Sono giorni cruciali per quanto riguarda la riforma pensioni e intanto si parla di Quota 41, Quota 100, Ape sociale, Opzione donna ma effettivamente che cosa cambierà nel 2019? Quota 100 sembra avere già una data ovvero il prossimo 10 gennaio, comunque entro il 12 che è il giorno in cui è previsto il decreto tanto atteso, che sarà presentato dal governo e che farà partire ufficialmente la riforma pensioni. Sembra essere tanto attesa la misura pensionistica Quota 100, ovvero la possibilità per gli italiani di poter andare in pensione anticipata, avendo compiuto 62 anni che età e maturato 38 anni di contributi. Soltanto con questo decreto si potranno delineare con certezza quelli che sono i nuovi tratti della quota 100 e quindi saranno definiti i paletti, le finestre e tutto ciò che riguarda la misura in questione.
Coloro che decideranno di andare in pensione di anzianità, dovranno invece avere 67 anni di età visto l’adeguamento dell’ aspettativa di vita che scatterà in modo automatico a partire dal primo gennaio 2019 e bisognerà ancora che il lavoratore abbia versato 20 anni di contributi. Dunque, a partire dal primo gennaio per gli uomini serviranno 42 anni e 10 mesi di contributi e per le donne invece 41 anni 10 mesi.
Sarà applicata una finestra di 3 mesi tra la maturazione dei requisiti e l’erogazione dell’assegno pensionistico. Quota 100 avrà la durata di circa 3 anni e l’intento del Governo è quello di passare poi a Quota 41 per tutti. Parlando di pensione anticipata, però non bisogna parlare soltanto di Quota 100, ma anche di Opzione donna, Ape sociale e Ape volontaria. Per Ape sociale si intende quell’ indennità Ponte la quale prevede l’erogazione di un assegno di €1500 per 12 mensilità una volta raggiunti i 63 anni di età e avendo maturato 30- 36 anni di contributi per chi esce 3 anni prima rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente.
Per poter beneficiare di questa misura, bisognerà trovarsi in una situazione di disoccupazione o invalidità, oppure di necessità nel prendersi cura di un parente oppure bisognerà effettuare un lavoro gravoso. Per Ape volontaria invece si intende quella misura che darà la possibilità di poter accedere al pensionamento ed è sostanzialmente una sorta di prestito pensionistico. Opzione donna invece offrirà soltanto una finestra per le donne che hanno 35 anni di contributi e che potrebbero uscire dal mondo del lavoro a 58 anni nel caso in cui siano delle lavoratrici dipendenti o 59 nel caso siano autonome. Previsto anche un contributo sulle pensioni d’oro che sarà del 15% per i redditi compresi tra 100 mila e €130000 e andrà a salire fino ad arrivare anche al 40% per quelli superiori a €500.000. Sono state stabilite soltanto 5 fasce delle pensioni d’oro ed oltre alla minima e alla massima, è previsto anche un prelievo che ammonta il 25% per i redditi 130.001 e 200.000 euro; del 30% per i redditi tra 200.001 e 350.000 euro; del 35% per i redditi tra 350.001 e 500.000 euro.
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