Si riparte dal Sassuolo. E l’Inter – che con gli emiliani ha perso 7 degli ultimi 8 precedenti – ha subito l’occasione per lavare il ricordo della sconfitta alla prima di campionato, segnata dal mancato rigore su Asamoah per una sportellata di Magnanelli episodio in cui il Var è rimasto inspiegabilmente silente.
Luciano Spalletti non ha dimenticato («Nelle ultime gare contro di loro non siamo stati all’altezza del nostro massimo, ma ci è pure girato contro qualche episodio») e sa che questa tradizione negativa va stoppata, questo anche perché è fresco pure il ricordo della partenza in campionato con il freno a mano tirato (4 punti nelle prime 4 giornate) che già a metà settembre ha mandato i frantumi la suggestione che proprio l’Inter sarebbe stata l’anti-Juve. «Per battere il Sassuolo dobbiamo già essere quasi al massimo delle nostre possibilità e il fatto di non aver vinto le ultime partite dà lo stimolo per rimettere a posto le cose», sentenzia l’uomo di Certaldo che oggi, pur part-time, ritroverà Radja Nainggolan. In forte dubbio il suo utilizzo dal 1’ (il Ninja avverte ancora qualche problemino fisico: «non è facile prevederlo per 90’ a certi livelli») però l’allenatore scommette che il 2019 sarà il suo anno. «Radja sta recuperando, ha avuto qualche problema a livello fisico e ha bisogno del supporto fisico perché per il suo modo di giocare, se non stai bene, anche mentalmente è difficile fare la differenza. Però sta tornando a essere quello che tutti conosciamo. È dispiaciuto e disturbato per questo periodo che ha fatto al di sotto del suo livello perché il calcio, anche se a volte lo mischia con altre cose, è la cosa a cui tiene più di tutte in quanto è la sua professione. Per questo sono convinto che, da qui a fine stagione, Nainggolan riuscirà a dimostrare a tutti perché qui, quando si è parlato di lui, sono stati entusiasti dell’idea che avevamo».
In queste settimane, tra razzismo, esclusione punitiva di Nainggolan e telenovele legate al contratto di Icardi, l’Inter non si è voluta fare mancare nulla. «Ma qui dentro non c’è nessuna confusione, è tutto molto ordinato… Sappiamo che, quando il mercato è aperto, funziona così. L’utilizzo dei social? Qualsiasi tesserato che fa parte dell’Inter deve avere l’attenzione data dal fatto di divulgare un messaggio che va diretto a tutti. Per questo ho fatto i complimenti a Ranocchia: lui sui social ha dimostrato di essere un professionista che vuole bene all’Inter poi a se stesso».
La prima partita dell’anno nuovo è un po’ come il primo giorno di scuola. E così Spalletti non ha disdegnato di fare qualche pensierino sugli obiettivi futuri. «Vogliamo arrivare a essere una squadra che con continuità esibisce il proprio marchio contro qualsiasi avversario. Obiettivi per il nuovo anno? Siamo ambiziosi, vogliamo fare risultati importanti. Dobbiamo tentare di vincere un titolo perché una società come l’Inter è troppo tempo che non vince. E in campionato vogliamo andare a riprendere il Napoli, migliorando quella che è la nostra classifica attuale». L’ultimo pensiero è sul capitano: «Icardi? E’ importante, non ha prezzo. Come Skriniar». Teorema facile: se si vuol vincere, conviene ripartire dai migliori.
Ecco una breve lista che potrebbe risultare utile ai fini delle ricerche:
- Portogallo con Rádio e Televisão de Portugal;
- Svizzera con Schweizer Radio und Fernsehen;
- Turchia con Turkish Radio and Television Corporation;
- Serbia con Radio-televizija Srbije;
- Paesi Bassi con Sanoma Media Netherlands;
- Paraguay con Sistema Nacional De Television;
- Slovacchia con Slovenská Televízia;
- Suriname con Surinaamse Televisie Stichting;
- Repubblica Ceca con Ceská Televize;
- Svezia con Modern Times Group.
DOVE VEDERE INTER SASSUOLO IN TV
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DOVE VEDERE INTER SASSUOLO IN STREAMING
Il match Inter Sassuolo sarà trasmesso anche in streaming su diverse piattaforme, tutte rigorosamente di Sky. Anche qui se avete un abbonamento Sky potete utilizzare l’applicazione SkyGo (gratuita) che permette la visione del match anche in streaming. SkyGo infatti permette di vedere su PC, Smartphone, Tablet e non solo tutti i programmi Sky sfruttando il proprio abbonamento di casa.
