a Siviglia si valuteranno pro e contro, non sarebbe meglio preservarlo per l’andata col Milan prevista il 26 febbraio all’Olimpico? Per il ritorno con gli spagnoli è da valutare Milinkovic, è reduce da un problema muscolare diagnosticato dai medici come “stiramento di primo grado”. Si è curato in Serbia, è rientrato giovedì e ha ripreso a correre. Non è stato convocato per Genova, spera di essere convocato per Siviglia. A Formello, ormai, c’è la fobia degli stiramenti. Si vedono anche quando non ci sono, si ingigantiscono quando sono lievi. Inzaghi, principalmente, ha dato la colpa al calendario, allo stress psico-fisico che ha generato la partita infinita giocata in Coppa Italia contro l’Inter (terminata ai rigori), poi le gare contro Frosinone ed Empoli giocate in 72 ore. Non può essere solo colpa del calendario e delle sue combinazioni. «Dare spiegazioni non è mai semplice in questi casi…», ha detto Simone. Possono aver inciso i campi pesanti dell’inverno. Sicuramente non ha agevolato i muscoli il diluvio del 2 febbraio, il campo era allagato, la seduta si è svolta con una certa intensità, precedentemente si era giocato a San Siro, ancora prima con la Juve, correndo a perdifiato. Il recupero affrettato di alcuni giocatori, i rischi corsi, sono problemi che esistono da novembre, quando fu rischiato Leiva a Reggio Emilia e si stirò di nuovo. La gestione della rosa, lo sbilanciamento delle presenze tra titolarissimi, titolari e panchinari, è un altro fattore da considerare. La Lazio fa strap. Inzaghi non sbaglia candeggio, sbaglia minutaggio. 

Dove vedere Genoa Lazio, diretta tv e streaming

La partita che si giocherà questa sera 15 Febbraio 2019 alle ore 20:30, sarà trasmessa in esclusiva diretta streaming su Dazn, ma ovviamente sarà visibile anche su altri dispositivi. La versione integrale della partita si potrà anche guardare on demand e quindi tutti gli appassionati e tifosi potranno rivedere la gara quando vorranno. Ovviamente sarà possibile guardare il big match in televisione qualora si possiede una smart TV, scaricando l’applicazione, avendo sottoscritto un abbonamento a Mediaset Premium o a Sky Q. In questo caso però bisognerà vedere se la TV di cui si è in possesso è compatibile con il servizio Dazn. Se non siete ancora abbonati a Dazn, potrete vedere la partita in modo assolutamente gratuito, visto che il primo mese lo offre la piattaforma. Dovrete solo effettuare la registrazione ed attivare l’abbonamento per un mese gratuitamente. Poi se vi troverete bene con la visione, potrete continuare con l’abbonamento al costo di 10 euro al mese.

Rojadirecta Genoa – Lazio

ROJADIRECTA Genoa – Lazio  – Come sito di streaming gratuito uno dei più famosi è Rojadirecta. Il sito spagnolo dovrebbe presentare il link della gara poco prima dell’inizio del match. Vi ricordiamo, come sempre, di non usare questa pratica, visto che potreste incorrere in multe e sanzioni elevate.

Pur sempre perfettibile, però il Genoa che oggi Cesare Prandelli proporrà davanti ai suoi tifosi per riconquistare il Ferraris (e, al tempo stesso, l’entusiasmo della gente) molto si avvicina a quella squadra ideale che il tecnico rossoblù aveva già in testa quando ben prima dell’inizio del mercato invernale, iniziò a fare i piani del suo progetto con il presidente Enrico Preziosi e la dirigenza.

CERCHIO CHIUSO Mancavano due pedine per chiudere il cerchio, quella doppia erre argentina— Cristian Romero al centro della difesa ed Esteban Rolon in mediana —, che darà ora una fisionomia meglio definita al 4-3-3 del tecnico. Davanti a Radu, innanzitutto, dove a fianco dei due esterni bassi Biraschi e Criscito agirà oggi insieme a Zukanovic quel ragazzo prodigio di Romero, assente a Bologna per squalifica, che in quattordici partite di serie A si è conquistato un ruolo da leader in campionato ed è ormai promesso sposo della Juventus (Paratici lo ha ribadito alla Gazzetta) nella prossima stagione. Un altro dei colpacci di Preziosi, che ad appena vent’anni si è guadagnato fama ed applausi grazie al felice debutto assoluto in serie A (deciso da Juric, dopoché il difensore sino a quel momento aveva avuto solo esperienze in Primavera) il 20 ottobre scorso in casa della Juve, in quella che fu la prima gara non vinta dai campioni d’Italia in campionato. Da lì è stato un crescendo di prestazioni, con l’aggiunta di un gol segnato all’Udinese.

