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Estrazioni Superenalotto e Lotto Giovedi14 Marzo 2019: i numeri vincenti



Ed eccoci giunti ad una nuova estrazione di Lotto e SuperEnalotto oggi giovedì 14 marzo 2019. Il jackpot del Superenalotto ha raggiunto quota 119,4 milioni di euro. Torna oggi così l’atteso appuntamento con le lotterie più amate dagli italiani. A partire dalle ore 20:00 saranno pubblicati sui principali portali, i numeri vincenti del Lotto SuperEnalotto e 10eLOTTO. Per sapere se avete vinto potete controllare tranquillamente le vostre giocate confrontandole con le combinazioni estratte questa sera alle ore 20:00. Sicuramente l’estrazione di oggi del SuperEnalotto è tra le più attese, visto che in palio c’è un Jackpot da capogiro che ammonta a 119,40 milioni di euro e che si conferma ad oggi il premio più alto in Europa e tra i più elevati della storia del gioco. Da una parte in molti sono alla ricerca della Sistina fortunata e tanti altri sperano di poter anche semplicemente vincere qualcosa con le estrazioni del Lotto e 10eLOTTO.



Superenalotto, ultima estrazione

In attesa di quella che è la sestina milionaria che sarà estratta questa sera, sono stati ben 8 i giocatori che nell’ultima estrazione di martedì 12 marzo hanno centrato il 5, ognuno dei quali pare abbia vinto un importo pari a 24.889,66 euro. Inoltre, sono stati quattro i vincitori di 4Stella, vincendo un premio di importo pari a 33.625 euro. Nel corso del 2019, manca ancora il jackpot ma all’inizio dell’anno soltanto con le vincite di seconda categoria più ricche, i giocatori sono stati premiati con 3 milioni di euro. È stato invece centrato il premio di prima categoria e questo risale al 23 giugno del 2018 con 51,3 milioni distribuiti in tutta Italia, grazie ad un sistema di 45 quote. Invece di SuperEnalotto negli ultimi giorni sembra che sia stato risolto un mistero circa un vincitore che avrebbe vinto una cifra che ammonta a €70000 e che rischiava di perdere il premio con l’avvicinarsi della scadenza. L’operaio si sarebbe presentato per riscuotere la vincita risolvendo con chi questo mistero e soprattutto in tempo visto che superati i 2 giorni si sarebbe persa l’intera somma di denaro.

Lotto, ultima estrazione

L‘ultima estrazione del Lotto, ovvero quella avvenuta lo scorso 12 marzo ha decretato un vincitore a Rocca Priora in provincia di Roma, dove Pare che siano stati uniti oltre €50.000 con una giocata complessiva di 4,50 euro con i numeri 5 44 55 66 89 sulla ruota di Bari. Il fortunato sembra che abbia centrato sei ambi, quattro Terni e con una quaterna, portandosi a casa una cifra davvero importante. A San Bassano invece sono stati vinti circa €27.000 mentre sempre nella giornata di martedì 12 marzo ci sono vinti €23.750 a Ladispoli in provincia di Roma e a Ferentino in provincia di Frosinone, si è registrata una vincita di €15.875. Nella capitale è stato realizzato invece un ambo secco con 31-34 e sulla ruota di Roma ed il fortunato ha vinto €15.325. Ma non finisce qui, visto che in provincia di Frosinone e più nello specifico a Torrita, si è festeggiata una vincita di oltre €14.000.

10eLotto, ultima estrazione

Tanti premi si sono uniti anche con il 10elotto nell’ultima estrazione e nello specifico un Dieci oro da 2,7 milioni di euro si è centrato a Ceglie Messapica nell’ultimo concorso del 10eLOTTO ed una giocata da circa €2. E’ questa sicuramente la seconda vincita più alta del 2019, dopo quella realizzata a Marcianise da 5,4 milioni e centrata lo scorso 14 febbraio. Anche in Sicilia si è festeggiato con un 9 da €100.000 a Palermo ed ancora un 9 oro da €50000 centrato a Roma.