«Ma si rinnova oppure no questo contratto?»; «Si rinnova, si rinnova, si concluderà tutto bene». Dopo giorni di punzecchiature, dichiarazioni al vetriolo sulla stampa straniera o sui social, Wanda Nara – che ieri ha comunque postato questa frase su Instagram: «Mi piacciono le persone che parlano tre lingue: in faccia, in maniera diretta e con le palle» – ha finalmente rilasciato delle parole di netta apertura al rinnovo di contratto di Mauro Icardi, tema che ha riempito le pagine dei giornali e i pensieri dei tifosi nerazzurri in queste prime tre settimane del 2019. Per smuovere Wanda è dovuto intervenire Valerio Staffelli di “Striscia la Notizia” col suo Tapiro d’Oro consegnato alla moglie-agente del capitano interista nella puntata andata in onda ieri sera. Alla domanda sul rinnovo o meno, Wanda è stata chiara: «Si rinnova, si rinnova». E quando le è stato chiesto: «Ma Marotta vuole Icardi?», la bionda argentina non ha avuto esitazioni: «Sì, certo. Non c’è nessuna distanza, va tutto bene».
E’ evidente che la situazione non sia ancora così in discesa, ma dalle parole di Wanda si capisce come anche dal lato Icardi sia stato accolto il richiamo ad abbassare i toni ed evitare nuove polemiche. La distanza c’è, perché l’entourage di Icardi vorrebbe quasi raddoppiare lo stipendio attuale (5.4 bonus compresi) arrivando fino a 9 milioni, magari 10. L’Inter dopo i 6 prospettati dopo l’estate è pronta a spingersi fino a 7 bonus inclusi: Suning, infatti, vuole gratificare il suo giocatore più rappresentativo e soprattutto non vuole rompere arrivando al divorzio in estate. Fra le parti c’è stato un contatto nelle ultime 48 ore per darsi appuntamento alla prossima settimana. Nei giorni scorsi non c’è stata l’occasione per vedersi e ieri, con la squadra in ritiro per la partita, non era il momento migliore per vedersi. Il fatto però che Wanda ieri si sia posta in questi termini, non può che riportare un po’ di sereno nella vicenda, in attesa di capire quando le parti si incontreranno e se il tema clausola rescissoria (oggi fissata a 110 milioni) potrà essere rivisto: in sintesi, l’Inter vorrebbe toglierla o alzare di molto, Wanda vorrebbe mantenerla e alzarla di poco. La moglie Icardi ha pure scansato la questione multa per il ritiro post vacanze: «Non c’è nessuna multa», ha dichiarato. In verità la sanzione c’è stata (l’ha confermata anche Spalletti prima del Benevento), ma forse non di centomila euro.
L’Inter comunque non sta giocando solo sul tavolo di Icardi. Ha avanzato una proposta di rinnovo per Skriniar e il sì sembra vicino, ha bloccato Godin in scadenza di contratto con l’Atletico Madrid e ha definito con la collaborazione del Chievo lo sbarco in Italia del promettente portiere brasiliano Brazao del Cruzeiro. Il tutto senza perdere di vista De Paul dell’Udinese e l’operazione che il Cagliari sta facendo col Boca per portare in Italia il centrocampista uruguaiano Nandez, da tempo pallino del ds Ausilio (non risultano invece accelerazioni su Barella). Trattative per rinforzare la squadra, dunque, ma anche la società. Manca ormai poco all’ufficialità del passaggio del 31.05% delle quote dell’Inter da Thohir al fondo LionRock Capital di Hong Kong. La trattativa, iniziata a ottobre dovrebbe essere definita entro fine mese per una cifra vicina ai 150 milioni. Il numero uno del fondo cinese, Daniel Car Keung Tseung, recentemente è stato a Milano e ha visitato la sede nerazzurra. Sarà il suo LionRock Capital ad affiancare Suning nella rincorsa a riportare l’Inter ai vertici del calcio italiano ed europeo.
