Dove vedere Frosinone – Roma, diretta tv e streaming
La partita che si giocherà questa sera 23 Febbraio 2019 alle ore 20:30, sarà trasmessa in esclusiva diretta streaming su Dazn, ma ovviamente sarà visibile anche su altri dispositivi. La versione integrale della partita si potrà anche guardare on demand e quindi tutti gli appassionati e tifosi potranno rivedere la gara quando vorranno. Ovviamente sarà possibile guardare il big match in televisione qualora si possiede una smart TV, scaricando l’applicazione, avendo sottoscritto un abbonamento a Mediaset Premium o a Sky Q. In questo caso però bisognerà vedere se la TV di cui si è in possesso è compatibile con il servizio Dazn. Se non siete ancora abbonati a Dazn, potrete vedere la partita in modo assolutamente gratuito, visto che il primo mese lo offre la piattaforma. Dovrete solo effettuare la registrazione ed attivare l’abbonamento per un mese gratuitamente. Poi se vi troverete bene con la visione, potrete continuare con l’abbonamento al costo di 10 euro al mese.
Rojadirecta Frosinone – Roma
ROJADIRECTA Frosinone – Roma – Come sito di streaming gratuito uno dei più famosi è Rojadirecta. Il sito spagnolo dovrebbe presentare il link della gara poco prima dell’inizio del match. Vi ricordiamo, come sempre, di non usare questa pratica, visto che potreste incorrere in multe e sanzioni elevate.
La concentrazione del professionista. Probabilmente saranno stati scritti saggi e tesi di laurea in ambito sportivo nel sottolineare la dote che occorre a chi fa dello sport il proprio mestiere, ma poi il mondo diventa come Moby Dick, i cui colpi di coda possono portare fuori rotta. Ecco, per questo crediamo che il compito di Eusebio Di Francesco – sballottato dalle voci sul suo futuro e di quello del suo mentore, il d.s. Monchi – non sia affatto facile. Così, alla vigilia della delicata sfida contro il Frosinone – antipasto delicato dei prossimi piatti forti che saranno rappresentati dal derby e dalla sfida di ritorno di Champions contro il Porto – a chi gli parla di (presunte) mosse del consulente Franco Baldini, l’allenatore parla così dell’universo giallorosso. «È un ambiente che destabilizza e tira fuori cose che non hanno senso. A me non interessa. Il mio referente rimane sempre Monchi. Tutto il resto per me sono chiacchiere».
PROBLEMA PICCOLE Con queste premesse, la Roma deve tentare di tenere il mondo fuori, anche perché contro le piccole (o presunte tali) i risultati quest’anno non sono stati brillanti. Delle 9 partite giocate finora contro le ultime 7 in classifica i giallorossi hanno conquistato solo 14 punti sui 27 disponibili, perdendo terreno utile per entrare nella zona Champions League, che al momento vede il Milan detenere il quarto posto. «La partita più importante è la prossima, cioè quella col Frosinone – dice infatti Di Francesco – . Abbiamo dimostrato con il Bologna che a prendere in partenza sottogamba una squadra in lotta per la salvezza si rischia di fare figuracce. E l’ho imparato sia da calciatore che da allenatore».
BENZINA ARGENTINA A fargli tornare il sorriso, però, c’è il fatto che Perotti e Pastore siano pronti a lottare per la causa. L’esterno non gioca da dicembre, mentre l’ultima apparizione del fantasista è stata nella disfatta di Coppa Italia contro la Fiorentina (71). Quanto basta per andare dietro la lavagna per un po’. Ma le cose cambiano in fretta quando si sa giocare a calcio, e i due sono due veri «tangueri» del pallone. «Pastore non può essere contento di giocare pochissimo, però adesso si sta allenando veramente bene. Sono contento di come sta approcciando agli allenamenti. Si ferma spesso anche più degli altri per ritrovare condizione fisica adeguata. Si potrebbero rivedere a Frosinone. Perotti sta molto meglio, si è alleato con maggiore continuità e potrebbe essere della partita ». La decodifica può essere questa: quest’ultimo titolare e Pastore dentro a gara in corso.