Estrazione Lotto, superenalotto e 10eLotto

Ricordiamo che l’estrazione del Lotto avviene circa tre volte a settimana,ovvero il martedì giovedì e sabato e come orario questo oscilla tra le ore 20:00 e le ore 20:30. Le vincite vengono accertate tutti i giorni di qualsiasi orario con un’eccezione ovvero nei giorni di estrazione per permettere il corretto svolgimento. Il gioco chiude intorno alle 19:30 e poi riapre un’ora dopo la fine delle estrazioni e dunque all’incirca alle ore 21:30.

Estrazione Lotto 14 Marzo 2019

BARI 49 4 33 24 44
CAGLIARI 61 82 56 74 60
FIRENZE 31 72 85 63 56
GENOVA 56 30 85 70 66
MILANO 48 90 19 7 28
NAPOLI 17 62 45 7 3
PALERMO 85 29 25 1 80
ROMA 9 57 29 65 27
TORINO 5 78 37 74 53
VENEZIA 90 78 28 29 61
NAZIONALE 73 11 82 89 18

Estrazione Superenalotto 14 Marzo 2019

Numeri Vincenti: 27 28 42 63 78 86
Numero Jolly: 70
Numero SuperStar: 33

10eLotto 14 Marzo 2019

Numeri estratti: 4 5 9 17 19 29 30 31 33 48 49 56 57 61 62 72 78 82 85 90
Numero Oro: 49
Doppio Oro: 49 4

Michela Rossetti “Cosa c’è di peggio di un ‘gioco pericoloso’? Un gioco che si presenta come innocuo, positivo, perfino tranquillizzante, e poi non lo è. Di fronte al quale si abbassano le difese”: così Daniela Capitanucci, psicologa e psicoterapeuta, nonché presidente

dell’associazione And (Azzardo e nuove dipendenze), ci spiega i pericoli di Win for life, il fenomeno del momento che dietro tanto successo ha ottimi meccanismi di marketing, geniali -non c’è che dire – per chi lo ha ideato, meno per chi partecipa dall’altra parte del gioco. L’ultimo prodotto di casa Sisal ha esordito martedì scorso, ma è già un successo. Dimostrabile con i quasi 4 milioni di euro incassati solo il primo giorno, e i “patiti” già ampiamente riconoscibili nei bar e nelle ricevitorie dedicate.

Ha tutti i numeri per essere un gioco ad alto rischio

D’altronde, Win for life si presenta bene: con un montepremi di 4 milioni di euro per vent’anni, e il 23% di giocate distribuite per la ricostruzione in Abruzzo, sembra di assistere alla nascita di un concorso a premi finalmente “buono”, non solo per l’aiuto ai terremotati, ma perché addirittura ci toglie l’imbarazzo di gestire dall’oggi al domani una grande somma di denaro, premurandosi di evitarci perfino di ‘dilapidare’ il patrimonio neo-acquisito in pochi giorni.

“Non esistono giochi d’azzardo ‘buoni’”, ci contraddice non senza ironia la dottoressa, “ma solo giochi d’azzardo più o meno ‘pesanti’, proprio come le droghe, e Win for life ha tutte le caratteristiche per essere catalogato tra le più pericolose”.

Estrazione oraria e feedback immediato: ecco come si crea dipendenza

“Prima di tutto – continua la psicologa – c’è il meccanismo dell’estrazione oraria. Ripetitività e feedback immediato creano dipendenza e favoriscono un atteggiamento compulsivo al gioco. Se posso sapere ogni ora se ho vinto o perso, sono portato a ‘riprovarci’ subito. Perfino se ho vinto una somma più bassa del montepremi, perché scatta il desiderio di ‘reinvestire’ la cifra istantaneamente. È un meccanismo tra i più ‘subdoli’”. La dottoressa Capitanucci ci spiega che – oltre ai due fattori appena descritti – ci sono precisi indicatori per determinare il rischio di dipendenza di un gioco d’azzardo, come la facilità di comprensione delle regole e l’accessibilità al gioco. “Win for life ha tutte le caratteristiche di cui parlo. Il meccanismo dei 10 numeri più uno lo capisce anche un bambino, e si può giocare ovunque: bar, tabaccherie, e ogni altro punto vendita autorizzato”.

