Tutti noi abbiamo ricevuto almeno una volta un messaggio proveniente da una lunga catena e probabilmente abbiamo pensato (anche solo per un’istante) che si trattasse di un’opportunità imperdibile, di un’occasione assolutamente allettante. Stiamo parlando delle famigerate catene WhatsApp che si diffondono tutti i giorni nei nostri smartphone e ci propongono buoni sconto, omaggi e promozioni irrinunciabili. Ma cosa c’è dietro queste iniziative? Le promesse vengono effettivamente mantenute?
Come funzionano
Assolutamente no: nel 99% dei casi queste promozioni che ci vengono proposte tramite messaggio WhatsApp non portano alcun beneficio, anzi potrebbero procurarci addebiti sul conto telefonico non indifferenti. I loschi figuri dietro le catene sfruttano il principio di scarsità: una tecnica di marketing persuasiva che ci fa apparire un’opportunità tanto più desiderabile quanto più limitata nella sua disponibilità. Con la voglia matta di poter ricevere gratuitamente qualcosa di valore, ci precipitiamo a svolgere quanto chiesto dal messaggio: inoltrarlo ai nostri contatti e cliccare sul link in calce. Eseguiti questi due passaggi fondamentali, scatta un meccanismo a cascata che porta alla diffusione massiva del testo truffaldino e alla messa in trappola di migliaia di utenti, in poco tempo. Cliccando sul link suggerito, infatti, molto probabilmente verrà attivato un abbonamento a servizi SMS a pagamento che prevedono addebiti salati su base settimanale o per SMS ricevuto; a questo punto riceveremo periodicamente sullo smartphone news, meteo, oroscopi o altro, senza che ci sia stata una volontà da parte nostra e senza immaginare che tutto questo ci costerà almeno 5 euro a settimana. 20 euro al mese, quasi il doppio di una comune promozione telefonica. Inoltre, sono noti alcuni casi in cui, in modo analogo, vengono diffusi virus di spionaggio o clonazione degli account dei social network. Quindi la regola da tenere sempre impressa in mente è: non clicchiamo mai sui link inviati da sconosciuti! E neppure a quelli che riceviamo dagli amici ma sono inoltrati da chissà chi. Le catene di WhatsApp si mascherano da messaggi innocui proprio perché “arrivano” dai nostri contatti.
Chi c’è dietro
A seconda del tipo di campagna di cui finiamo per essere vittime, potrebbero configurarsi vari scenari. In molti casi, gli autori sono affiliate marketer che guadagnano una commissione per ogni contatto raccolto o per ogni abbonamento SMS che viene attivato. L’affiliato si iscrive a una piattaforma di advertising, sceglie la campagna e riceve un link da diffondere. A questo punto il gioco è fatto: basta trovare una formula accattivante e far partire la catena. Per ogni clic effettuato sul link e relativa attivazione di servizi salati, o per le informazioni ottenute in cambio della promessa del “falso premio”, o ancora per la visualizzazione di pagine a pagamento, l’affiliato accumulerà dei guadagni che molto spesso possono raggiungere cifre sostanziose in pochissimi minuti dall’avvio della catena.
E adesso cosa faccio?
Se abbiamo fatto clic, non ci resta che verificare immediatamente il credito telefonico per assicurarci che non ci siano stati fatti addebiti. Successivamente, contattiamo il nostro operatore chiedendo di controllare se risultano attivi dei servizi a pagamento. Possiamo chiedere l’attivazione del barring, il blocco totale di questi abbonamenti. Se di mezzo ci sono i dati della nostra carta di credito, contattiamo il servizio clienti della banca per far eseguire le opportune verifiche e agire di conseguenza. Escludiamo anche il contagio da virus: facciamo una scansione del telefono con l’antivirus ed eliminiamo cronologia e cookie del browser utilizzato per visualizzare il link. Poi modifichiamo le password dei nostri account social.
Riconoscere la truffa
Riconoscere le catene fraudolente diffuse su WhatsApp è relativamente semplice: “Nutella per festeggiare il suo compleanno sta regalando un barattolo da 5KG”, “Prendi il tuo voucher gratuito da €250 da Lidl adesso”, “Festeggiamo il nostro 80° compleanno regalando 5000 paia di scarpe Adidas gratis”: sono tutti esempi lampanti di come queste campagne si approcciano verso gli utenti. Questi messaggi ci invitano sempre a cliccare su un link allegato: e qui c’è l’inganno! Non facciamoci fuorviare dal fatto che viene utilizzato il nome di qualche azienda importante, che è sempre ignara alla faccenda e a sua volta parte lesa. Cosa potrebbero nascondere due URL apparentemente affidabili come www.footlocker. com o www.appie.com? Apparentemente sembrano perfetti, ma le lettere “L” presenti nell’indirizzo potrebbero essere in realtà delle “i” maiuscole. È proprio così che noi utenti veniamo indirizzati a siti internet nell’aspetto identici a quelli ufficiali, oppure direttamente a pagine piene di banner pubblicitari, che ci invitano a rispondere a sondaggi, fornire i nostri dati anagrafici, o peggio ancora, estorcerci quelli della carta di credito.
Quindi, basandoci su questi esempi, è molto semplice riconoscere le catene su WhatsApp che aprono la via a una truffa o nei casi “migliori”, alla visualizzazione di fastidiosi banner.
Come evitarle
Il modo migliore per evitare che vengano attivati abbonamenti sul nostro numero di cellulare e tenere lontana la possibilità di essere contagiati da virus è quello di non considerare i messaggi allettanti, che contengono link di dubbia autenticità. Al momento non c’è una soluzione definiva al problema, ma chiediamo subito al nostro operatore telefonico di bloccare in partenza tutti i servizi a pagamento, così da eliminare almeno in parte il problema.
Una buona notizia
Un recente aggiornamento di WhatsApp per Android e iOS ancora in fase di finalizzazione, prevede l’applicazione automatica di un filtro anti- SPAM sui messaggi inoltrati massivamente. I server saranno in grado di riconoscere da soli le catene e di etichettarle come SPAM.
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