APPIANO GENTILE. Un buu per non sentire mai più ululati razzisti. Per l’Inter da oggi BUU è l’acronimo per Brothers Universally United, slogan mutuato dall’atto fondativo del club (“Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo”). «Un cambio di segno da negativo a positivo. È questo che vogliamo ottenere con la campagna BUU, write it, don’t say it (scrivilo, non dirlo, ndr) – spiega Steven Zhang, ispiratore dell’iniziativa – l’unico modo per coinvolgere tutti è puntare direttamente al problema, schierandosi in modo forte e diretto. Questa campagna vuole essere uno strumento concreto contro ogni forma di discriminazione e ribadisce con forza i valori nei quali l’Inter si identifica da quasi 111 anni». Tra le icone nerazzurre che hanno dato il loro volto all’iniziativa oltre a Mauro Icardi, Javier Zanetti, Luis Figo e Samuel Eto’o. Messaggio unito dall’hashtag #NoToDiscrimination. E stasera durante il match con il Sassuolo lo stadio sarà tappezzato da buu. «Abbiamo trasformato un brutto episodio di razzismo nell’opportunità per prendere una volta per tutte le distanze da quelli che usano questi comportamenti negli stadi», il pensiero di Luciano Spalletti. A scaldare l’atmosfera anche quasi undicimila bambini («che possono dare messaggio importantissimo, solo tramite loro possiamo migliorare il nostro mondo»). I giocatori, tra l’altro, andranno in campo con una patch ideata dal club (le maglie saranno poi battute all’asta) mentre i dirigenti indosseranno una spilla sul tema. Questa sarà solo la prima di una serie di iniziative sull’argomento.
«Servirà la partita perfetta». Se a scendere in campo fossero i precedenti, il Sassuolo si presenterebbe questa sera alla Scala del calcio negli scomodi panni del favorito. Ma le 7 vittorie negli ultimi 8 incroci contro l’Inter sono un dato statistico che purtroppo per i neroverdi di Roberto De Zerbi non peserà negli equilibri di un match sulla carta tutto in salita per Berardi e soci: «Ma noi – spiega l’allenatore neroverde in conferenza stampa – non dobbiamo pensare alla loro forza. Dobbiamo restare concentrati su quello che possiamo fare per metterli in difficoltà: contro il Napoli in Coppa, al di là del risultato, abbiamo fatto bene». In casa Sassuolo pesano le assenze di Marlon e Di Francesco ma De Zerbi può consolarsi con il recupero di Ferrari e il rientro tra i convocati di Adjapong e Lemos. In difesa dovrebbe essere Peluso ad affiancare l’ex Sampdoria mentre a centrocampo Duncan è l’unica certezza.
In attacco Boateng – mai a segno in carriera contro l’Inter – sogna, da buon ex milanista, il ritorno nel “suo” stadio, nonostante una condizione atletica non ancora ottimale: «A metà girone d’andata l’abbiamo un po’ spremuto poi ha dovuto fermarsi per un problema fisico non lieve. Non è ancora al top della forma ma per noi è un giocatore importante e dobbiamo aspettarlo: aspettarlo significa a volte farlo giocare anche se non è al 100 %, altre volte tenerlo a riposo». Non è quindi da escludere del tutto l’impiego di Babacar in un match che si presenterà con un contesto ambientale certo non ordinario: «Spero che tra i diecimila bambini presenti ce ne sia qualcuno anche da Sassuolo… Sono comunque contrario alla chiusura degli stadi. In questo modo tutti pagano per le colpe di pochi».
Radja Nainggolan 2.0 è pronto a tornare il vero Ninja. Parola di Luciano Spalletti: «Da qui alla fine sono convinto che Radja riuscirà a spiegare perché qui quando si è parlato di lui sono stati tutti entusiasti dell’idea che avevamo avuto. Riuscirà a dimostrare che l’idea che tutti avevano su di lui quando l’abbiamo preso all’Inter era quella giusta». Il vero Ninja in casa Inter finora si è visto pochissimo, ma la rivoluzione di fine 2018inizio 2019 non potrà che fare bene al centrocampista belga. Il patto d’onore stretto con Marotta Ausilio Spalletti è il punto di partenza per uno sprint lungo 5 mesi: l’Inter vuole vincere almeno un trofeo. E fondamentale, se non decisivo, dovrà essere l’apporto di Radja. Che è chiamato a tenere un basso profilo fuori dal campo e a prestazioni di alto livello – che poi è il livello per cui è stato pagato alla Roma 39,2 milioni compresi Santon e Zaniolo –, in campo. Già oggi, davanti agli oltre 11 mila bambini di San Siro con il Sassuolo, «mancato» all’andata per colpa dell’infortunio alla coscia di luglio, che oggi suona come il primo campanello d’allarme di una stagione che non è mai decollata come il mondo nerazzurro si aspettava.