RISCATTO L’altro pezzo pregiato che ancora mancava per completare il mosaico prandelliano è Esteban Rolon, piedi buoni ed eccellente capacità di leggere la partita, pure lui capace di ritagliarsi un posto da protagonista a campionato abbondantemente iniziato, visto che il suo esordio risale alla sciagurata sconfitta casalinga in Coppa Italia contro l’Entella, che costò la panchina proprio al tecnico croato. Reduce da una stagione opaca nel Malaga, Oggi toccherà a lui, per far sì che il Ferraris non sia più un tabù per il Grifone. Dell’argentino è piaciuta a Prandelli soprattutto l’intensità, che unita alla grande aggressività rappresenta la grande dote del giocatore rossoblù.

CAMMINO Romero deve solo trovare il modo di incanalare nel modo giusto la sua naturale irruenza, figlia in parte dell’inesperienza e in parte pure di un certo atteggiamento che lo porta inevitabilmente a usare le maniere forti quando deve saltarsi nell’anticipo sull’avversario. Ma sono, in fondo, peccati giudicati veniali da tutti, perché con queste basi il futuro è tutto nelle sue mani. Il Genoa lo aveva bloccato esattamente un anno fa, ma va detto che la società di Preziosi lo aveva sempre tenuto d’occhio sin dalla primavera 2016, quando nel Torneo di Viareggio di quell’anno tornò a casa con il riconoscimento di miglior difensore della manifestazione, nonostante anche lì avesse mostrato qualche rudezza di troppo. Del resto, quando partecipò con l’Under 20 argentina (da capitano…) al Sudamericano di categoria, due anni fa, insieme all’interista Lautaro Martinez, per due volte finì espulso. Il tempo, comunque, è dalla sua parte, e oggi Prandelli gli chiede di sfruttare al meglio quelle doti di freddezza, lucidità, e precisione nei passaggi (sbaglia pochissimo, infatti, dicono le statistiche) di cui il Genoa ha bisogno per ritrovare in fretta punti e fiducia davanti al suo pubblico.

PARALLELO La storia (genoana) di Rolon è simile a quella del compagno. In rossoblù, Esteban, dopo il debutto con i chiavaresi in coppa Italia, ha trovato posto in squadra mettendo insieme sin qui sette presenze, tre delle quali partendo dalla panchina. Ma i numeri ci sono, eccome, e Prandelli non ha impiegato molto a intuirne le potenzialità. Del resto El Jefecito («il piccolo capo», come lo chiamavano in patria), aveva già un grande avvenire dietro le spalle. A Genova era arrivato come possibile alternativa a Sandro, ma quando giocava nell’Argentinos Juniors si scatenò su di lui un’autentica asta fra Boca, River ed i brasiliani del Gremio, anche se alla fine fu il Malaga che riuscì a strapparlo alla concorrenza. È abile nel recuperare palloni e sta crescendo bene anche in fase di impostazione. L’ideale per un Genoa che, oggi, vuole cominciare una nuova storia. In campo, e pure fuori.

L’ora della svolta. Cesare Prandelli sa che per il Genoa è arrivato il momento di spingere sull’acceleratore e di mettere a frutto il lavoro degli ultimi due mesi. Serve uno scatto deciso in avanti per dare continuità alla striscia di tre risultati consecutivi e per regalarsi un finale di stagione senza patemi. Tutto passa, insomma, da una vittoria contro la Lazio, «una squadra forte — avverte il tecnico — fra le migliori quattro del campionato». Prandelli è troppo navigato per non vedere le insidie di una gara apparentemente meno complicata per le tante defezioni fra gli avversari: «Sarà una partita molto difficile perché si parla solo di assenze della Lazio, ma anche noi ne abbiamo. C’è la volontà di fare una grande prestazione e di iniziare questo finale di stagione in maniera importante». Il tecnico rossoblù si augura che «Marassi torni ad essere quel fortino che incute paura negli avversari» e per questo si aspetta di vedere un Genoa «arrembante e coraggioso ». Nessuna voglia di parlare del passato e di quella promessa non mantenuta dal presidente Lotito: «Quel che è stato è stato. Mi piace guardare avanti senza polemiche».

Maggio 2016. A Roma fa già caldo e nella porzione biancoceleste della capitale, se possibile, la temperatura è ancora più alta. Sì, perché sono in corso le consultazioni di Claudio Lotito per trovare il nuovo allenatore della Lazio. Una pletora di candidati, colloqui interminabili, scelte che sembrano fatte e invece si tratta solo di mosse interlocutorie. Siparietti che somigliano tanto alle crisi di governo della Prima repubblica. Con Lotito «arbitro» che dà e toglie gli incarichi di formare il nuovo Governo. Una girandola che poi porterà, due mesi dopo, al punto di partenza. Alla conferma in panchina di Simone Inzaghi che aveva guidato la Lazio «ad interim» nel finale di stagione dopo l’esonero di Pioli. Ma prima di scegliere «l’allenatore fatto in casa» Lotito corteggia e quasi si accorda con tre ex c.t. di nazionali. In principio il prescelto è Jorge Sampaoli, fresco delle vittorie in Coppa America col Cile. Lotito lo incontra più volte nello stesso hotel che ospita Beppe Grillo nei suoi soggiorni romani, il che dà un ulteriore tocco politico alle consultazioni lotitiane. Sampaoli pensa di essere lui l’uomo giusto. Ma dopo un po’ di giorni trascorsi ad ammirare il Colosseo (che è lì a due passi) capisce che Lotito non si farà più vivo e torna in Argentina.