DZEKO E DE ROSSI Insomma, nel corso dei 90 minuti sembra esserci voglia di «senatori» in campo, tant’è che Di Francesco ufficializza anche l’impiego di De Rossi, che potrebbe giocare in tandem con Nzonzi nel ritorno del 4231. «Daniele giocherà dall’inizio», ufficializza il tecnico che, lancia anche Dzeko, nonostante l’ultimo contatto con l’arbitro Manganiello, proprio a Firenze, si sia concluso con l’espulsione del bosniaco. «Il calcio è fatto anche di litigi, cose che non vanno bene e giornate storte – spiega Di Francesco –. Credo fossimo tutti nervosi, compreso Edin. Mi auguro che si risolva tutto al meglio e che possa tornare a sbloccarsi, perché per noi è importante vincere».
TUTELA ZANIOLO I titoli di coda li lasciamo a Zaniolo su cui, pur partendo stasera dalla panchina, l’allenatore si esprime così in relazione alle diverse ammonizioni ricevute: «Se parlassi per difenderlo, gli creerei degli alibi. Sicuramente in alcune partite non è stato tutelato. È un giocatore che ha impeto, ci sta che prenda qualche ammonizione. Certo, il fatto che gli abbiano fischiato pochi falli a favore è vero, andrebbe un pochino più tutelato». D’altronde i processi di crescita passano anche da qui. Ma questo, forse, non vale solo per Zaniolo, ma anche per la stessa Roma. Che anche stasera cerca se stessa.
Ebbene sì, anche l’(ennesimo) uomo nuovo del calcio italiano ha i suoi difetti. E che difetti. «Di notte non riesce a stare fermo», racconta Davide Bettella, difensore centrale oggi al Pescara e fino a giugno suo compagno di squadra e di camera nell’Inter Primavera che ha vinto lo scudetto. «Si alza tre, quattro volte per andare nel bagno a fare la pipì.Emica scende dal letto in silenzio e lascia la stanza al buio, no. Accende la luce, tira l’acqua. Insomma, ti sveglia ogni volta». Chissà se gli è passata, oggi che, a dispetto dei suoi 19 anni, Nicolò Zaniolo è diventato adulto, anche e soprattutto dal punto di vista calcistico. Perché il giovanotto figlio d’arte (il padre Igor è stato centravanti) ha messo d’accordo tutti: non è soltanto centrocampista moderno, completo, uno e trino (tecnica, fisico e velocità al servizio dell’estro), candidato ideale a collante dei reparti della Nazionale e delle aspirazioni nazionali. È pure er mejo fico der bigonzo, per dirla alla romana, in ossequio alla città in cui la sua classe riluce: centonovanta centimetri per quasi ottanta chili, una faccia da schiaffi da far venire i lucciconi alle mamme e brividi diffusi alle figlie. Bello e possibile, la sua parabola ascendente procede a velocità doppia, rassicurando i comuni mortali su una grande verità: la vita, che per la maggior parte di noi è solo una storia da scorrere dignitosamente, per uno come lui scivola via come una favola. Mezz’ala livello Non può essere altrimenti nel caso di Zaniolo, che Eusebio Di Francesco ha schierato per la prima volta nella Roma, e da titolare, il 19 settembre, nientemeno che in Champions League e nientemeno che contro il Real Madrid al Bernabeu; mentre Roberto Mancini, c.t. della Nazionale, lo ha addirittura convocato quando ancora non aveva mai messo piede in campo.Mezzala per caratteristiche, trequartista per vocazione, esterno per volontà (del suo allenatore) ha il pregio dei grandi: giocare bene dovunque lo si schieri. «È uno dei suoi punti di forza», spiega Stefano Vecchi, allenatore della Primavera interista scudettata.«Ma, detto che è un giocatore moderno anche per questa sua duttilità, a mio giudizio può diventare una mezzala di livello internazionale. È quello che in Inghilterra si chiama un centrocampista box to box, capace cioè di essere incisivo da un’area di rigore all’altra. Può fare il trequartista, ma con caratteristiche più da centrocampista che da fantasista .Può anche fare l’esterno proprio perché non si fa problemi nel cambiare ruolo».