RITORNO Radja ci sarà dall’inizio? Per ora è favorito su Joao Mario, ma si vedrà. L’ultima dal primo minuto l’ha giocata – non bene – a Verona col Chievo il 22 dicembre, il giorno prima della sospensione per l’ennesimo sgarro, ovvero il ritardo all’allenamento. «Non è facile prevederlo per 90 minuti a determinati livelli – spiega Spalletti –. Radja sta recuperando, ha avuto qualche problema fisico e se sei sempre distrutto a livello fisico poi anche la testa e il carattere ne risentono. Però sta tornando a essere quello che tutti conosciamo: è dispiaciuto e disturbato di questo periodo sotto livello. Sono fiducioso perché ci tiene a far bene la sua professione, a sviluppare bene il suo calcio, anche se poi ogni tanto lo mischia con qualche altra cosa.
Ma il calcio è la cosa a cui tiene più di tutte». Ecco perché dopo la squalifica decisa dal club contro il Napoli Radja si è rimesso in carreggiata, «spinto» da società e tecnico. ERRORI Sbagliare ancora significava tradire l’Inter e tradire soprattutto Spalletti. Che ha fatto di tutto pur di portare il suo pupillo a Milano un’estate fa e che attorno a lui ha costruito una squadra che puntava molto in alto e ha ancora obiettivi di livello: «Stiamo lavorando bene ma serve continuità per essere soddisfatti – dice ancora Spalletti –. Noi siamo ambiziosi: vogliamo essere una squadra che esibisce il nostro marchio di calcio giocato offensivamente contro tutti gli avversari. Per costruire l’Inter che abbiamo in mente ed essere soddisfatti dobbiamo dare continuità». Quella che si chiede a Nainggolan: dall’infortunio alla caviglia col Milan (21 ottobre), in A ha giocato solo 180 minuti spalmati in 5 partite. All’Inter serve molto di più.
Sfogliando il dizionario e leggendo la definizione di «bestia nera» si capisce che cosa rappresenta oggi il Sassuolo per l’Inter: «Qualcuno o qualcosa che ossessiona, che non si riesce a dominare». Più che chiaro, insomma. Perché i numeri dicono che l’Inter dopo avere strapazzato gli emiliani nei primi tre incroci, vincendo 7-0, 1-0 e 7-0 nel campionato 2013-14 e nel 2014-15, poi ha sempre trovato grossissime difficoltà. Nei successivi 8 incroci in Serie A, infatti, i nerazzurri hanno vinto una sola volta (il 18 dicembre 2016, a Reggio Emilia, con gol di Candreva), perdendo le altre 7 partite, comprese le ultime 4 consecutive. L’Inter non riesce a dominare il Sassuolo da troppo tempo, non ha nemmeno mai pareggiato con i neroverdi, ma stavolta se vuole rosicchiare qualcosa a Juventus e Napoli deve evitare passi falsi. SFIDA Come? Anche qui, guardando i numeri, l’uomo che può fare di più per la causa nerazzurra è Maurito Icardi. Che, però, ha seguito la sua squadra nell’andamento in giù contro i neroverdi: ha sì segnato 4 gol, ma l’ultimo è datato 2015. Chi, invece, è stato molto più decisivo nella sfida in tempi recenti è Domenico Berardi: l’attaccante calabrese di gol ne ha segnati 4 proprio come Icardi e come il compagno di squadra Babacar e 2 sono arrivati negli ultimi due incroci. A San Siro nella partita che poteva costare il ritorno in Champions e a Reggio Emilia nella prima giornata di questo campionato, quando la squadra di De Zerbi rifilò un sonoro schiaffone alle ambizioni nerazzurre.