La Sisal chiarisce che ci sono oltre 28 mila luoghi accessibili. “Appunto”.

Lo stupore di Ennio Peres: “Ogni ora? Pensavo di aver letto male”

L’estrazione oraria ha stupito perfino il matematico ed enigmista Ennio Peres, che per sé ha inventato la definizione di ‘giocologo’: “Quando ho letto che la combinazione vincente veniva comunicata ogni ora dalle 8 di mattina fino alle 20 di sera credevo – onestamente – di essermi sbagliato. All’inizio c’era il Lotto solo il sabato, poi Lotto e Superenalotto sono arrivati a 3 estrazioni ogni settimana. Adesso c’è un concorso a cui si può partecipare ogni ora, sette giorni su sette. Lo trovo incredibile, un meccanismo altamente pericoloso”.

Soldi all’Abruzzo: ma non si doveva ricostruire senza tasse?

Peres non ci sta neanche sulla “bontà” della destinazione dei soldi: “Il 23% delle giocate destinate all’Abruzzo? Ma Berlusconi non aveva detto che avrebbe ricostruito l’Aquila senza aggiungere alcuna nuova tassa sui cittadini? E Win for life cos’è?”.

La risposta arriva subito: “Un’ottima tassa ‘mascherata’, non c’è che dire. Le lotterie furono inventate dagli imperatori romani che avevano bisogno di liquidità e non potevano tassare ulteriormente i cittadini. Quindi hanno inventato un intelligentissimo modo per “spremerli” senza che questi ne fossero consapevoli”.

“Lo ha fatto anche Veltroni – continua Peres – quando nel ’96 aveva la delega per i Beni culturali: una parte dei ricavi del Lotto fu destinata alla salvaguardia delle opere d’arte. Ma questo che significa? Che lo Stato non ‘ce la fa’ da solo. Che non riesce a fronteggiare – con le su forze -un’emergenza, come invece dovrebbe”.

La grande suggestione: stabilità e sicurezza in piena crisi

Win for life non solo ha avuto la capacità di aver individuato tutta una serie di caratteristiche che ne fanno un prodotto di grande attrattiva, ma ha anche centrato la grande suggestione del momento: “Chi è che oggi non desidera 4 mila euro al mese per vent’anni?”, si chiede Daniela Capitanucci, la psicologa dell’associazione Azzardo e nuove dipendenze. “Non è solo una ‘busta paga’ molto alta, considerando uno stipendio medio oggi in Italia, ma è soprattutto una ‘rendita ventennale’, che in piena crisi economica significa stabilità, tranquillità per il futuro”.

Win for life ha allargato il target dei giocatori anche ai precari

L’esperta ci spiega che ormai il gioco d’azzardo è da considerarsi una vera e propria forma di consumo, indirizzato sempre a un target ben determinato: “Le scommesse sportive, ad esempio, sono pensate per giovani uomini, sotto i 40 anni; il bingo alle famiglie, pensionati, alle casalinghe”.

E Win for life? “In piena crisi, una rendita ventennale con un meccanismo di gioco così semplice a chi è indirizzato? I precari, sicuramente; poi i cassaintegrati; i pensionati che non ce la fanno con la sola pensione; ma anche tutti coloro che vogliono – magari – guadagnare semplicemente di più. In altre parole: tutti. O meglio: tutta quella fascia di mercato che non si era mai – prima di qualche giorno fa – avvicinata in modo preponderante al gioco”.

L’Italia una Repubblica fondata sul lavoro o sul gioco?

La presidente dell’associazione Azzardo e nuove dipendenze non nasconde la sua preoccupazione: “C’è da chiedersi se l’Italia non sia una Repubblica fondata sul lavoro – come dice l’articolo 1 della Costituzione – o piuttosto sul gioco d’azzardo”.

