L’amore è una cosa semplice, soprattutto quando arriva il divorzio. Una donna nella città di Rosario ha denunciato i gestori di un hotel, affermando che questi fossero la causa principale del suo divorzio per non aver violato la sua privacy.
Estensione sulla carta di credito fatate
Secondo quanto reso noto da Il Messaggero alla basa di tutto vi è un tradimento che la donna ha riservato al marito. Il personale dell’hotel avrebbero avvisato il padre della donna, dopo che questa aveva fatto un’estensione suola carta di credito effettuando dei pagamenti offerti dalla struttura.
Servizi di cui usufruiva insieme al suo amante, durante i loro incontro segreti. Quanto detto è costato caro alla povera mal capitata che ha visto messi su piazza i suoi incontro focosi con un uomo che, comunque sia, non era suo marito.
Violazione della privacy
Il padre della donna, ignaro degli incontri hard che questo avesse con l’amante… ha deciso di presentare l’estratto conto al marito, lamentando le abitudini costose della figlia, fermamente convinto che il marito fosse suo complice in tutto ciò. La reazione del marito è stata esemplare e così è emerso che la donna intratteneva una relazione con l’amante, in un albergo di Rosario e non solo. La coppia, inoltre, non aveva badato a spese per il loro momento di piacere e la donna, adesso, ha visto finire il suo matrimonio per una colazione alla privacy. Poteva essere una relazione extra coniugale perfetta, ma la colazione della privacy ha rovinato tutto.
Donna denuncia l’albero perché causa del divorzio
Subito dopo l’accaduto, la donna ha deciso di citare in giudizio la struttura alberghiera, affermando di esser stata violata nella privacy e di essere così la causa principale del suo divorzio. Infatti, se la relazione non fosse emersa forse il marito non l’averebbe mai scoperta e quindi non lasciarsi. Ad ogni modo, il giudice Marcelo Quaglia ha respinto l’istanza presentata dalla donna affermando il fatto che l’hotel, differentemente da cole lei sosteneva, aveva agito in conformità di legge per “protegge il diritto dell’utente della carta di credito di conoscere le condizioni contrattuali del servizio fornito“.
Il tutto non finisce qui, dato che il giudice Quaglia ha scagionato la struttura alberghiera affermando che non è stata emessa alcuna violazione della privacy nel momento in cui la carta che stava usando era del padre e che questo sarebbe stato stato informato qualora fosse necessario fare un’estensione sulla carta di credito.
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