Flavio Insinna al centro dell’attenzione mediatica. Il conduttore e attore di casa Rai sarebbe pronto per dire addio a L’eredità e alla televisione? La notizia ha subito lasciato tutti senza parole. Da cosa è stato dettato un cambio così repentino nella carriera dell’artista?
Flavio Insinna torna da Don Matteo?
Nel corso di queste settimane è stata anche diffusa la notizia relativa all’inizio riprese sul set di Don Matteo. In occasione dell’ultima stagione della fortunata serie televisiva, vedremo tornare nelle vesti del Capitano Giulio l’attore Simone Montedoro, nonché vedovo del maresciallo Cecchini e il tutto non finisce qui. Uno dei ritorni più attesi riguarda quello di Flavio Insinna che è stato il primo Capitano che ha conquistato il pubblico italiano nella fiction. I panni di Flavio Anceschi hanno permesso all’attore di fare il tanto desiderato salto di qualità tanto desiderato ma, adesso che tutti si preparano a dire addio a Don Matteo, ecco che Flavio Insinna decide di tornare sul set nel ruolo che con cui è stato conosciuto e apprezzato dal pubblico?
Flavio Insinna dice addio a L’Eredità
A breve tante cose potrebbero cambiare nella carriera dell’attore italiano. Flavio Insinna, dopo la scomparsa di Fabrizio Frizzi, ha deciso di mettersi in gioco nel quiz show de L’Eredità prendendo così il suo posto. Si tratta quasi di un atto dovuto nei confronti di un amico, quasi come se gli fosse stato chiesto si prendersi cura di un qualcosa che sarebbe stato suo in eterno.
Ad ogni modo, proprio come abbiamo appena spiegato, i programma nella carriera di Flavio Insinna a breve potrebbero cambiare. L’attore sarebbe pronto a dire addio a L’Eredità e molto presto anche al mondo della televisione? Il dubbio è stato innescato da alcune dichiarazioni che Flavio Insinna ha rilasciato al settimanale Nuovo: “La mia carriera non andrà avanti fino a 80 anni. Non sono certo Pippo Baudo“.
“Mi piace il quotidiano”
Cosa succederà da qui in avanti nella carriera di Flavio Insinna sembra essere un vero e proprio mistero anche se una cosa certa in questo contesto c’è: l’artista non condurrà mai uno show televisivo serale. Ebbene sì, Flavio Insinna a quanto pare non desidera la conduzione di uno show in prima serata, tanto da cedere il passo ad altri. Non a caso, l’attore continua conclude la sua intervista: “No, quella è per Carlo Conti e Milly Carlucci. Io sono un uomo televisivo da resistenza, mi piace il quotidiano“.
L’impegno paga. Sempre. Ecco perché Flavio Insinna è stato confermato per il secondo anno consecutivo alla guida de L’eredità. Dal 23 settembre il conduttore torna, infatti, al timone del quiz preserale di Raffino. «È stata una stagione intensa, si è conclusa con successo e il merito è tutto del pubblico, che ha avuto la pazienza di seguirmi. Ma, soprattutto, di Fabrizio Frizzi: lui è sempre presente in studio e sono sicuro che, in qualche modo, mi abbia protetto e seguito anche da lassù», confida il conduttore durante la presentazione dei palinsesti Rai.
Flavio, il pubblico ti apprezza, ma tu stesso sostieni che quella appena passata a L’eredità non sia stata una stagione televisiva facile. «È stata la più complicata della storia dell’umanità. Ho raccolto un’eredità – perdonate il gioco di parole – che mai avrei voluto. E al pubblico, che da sempre ha amato e amerà Fabrizio, abbiamo chiesto uno sforzo sentimentale. Non lo nego, all’inizio è stata dura, non è facile ritrovarsi nel camerino di un amico e collega che se n’è andato all’improvviso, come lui. Ma poi, altrettanto all’improvviso, si è acceso tutto, grazie al sorriso di chi mi aveva preceduto e che è sempre impresso nella mia mente. Lo sento vicino e mi ha dato la forza di affrontare questa sfida».
Sei già al lavoro per la prossima stagione? «Sì, e quella che ci aspetta sarà ancora più difficile. Perché se è vero che abbiamo vinto lo scudetto per gli ascolti, in autunno dovremo ripetere il miracolo».
Quanto conta, per te, lo share? Controlli gli ascolti il giorno dopo? Se non li controllassi io, me li direbbero gli altri. Lo share esiste e, negli anni, mettendo i capelli bianchi, si impara ad affrontare le cose dandosi le priorità. In sintesi: l’obiettivo del quiz preserale di Raiuno è quello di proteggere il Tgl, il diamante del palinsesto dell’informazione. Per questo io controllo tutti i dati, fin dal mattino: perché se ognuno di quei programmi ha successo, trascina con sé anche quelli successivi».
Hai condotto da poco Una voce per Padre Pio: qual è il tuo rapporto con la fede? «Esiste, anche se sono convinto che si possa fare il bene al di là del santino che si porta in tasca. Il Papa ha detto: “Se venite in chiesa e poi non fate il bene, non venite”. Ecco, se qualche volta ho dimenticato di andare a messa, non ho mai dimenticato di andare a dare una mano alla mensa
dei poveri. Mio padre era mediamente ateo, ma comprava le medicine per i meno abbienti del quartiere».
Tornerai anche a condurre Prodigi, la serata di Raiuno dedicata all’Unicef.
«Sempre per quel famoso discorso di non dimenticare mai chi ha bisogno». «Prima serata? Meglio il quotidiano» Non ti manca la conduzione di un programma in prima serata?
«No, quella è per Carlo Conti e Milly Cariucci. Non lo dico per finta modestia: io sono un uomo televisivo da resistenza, mi piace il quotidiano».
Più di una volta hai detto che, prima o poi, cambierai vita. «La mia carriera non andrà avanti fino a 80 anni. Non sono certo Pippo Baudo! Pippo è l’uomo che ha inventato la Tv. Io, invece, come altri, sono un centrocampista fortunato, un soldato di livello».
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