Controcopertina

Roberta Ragusa, i familiari: “Aiutateci a trovare il suo corpo”



questo punto, dopo che i giudici hanno mM condannato Antonio Logli anche in Appello, a noi familiari non resta che continuare a sperare che il corpo di Roberta venga ritrovato. Dal momento che il marito non ci dirà mai dove F ha nascosto, invochiamo ancora una volta insieme all’associazione Penelope la riattivazione delle ricerche del cadavere di nostra cugina. Cercare il corpo è un dovere. Ricevere anche solo un capello di Roberta è un diritto per noi familiari. Per questo motivo rivolgo il mio appello a tutte le autorità competenti, affinché inizino di nuovo a cercare nostra cugina. Quando penso a dove possa essere, il mio pensiero va al cimitero. Credo che Roberta, dopo essere stata uccisa, sia stata nascosta in una tomba”.



Parla a Giallo Marica Napolitano, una delle cugine di Roberta Ragusa, la donna di 45 anni scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012 dalla sua casa di Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. Il marito Antonio Logli, 55 anni, è stato condannato sia in primo che in secondo grado a 20 anni di carcere per omicidio e distruzione del cadavere. Nei giorni scorsi i giudici della Corte d Appello di Firenze hanno depositato un documento di 81 pagine contenente le motivazioni della sentenza. Secondo i giudici, la scomparsa di Roberta «non può che essere stata determinata da una morte per causa violenta ad opera di terzi». A distanza di sei anni dalla sparizione, però, il corpo della donna non è mai stato ritrovato. Per questa ragione, alcuni parenti di Roberta, uniti ai responsabili di Penelope Italia, l’associazione che assiste i familiari delle persone * scomparse, chiedono nuovamente di riattivare al più presto le ricerche del corpo.

Dice ancora Marica Napolitano: «Nostra cugina non è stata cercata per circa un anno, perché suo marito, raccontando tutte quelle bugie agli investigatori, aveva depistato le indagini. All’inizio si riteneva, perché così aveva fatto credere Logli, che Roberta si fosse allontanata volontariamente. Nessuno Tha cercata per un lungo periodo. Si è perso tempo prezioso. Solo quando hanno capito che poteva essere successo qualcosa di grave, allora hanno iniziato a cercarla. Le ricerche, però, non sono state capillari. Per questo credo che sia giunto il momento di compiere uno sforzo e cercarla meticolosamente. Nonostante sia passato molto tempo, da qualche parte quel corpo deve pur essere. Noi non ci rassegniamo».

A Giallo parla anche l’avvocato Antonio La Scala, presidente nazionale dell’associazione Penelope: «La sentenza esclude un’ipotesi alternativa a quella dell’omicidio. Ancora oggi, però, del corpo della povera Roberta Ragusa non vi è traccia. Chiederemo entro settembre che si prosegua nelle attività di ricerca. Ci sono dei luoghi che non sono mai stati controllati. Alla luce delle motivazioni della sentenza di condanna, faremo una nuova richiesta alle autorità competenti affinché le ricerche del cadavere vengano riprese al più presto. La richiesta sarà dettagliata. Chiederemo di cercare nel campo vicino all’abitazione di Logli (quello in cui l’uomo fu visto aggirarsi insieme con il padre pochi giorni dopo la scomparsa di Roberta, ndr), ma anche in altri luoghi mai esplorati. Roberta va cercata a tutti i costi».



1 comment