PROTAGONISTA Ambizioni che ha Matteo Politano, ex della partita di San Siro come Vrsaljko e sull’altra sponda Duncan: l’esterno romano, arrivato all’Inter dopo tre stagioni in crescendo al Sassuolo, si è confermato anche in nerazzurro. Tolti i due portieri Handanovic e Consigli, Matteo è l’unico delle due squadre ad aver giocato tutte e 19 le partite del girone d’andata. Un bel record: per lui 1309 minuti in campo e 2 gol, arrivati contro Genoa e Cagliari. In Serie A ne aveva già segnati 20 con i neroverdi, con il top delle 10 reti della stagione 2017-18, compresa quello su punizione che ha fatto venire i brividi a Steven Zhang prima dell’exploit dei nerazzurri contro la Lazio all’Olimpico.
Luciano Spalletti vuole sfatare il tabù Sassuolo che per l’Inter sta diventando un incubo: sette sconfitte negli ultimi otto incroci con i neroverdi, tre ko su tre (da quando è a Milano) per il tecnico di Certaldo che la scorsa stagione, per poco, non si è giocato l’accesso alla Champions scivolando in casa alla penultima giornata contro gli emiliani. Stavolta però Icardi e compagni arrivano al confronto con gli uomini di De Zerbi con un’altra convinzione e maggiori sicurezze. Merito di una classifica che a Lucio non basta ancora, ma che fa intuire i progressi del gruppo. La Serie A riprende dopo tre settimane di stop e lui non vuole scherzi né tanto meno sentir parlare di calendario che dà una mano («Contro Sassuolo, Torino e Parma sarà dura, altro che facile..»). Questi discorsi alle sue orecchie suonano come una trappola e infatti ieri è stato chiaro: «Contro qualunque avversario bisogna offrire il nostro “brand” di calcio. Per costruire l’Inter che abbiamo in mente dobbiamo dar seguito al buon lavoro svolto finora: è quello che ci consentirà di tornare in alto. La qualità che abbiamo è necessario metterla in mostra di continuo, non occasionalmente. Deve far parte dei comportamenti naturali e normali». Tradotto: vietato distrarsi.
CARO SASSUOLO. All’andata alla prima giornata il tonfo dei nerazzurri al Mapei Stadium fu clamoroso. Spalletti non vuole che storia si ripeta: «Il Sassuolo sa comportarsi da squadra, sa giocare in campo aperto e costruire basso. Dovremo essere quasi al massimo delle nostre possibilità per imporci. Domani (stasera, ndr) e in futuro perché ci sono diverse formazioni importanti che ambiscono alle prime 4 posizioni e che si rinforzeranno. A Squinzi, Carnevali e Rossi facciamo i complimenti perché loro scelgono i calciatori e in questi anni hanno individuato anche ottimi allenatori come Di Francesco e De Zerbi. Contro di loro nelle ultime partite ci è girato contro qualcosa e non siamo stati all’altezza del nostro massimo. Stavolta dovrà andare diversamente. Dentro lo spogliatoio i giocatori non sono felici dei risultati con il Sassuolo. Li ho visti stimolati al massimo per portare a casa i tre punti».
GIRONE DI RITORNO. Spalletti ha poi guardato al futuro: «Firmerei per lo stesso bottino di punti (39, ndr) nel girone di ritorno? Diciamo che sarei soddisfatto se la squadra non tornasse indietro… Non so se conquisteremo gli stessi punti, che comunque sono abbastanza, ma non vogliamo metterci neppure un limite. Io più che guardare alla Lazio che si sta dietro guardo al Napoli che è secondo e che in questi anni si è dimostrato superiore come classifica e come gioco espresso. Se sei all’Inter devi puntare in alto». Finale con il sorriso: «Ma non mi chiedete niente di mercato? Volevo dirvi un paio di nomi…». Scherzava…