SEDOTTO E ABBANDONATO E sì perché nel frattempo il patron incontra negli uffici di Villa San Sebastiano Cesare Prandelli. Tra i due scocca la scintilla. Il presidente apprezza l’uomo e viene convinto dal suo progetto tecnico. Si salutano con una stretta di mano che vale come una firma. Ma la storia finisce lì. Lotito continua a cercare, a valutare altri candidati. E spunta la chimera Bielsa. Che da sogno che si concretizza (El Loco firma) si trasforma in incubo. Con quelle telefonate interminabili in cui Bielsa chiede a Lotito tutto e il contrario di tutto fino a quando il patron non si stanca e rompe l’accordo. E richiama Inzaghi, già in viaggio verso Salerno. Senza neanche riconsiderare l’idea Prandelli. Sedotto e abbandonato in una sera di maggio. Oggi a Marassi, quasi tre anni dopo, le loro strade tornano a incrociarsi…

Altri tre infortuni e il totale degli indisponibili va in doppia cifra. La Lazio continua a perdere pezzi e oggi a Marassi affronterà il Genoa in formazione a dir poco rimaneggiata. Una vera ecatombe quella che ha colpito la squadra di Inzaghi. Con infortuni in serie (quasi tutti di natura muscolare) che non accennano a finire. E che stanno creando una situazione di apprensione totale che, con ogni probabilità, influirà sulla decisione di rimettere in campo o meno Ciro Immobile. L’attaccante sarebbe pronto, dopo aver recuperato dall’elongazione all’adduttore rimediata a Frosinone. Inzaghi sembrava intenzionato a schierarlo dall’inizio (nella rifinitura di ieri mattina è stato provato tra i titolari), ma dopo la ricaduta di cui è stato vittima Luiz Felipe (sempre durante la rifinitura) è facile che prevalga la prudenza. Ciro andrà in panchina per entrare eventualmente solo nella ripresa.

IL BOLLETTINO Inzaghi si sforza di predicare prudenza e di restare ottimista, ma la realtà è davvero disarmante. I giocatori rimasti a Roma sono nove e un decimo (Leiva) è partito solo per fare numero (si accomoderà in panchina). Gli ultimi ad aggiungersi al già lungo elenco degli infortunati sono stati proprio il centrocampista brasiliano, Durmisi e Luiz Felipe. Leiva ha una distorsione alla caviglia, Durmisi una contusione alla gamba. Entrambi i malanni sono «ricordi» del match col Siviglia, ma venerdì, il giorno dopo la gara, sembravano problemi di poco conto. Ieri l’amara scoperta. Luiz Felipe si è invece fatto male durante la rifinitura. Era appena rientrato (col Siviglia) dallo stiramento all’adduttore rimediato a Napoli. Ha avuto una ricaduta e dovrà star fermo almeno venti giorni. La degenza sarà simile pure per Luis Alberto che si è bloccato giovedì. Si sperava che il suo fosse solo un risentimento, c’è invece una lesione. Come per Bastos (ma nel suo caso era già noto). Tempi non brevi neppure per Parolo (distorsione alla caviglia) e Berisha (noie muscolari). Fuori causa il lungodegente Lukaku, gli unici che potrebbero rientrare nel giro di una settimana, massimo dieci giorni, sono Wallace e Milinkovic.

AVANTI TUTTA Situazione che si commenta da sola. Ma questo è il passaggio decisivo della stagione e Inzaghi non vuol mettere le mani avanti: «Sì, le assenze sono tante e pesanti. Ma pure le altre squadre che hanno fatto le coppe hanno avuto tanti infortuni, penso al Milan, alla Roma e all’Inter. Dobbiamo superare questo momento, saranno partite importanti. Le assenze non devono essere un alibi, andiamo avanti con lo spirito giusto. Vogliamo andare fino in fondo in ciascuna competizione e dobbiamo cercare di ottenere il massimo a prescindere da chi giochi. Adesso pensiamo al Genoa, poi ci concentreremo sul Siviglia». Il tecnico è convinto che le alternative saranno all’altezza dei titolari. Come Badelj, per esempio: «L’ho voluto fortemente in estate, veniva dal Mondiale, non ha fatto le vacanze. Ora lo vedo sempre meglio. Può dare un contributo molto importante». Viste le tante defezioni Inzaghi potrebbe optare per la difesa a quattro. Soluzione che tuttavia l’allenatore potrebbe anche adottare a partita in corso, come già ha fatto varie volte in questa stagione.



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