Le pensioni sono ormai da tempo nel mirino del governo e su questo non sembrano esserci dubbi visto che i tecnici sono al lavoro ormai da parecchio mesi per cercare di capire come poter risollevare le sorti dei Lavoratori italiani e prossimi alla pensione e soprattutto come poter superare la tanto odiata legge Fornero. La manovra finanziaria sembra che abbia sancito delle novità molto interessanti riguardanti gli assegni d’oro, ma pare che abbia fatto anche tanto sul taglio delle rivalutazioni per tutte quelle pensioni che superano l’importo di €1.522,00. Se non fosse stato per le novità, i pensionati avrebbero incassato un aumento che va dai 5,00 ai €25,00 in più al mese, ma invece adesso per una scelta ben precisa del governo, nel giro di un anno i pensionati rischiano di perdere da un minimo di €65,00 fino ad un massimo di €325,00.
Ma cerchiamo di capire effettivamente che cosa accadrà nello specifico a partire dal mese di gennaio, facendo alcuni esempi. Sembra che le conseguenze più evidenti siano quelle riguardanti gli assegni che superano quota €2.300 lordi mensili. Quindi, volendo fare un esempio, chi percepisce €2800,00 grazie alle nuove norme, percepirà una somma pari a 2816,02 euro a fronte di 2828,96 euro previsto senza il blocco di una parte della rivalutazione. Man mano che la fascia previdenziale aumenta, le cifre si faranno sempre più pesanti e quindi per un assegno di importo pari a €3.500,00 lordi, con il nuovo adeguamento si arriverà a 3518,10 euro per una rivalutazione piena con 3.354,74 euro. Per quanto riguarda invece gli assegni da €4.200,00 con questo nuovo sistema, si arriverà a €4.220,00 contro i 4.240,00 senza blocchi.
Di conseguenza su un assegno da €4.700,00 ci sarà un adeguamento pari a €4.720,00 contro i €4.744,00. Questi esempi ci fanno capire sostanzialmente come per tanti pensionati italiani, a partire dal mese di gennaio 2019 sarà in arrivo una vera e propria stangata, che inevitabilmente avrà degli effetti e delle conseguenze per tutto l’anno.
Riguardo invece le pensioni d’oro, il contributo richiesto sarà a crescere, proprio a seconda dell’importo dell’assegno. Previste ben cinque fasce per un provvedimento che pare abbia una durata di 5 anni. Le fasce, dunque, saranno 5 e da 100.000 €130000 annui l’aliquota marginale di riduzione sarà del 15%, tra 130 Mila e €200.000 la riduzione sarà del 25%, fra 200 mila e €350.000 sarà del 30%, tra i 350.000 e i 500 mila del 35% ed infine oltre i 500.000 del 40%. Il governo ha inoltre previsto lo stop alla rivalutazione delle pensioni sulla base dell’inflazione ed anche in questo caso, si tratterà di una misura a crescere sempre con ben 5 fasce.
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