INVIATO AD APPIANO – L’incontro per il rinnovo del contratto di Mauro Icardi è stato rimandato alla prossima settimana. Da corso Vittorio Emanuele non sono partite chiamate dirette al cellulare di Wanda Nara perché, dopo i post sui social della showgirl-agente e del centravanti, la società ha deciso di spegnere l’attenzione mediatica sulla vicenda e di rimandare ancora di qualche giorno il faccia a faccia che segnerà la ripresa della trattativa, finita nel surgelatore dopo l’incontro negli uffici di Wanda con Ausilio a settembre e la mancata intesa. Lady Icardi ieri è sembrata andare incontro al club e, raggiunta da Striscia la Notizia che gli ha consegnato il Tapiro d’Oro, è stata conciliante: «Il contratto sarà rinnovato. Marotta vuole Icardi e non c’è nessuna distanza, va tutto bene. La multa da 100.000 euro? Non c’è nessuna multa». TATTICA O PACE? Dichiarazioni distensive o la quiete prima di una nuova tempesta? Presto lo vedremo. Wanda si siederà al tavolo per la prima volta anche con l’ad Marotta che cercherà di capire se esistono i margini per limare le enormi differenze che ci sono tra offerta (6 milioni) e richiesta (9-10). Di certo l’Inter vuole evitare di alimentare nuove tensioni e proporrà un dialogo costruttivo. Spalletti non è preoccupato dall’impasse: «Mauro non è disturbato dalle voci perché un campione di questo livello non porta in campo le situazioni personali extracampo. Cercherà di mettere sempre il suo timbro sulla gara». Con altri 2 gol raggiungerà Vieri a quota 123 centri nerazzurri. Ci riuscirà già stasera? «Paura di perderlo? Per lui vale la stessa cosa detta per Skriniar – ha proseguito il tecnico – ovvero è importante per questa squadra e lo ha fatto vedere con i numeri e con le prese di posizione. Giocatori così li vogliamo trattare bene per farli restare».
BARELLA? LONTANO. Giovedì Marotta e il ds Ausilio hanno pranzato con il presidente del Cagliari Giulini. Si è parlato più di sinergie tra i club (in particolare di operazioni sui giovani) e di politica sportiva che di Barella. Sia perché i rossoblù non intenderlo cederlo ora, sia perché l’Inter valuta troppo alte le pretese dei sardi (50 milioni). L’argomento magari tornerà d’attualità in futuro, ma Barella in questo momento non è una priorità nerazzurra. O almeno non a certe cifre.
MIRANDA INCONTRO. C’è stato anche il faccia a faccia con i rappresentati del difensore brasiliano nel quale Miranda ha ribadito il suo desiderio di cambiare subito maglia, ma la linea dell’Inter non è mutata: per farlo partire serve un sostituto affidabile e che non obblighi a spese impreviste. Tradotto: ad oggi è più probabile che resti. In estate poi le strade si separeranno.
INVIATO AD APPIANO – Il dubbio più grande è Radja Nainggolan. Partirà titolare o entrerà a gara in corso? Spalletti ha lasciato aperte entrambe le soluzioni, precisando che il belga non ha i 90’ nelle gambe. Il balloggio è più con Joao Mario che con Borja Valero. L’ago della bilancia ieri sera era più spostato verso la panchina, ma il tecnico toscano scioglierà i dubbi solo oggi. Meno incertezze in avanti (Politano, Icardi e Perisic), mentre in difesa ballottaggio tra D’Ambrosio e Vrsaljko. Con la squadra ieri sera hanno cenato l’ad Marotta, il cfoo Gardini e il ds Ausilio. De Vrij a Dazn: «Spalletti è stato importante per farmi scegliere l’Inter. Godin in nerazzurro? Sono scelte della società. Vedremo». Finale su Icardi («In area è micidiale») e sul connazionale De Ligt: «È impressionante: ha un fisico spaventoso e una mentalità vincente. Se vuole dei consigli, io ci sono».
INVIATO AD APPIANO – E’ andato in scena ieri a San Vittore l’interrogatorio di garanzia di Alessandro Martinoli, l’ultrà del Varese arrestato giovedì insieme a Nino Ciccarelli, il capo dei Viking che sarà ascoltato lunedì. Per entrambi l’accusa è di rissa aggravata. Il tifoso dei “Blood Honour” varesini, viste le foto e i video in possesso degli inquirenti, ha cambiato la sua versione e, dopo aver detto nelle scorse settimane che si era ferito cadendo in un cespuglio, stavolta in lacrime ha confermato la sua presenza agli scontri del 26 dicembre che hanno portato alla morte di Belardinelli. Ha ammesso inoltre di aver accoltellato un supporter napoletano che lo aveva colpito con un bastone. Martinoli, che aveva “strettissimi rapporti di fiducia e militanza” con l’amico morto, ha invece negato di occuparsi di politica. C’era anche lui con Piovella il giorno di Natale a casa di “Dede” per preparare l’agguato.
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