La tensione squarcia il cielo sereno, questa avvisaglia di primavera che è arrivata come regalo anticipato a tutti i romani. Dentro il fortino di Trigoria però la luce solare è filtrata dalle tende, il calore si percepisce appena; c’è molto altro a surriscaldare la sala stampa alla vigilia della partita con il Frosinone. Eusebio Di Francesco è contrariato, per non dire incavolato nero, dopo aver letto e sentito di un possibile ribaltone in panchina con l’investitura di Maurizio Sarri dalla prossima stagione. Sarri stesso ha smentito – in maniera un po’ colorita -di aver incontrato negli ultimi mesi Franco Baldini e di aver mai parlato di un futuro alla Roma. Ma che le indiscrezioni coinvolgano un consulente di stanza a Londra e non un dirigente inserito nell’organigramma dà l’idea di un clima di incertezza generale che a Trigoria in molti soffrono. Di Francesco ribadisce il suo pensiero: «Il mio referente è Monchi, come ho già chiarito. Tutto il resto sono solo chiacchiere. Io penso al Frosinone, non ad altre questioni. Dovremmo discutere di calcio, invece nel nostro ambiente si tende a destabilizzare tirando fuori storie senza senso. E’ più comodo».
RETROPENSIERO.
Di Francesco si sente in linea con gli obiettivi che gli aveva indicato la società, alias Monchi. Se dovesse centrare il quarto posto, che dista solo un punto, avrebbe completato il lavoro a prescindere dall’esito degli ottavi di finale di Champions: avendo passato il girone, ha già ottenuto il traguardo richiesto.
LA PARTITA. Spostandosi sul campo, Di Francesco annuncia la presenza di De Rossi ed esce con una battuta dal dubbio sul modulo. Sarà 4-3-3 o 4-2-3-1? «Giocherò con il 3-5-2 per mettermi a specchio con il Frosinone». Ma è solo una battuta, certificata da un sorriso un po’ forzato e dall’occhiolino all’interlocutore. Ci sarà qualche cambio di formazione, anche orientato dal pericolo diffidati: «Alcuni giocheranno, altri no. Dobbiamo capire tutti che la partita più importante è quella che viene». Il pensiero in vista del derby è dunque condizionato da valutazioni fisiche: «Zanio-lo potrebbe riposare stavolta». E’ uno dei quattro a rischio squalifica, forse il più irruento: «Non voglio difenderlo perché gli creerei degli alibi. Lui deve evitare di andare sempre a terra. E ci sta di prendere qualche giallo. Ma a volte gli arbitri dovrebbero fischiargli qualche fallo in più a favore». Avrebbe fatto comodo il rientro di Ùnder per dare flato agli esterni: «Ma non è ancora pronto. Non lo portiamo con noi. Sulle fasce sono in corsa per giocare Perotti, E1 Sha-arawy e Kluivert».
SPERANZA. Ora Di Francesco si aspetta tanto da Dzeko, che non ha mai segnato al Frosinone, nella notte in cui ritrova l’arbitro che lo ha espulso a Firenze: «Mi auguro che Edin faccia gol perché ci serve per vincere. Senza pensare a Firenze, dove eravamo tutti un po’ nervosi. Capitano i litigi e le giornate storte». Tipo Roma-Bologna, una vittoria molto fortunosa: «Di sicuro ci vorrà un approccio differente a Prosinone. Sarà un’altra partita, con altri giocatori e altre caratteristiche. Loro hanno giocato bene con la Lazio e hanno vinto a Genova con la Sampdoria. Se non li affronteremo con la testa giusta rischieremo un’altra figuraccia».
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