Il giocatore che non paga la puntata al “10 e Lotto” e vince, commette truffa ai danni dello Stato?

Il fatto oggetto della pronuncia. Il Tribunale di Livorno condanna i gestori di una ricevitoria del Lotto per il reato di truffa ai danni dello Stato per aver vinto ingenti somme al “10 e Lotto” giocando allo scoperto, ossia senza pagare le puntate. In pratica facevano sistematicamente risultare nell’apposito apparecchio elettronico puntate molto alte senza sborsare materialmente la somma corrispondente alla giocata. In questo modo, viene loro contestato, ottenevano abnormi possibilità di vincere senza però sostenere le relative spese. Inoltre, in caso di estrazione vincente potevano pagare a Lottomatica la somma della giocata; se invece non vincevano si trovavano effettivamente esposti per la differenza che tentavano di ripianare sfruttando le numerose estrazioni giornaliere previste dal gioco. Va subito precisato che nelle specie nessuna contestazione viene mossa in ordine alla regolarità delle estrazioni: “ai militari non era risultata alcuna vincita irregolare”; la truffa si risolveva unicamente nell’effettuare un numero spropositato di puntate senza il corrispondente esborso economico.

Le (sintetiche) motivazioni offerte dal Tribunale e la delimitazione del campo di indagine. Mentre ad avviso dei difensori i fatti come sopra descritti non costituiscono reato, potendo al più dar luogo ad un mero inadempimento civilistico allorquando la ricevitoria non fosse stata in grado di coprire con le vincite i soldi delle puntate, il Tribunale al contrario ravvisa tutti gli elementi del delitto di truffa previsto dall’art. 640 c. 1 e c. 2 c.p.

Ritiene, infatti, che l’artificio sia rappresentato dalla registrazione virtuale dell’avvenuta giocata, in realtà scoperta. L’artificio avrebbe poi indotto in errore Lottomatica, quale società concessionaria dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sulla regolare stipulazione del contratto di gioco, così da indurre l’Amministrazione pubblica a compiere l’atto di disposizione patrimoniale coincidente con il pagamento del premio e dell’aggio spettante alla ricevitoria. Quanto ai requisiti dell’ingiustizia del profitto e del corrispondente danno ingiusto patito dalla persona offesa, secondo il Collegio non si vede come sia possibile dubitare che il pagamento della vincita così ottenuta e dell’aggio siano contra ius. Nulla quaestio infine sulla sussistenza dell’aggravante contestata, avendo gli imputati agito a danno dell’Erario seppur truffando il concessionario del gioco Lottomatica

. Orbene, la conclusione secondo cui il gioco allo scoperto nelle lotterie ben può integrare il delitto di truffa ex art. 640 c.p. merita di essere vagliata sotto il triplice profilo: del nesso causale tra la condotta e gli eventi della fattispecie; dell’ingiustizia del profitto rispetto all’ingiustizia della condotta; dell’aumento delle probabilità di vittoria rispetto a quelle che si hanno nel gioco regolare e della sua eventuale rilevanza ai fini del delitto di truffa. Va però premesso che l’analisi concernerà esclusivamente il pagamento delle vincite da parte dello Stato e non terrà conto delle somme pagate a titolo di aggio alla ricevitoria, sebbene la sentenza riguardi anche queste. Non se ne terrà conto perché la questione non pone particolari elementi di interesse ai nostri fini, ma concerne unicamente il piano fattuale e trova soluzione nella complessa procedura prevista dalla normativa di settore che riconosce alle ricevitorie una somma (l’aggio appunto) su ogni giocata registrata.

