In questi mesi ha fatto parecchio discutere il caso della professoressa di Prato, non c’è un’infermiera che dava ripetizioni private di inglese, che ha avuto una relazione con il suo alunno di solito 14 anni dal qual è rimasta incinta e messa mondo bambino nella passato autunno. ça donna oggi torna protagonista della cronaca nazionale per via dell’inizio del processo che la riguarda.
Insegnante di Prato ha una storia con un alunno
Nei mesi scorsi, come abbiamo appena spiegato, ha fatto parecchio discutere la relazione che è un insegnante di ripetizioni di inglese ha avuto con il suo alunno di soli 14 anni. I rapporti sessuali sarebbero cominciati quando il bambino ne aveva ancora 12 circa. La donna inoltre si è sempre dichiarata innamorata del ragazzino, tanto che nel momento in cui lui ha deciso di interrompere i rapporti sessuali con lei, il tutto attraverso tramite alcuni messaggi WhatsApp, lei lo avrebbe minacciato dicendo che sarebbe stata risposta a togliersi la vita o che avrebbe portato il figlio nato dalla relazione nei pressi della scuola che il ragazzino frequentava. a confermare la paternità del piccolo nato ad ottobre, che il marito della donna aveva provveduto a rivelare come figlio, è stato il test del DNA chiesto dalla Procura di Prato.
Comincia il processo per l’insegnante di Prato
La donna in questione è accusata di atti sessuali con minore e violenza sessuale, tanto che la procura ha chiesto il giudizio immediato ma i legali dell’insegnante hanno chiesto al giudice di effettuare il tutto con un rito alternativo ovvero l’abbreviato. In questo frangente la donna si è sempre difesa dalle accuse che riguardano l’inizio dei rapporti sessuali negli anni precedenti che al compimento del quattordicesimo anno di età del ragazzo. L’insegnante di ripetizioni si è presentata in tribunale fiancheggiata dal marito il quale ha immediatamente dichiarato: “Affronto tutto questo con la coscienza pulita e a testa alta“. Ricordiamo inoltre che l’uomo è imputato per alterazione di stato ti riguarda. La dichiarazione di essere padre del bambino in questione attribuendosi la paternità.
“In cura da uno psichiatra”
Recentemente a esprimersi in merito alla vicenda sono stati gli avvocati in Mattia Alfano e Massimo Nistri che si occupano della difesa della donna che secondo quanto reso noto lanazione.it hanno dichiarato: “La nostra assistita ha iniziato un percorso da un esperto che la deve affiancare, uno psichiatra, inoltre ha necessità di seguire il figlio più piccolo che ha pochi mesi, in modo completo, non solo in casa ma anche all’esterno. La signora non ha più avuto e non ha più cercato contatti con il ragazzo da quando ha avuto contezza del procedimento in corso. Ci risultano tre visite a siti pornografici dove è chiaramente specificato che le persone presenti nei filmati sono maggiori di 18 anni“.
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