Il presunto nesso causale tra la registrazione “scoperta” della puntata ed il pagamento del premio. Quanto al primo dei tre profili sopra indicati, il giudice labronico afferma che, per effetto della registrazione nel sistema meccanizzato della scrittura contabile rappresentativa del materiale versamento della posta in realtà non avvenuto, si determina “l’induzione in errore del concessionario Lottomatica, e per esso AMS, in ordine alla regolare conclusione della transazione (sotto il profilo civilistico: la stipulazione del contratto, reale, di gioco, quale previsto dalla normativa), cui consegue il rilascio, con procedura automatizzata dello scontrino concernente la giocata”. Al rilascio degli scontrini segue un complesso  iter di verifiche, riscontri e validazioni in esito al quale Lottomatica liquida gli importi delle vincite.

In altre parole, secondo il Tribunale, la registrazione “scoperta” della giocata costituirebbe il primo anello della catena causale che, attraverso l’induzione in errore sull’esistenza della giocata, porterebbe lo Stato a considerare valida la puntata e quindi a liquidare un ingiusto premio in caso di vittoria. A questa sorta di “automatismo causale” verrebbe prima di tutto da obiettare che, come autorevolmente notato , il processo eziologico tipicizzato dall’art. 640 c.p., pur essendo unitario nella valutazione globale del fatto di truffa, presuppone l’accertamento del nesso causale in riferimento ad ogni evento tipico della norma: la condotta deve provocare nel suo destinatario un errore, l’errore deve tradursi in un atto di disposizione patrimoniale da parte del soggetto passivo (requisito tacito della truffa), ed è a tale atto che va ricollegato il verificarsi del danno e del profitto ingiusto. Occorre allora soffermarsi sul secondo anello della catena, ossia sul rapporto tra l’errore ingenerato in Lottomatica e l’atto di disposizione concernente il pagamento della vincita.

A tal proposito è centrale la considerazione che nella truffa il reo non viene punito per il solo fatto di aver provocato un danno patrimoniale con conseguente ingiusto profitto, ma viene punito per aver conseguito un tale scopo inducendo altri in errore ed aver ottenuto che la vittima, grazie allo stato di errore, “si sia danneggiata da sé”. Per questo la dottrina pacificamente ritiene necessario che l’atto dispositivo debba essere determinato dall’errore4 . Per dirla in altri termini: per ritenere sussistente la truffa non basta che il destinatario dell’inganno abbia compiuto l’atto di spoliazione patrimoniale, ma è parimenti necessario che l’atto in questione sia coerente rispetto all’errore che lo ha motivato, cioè sia strettamente conseguente al tipo di rappresentazione della realtà indotta falsamente dall’agente . Riportando queste riflessioni al caso oggetto della sentenza ci si accorge subito che il Tribunale ha trascurato un elemento essenziale. E cioè che anche nel gioco allo scoperto il pagamento del premio non dipende causalmente dallo stato di errore cagionato dagli artifici e raggiri in concreto posti in essere, ma dipende solo ed esclusivamente dall’estrazione dei numeri il cui procedimento, come riconosce anche il Tribunale, non è stato in alcun modo alterato dagli imputati.

In altre parole: il fatto che il reo si procacci fraudolentemente la possibilità di partecipare alla lotteria non si pone certo in rapporto causale con il risultato finale dell’estrazione, sempreché quest’ultima avvenga regolarmente. Sia consentito un esempio tratto dall’esperienza comune. Si pensi al tabaccaio che “fa credito” allo scommettitore abituale momentaneamente sprovvisto di soldi, registrando in cassa la solita ingente puntata sul campionato di calcio: ebbene, se al termine della giornata calcistica i risultati delle partite coincidessero con quelli giocati nella schedina “virtuale”, si potrebbe forse considerare sussistente il delitto di truffa a carico dello scommettitore solo perché ha giocato allo scoperto? D’altra parte anche la giurisprudenza della Corte di Cassazione sembra in linea con queste considerazioni, avendo affermato che per aversi truffa nel settore delle lotterie e dei giochi è sempre necessario che gli artifizi e i raggiri posti in essere siano idonei ad alterare l’alea del risultato del gioco e a far conseguire, a sé o ad altri, un profitto ingiusto corrispondente all’entità della prestazione che il concessionario deve erogare non più in conseguenza di un evento casuale e incerto, ma in quanto derivante da una vincita truccata.



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