Sta destando parecchie polemiche quanto accaduto ad una giovane ragazza che è la protagonista della storia che stiamo per raccontarvi. Questo episodio è accaduto in un centro commerciale dell’ Alabama sito negli Stati Uniti, dove la ragazza in questione, è stata letteralmente cacciata a causa dei pantaloncini troppo corti. Si tratterebbe di una ragazzina di 19 anni la quale, come già detto è stata cacciata dal centro commerciale per i pantaloncini troppo corti.«Sono stata cacciata dal centro commerciale perché secondo loro avevo i pantaloncini troppo corti, mi sono sentita umiliata», sono queste le parole della giovane. Questo è ciò che ha scritto Gabriele Gibson, ovvero la ragazzina diciannovenne che avrebbe denunciato su Facebook l’accaduto.
Sembra che la giovane avesse subito da una guardia giurata, l‘allontanamento del centro commerciale perché il suo abbigliamento risultava inappropriato. La ragazzina indossava un paio di shorts strappati e una maglietta colorata in una giornata davvero particolarmente afosa.
Secondo quanto riporta il Mirro, la giovane è rimasta molto male per quanto subito. La diciannovenne avrebbe dichiarato :«Stavo solo cercando di passare una bella giornata facendo shopping nel centro commerciale quando sono uscita di casa mi sentivo bella e felice, sono stata sbattuta fuori perchè degli uomini adulti non riuscivano a controllarsi, non voglio che ciò accada più a nessun’altra». «La guardia giurata ha detto che tutti mi stavano guardando il mio lato B e questo era un problema per il centro commerciale», ha aggiunto in un post su Facebook.
Come abbiamo detto, una volta venuta alla luce questa notizia, ha destato parecchie polemiche, soprattutto nei confronti del centro commerciale perchè pare che siano stati troppo esagerati e inappropriati nei confronti della ragazza. Dal canto suo la 19enne, ha fatto sapere di esserci rimasta molto male e di non voler in alcun modo mettere più piede in quella struttura.
La crescita del modo della moda. Centri della moda e della cultura emergono in Australia come nelle Americhe del Nord e del Sud: New York, Filadelfia, Chicago, Montréal, Toronto, Sydney, Melbourne e Buenos Aires. Le classi piú agiate delle nazioni emergenti bramano la sofisticatezza europea ma si confrontano con situazioni di frontiera e nuove sfide sorprendenti. Le signore delle grandi città sono in linea con gli ultimi sviluppi di Worth e Pingat, mentre le donne di campagna, specialmente nelle zone fredde dell’America dell’Ovest, del Canada e dell’Alaska, indossano in realtà i pantaloni durante loro dure giornate di lavoro.
In Australia una parte dell’élite culturale urbana si veste seguendo i dettami dell’estetica britannica, mentre i pionieri dell’Outback sono lontani anni luce da tale affettazione. Alcuni standard culturali del Nuovo Mondo sono stati definiti dagli immigranti delle generazioni precedenti, come nel caso del Canada Francese cattolico e del puritano Massachusetts, e a volte le tradizioni europee si scontrano con la realtà di vita di una nazione in crescita. Uno strano caso di conflitto e contrasto tra Nuovo e Vecchio Mondo si verifica nel novembre del 1878, quando il nuovo governatore canadese e sua moglie, la principessa Louise, compiono un tremendo errore nel corso della loro prima apparizione ufficiale con i cittadini di Montréal. Specificando che le ospiti al ricevimento avrebbero dovuto indossare abiti scollati secondo la moda europea, non prendono affatto in considerazione gli standard di stile tipici di una popolazione in maggioranza cattolica, le condizioni economiche che impediscono a molte donne del luogo di possedere abiti formali e il clima freddo di novembre. Alle donne viene consentito di declinare l’invito adducendo «ragioni di salute» e la stampa descrive l’incidente come un passo falso politico, criticando la coppia per l’ignoranza della cultura del Québec.
L’influenza della moda europea si estende fino in Asia: durante il suo regno Mongkut, re Rama IV del Siam (la moderna Thailandia), compie grandi sforzi in vista di un’occidentalizzazione e negli anni Cinquanta e Sessanta impone abiti di foggia occidentaleper i membri della famiglia reale. In Giappone, durante il regno dell’imperatore Meiji, lo stile occidentale influenza il guardaroba dei giapponesi piú benestanti e degli aristocratici piú alla moda e nel 1883 viene inaugurato il Rokumeikan, una sala di ricevimento in stile occidentale vicino al palazzo imperiale, utilizzato per balli in stile europeo. Inoltre, poco dopo, l’imperatrice consorte Ichijo Haruko, nota come Imperatrice Shoken, adotta abiti occidentali per le sue apparizioni pubbliche. Nonostante alcune reazioni negative, l’imperatrice e le donne di corte continuano a indossare tali abiti e questa loro scelta influenzerà il futuro stile delle culture dell’Estremo Oriente. Verso il 1890. Durante questi quarant’anni la moda è considerata l’incarnazione dell’eleganza ma l’abbigliamento preconfezionato, reso possibile da invenzioni come la macchina da cucire, conquista la sua importanza e il mercato della moda si espande attraverso la crescita dei grandi magazzini e della vendita per corrispondenza.
Il passaggio dalla silhouette con le crinoline a una piú affusolata, insieme allo sviluppo della sartoria su misura, incoraggia una nascente attenzione pero la praticità e le idee della Riforma dell’abbigliamento hanno un notevole impatto sugli stili successivi. L’abbigliamento da uomo riflette la standardizzazione nelle taglie, nella produzione e nella forma. La fotografia è utilizzata per promuovere le celebrità e registra la moda insieme ad altri fenomeni della vita moderna. La Tour Eiffel si staglia nell’orizzonte di Parigi nel 1889, costruita per l’Esposizione Universale di quell’anno. L’Esposizione, che include una Galerie des Machines e che mette in mostra centinaia di invenzioni meccaniche, apre cent’anni dopo gli eventi che portano l’Ancien Régime alla fine. La Tour Eiffel è il punto focale della città che è riuscita con grande successo a unire l’eleganza del Vecchio Mondo con lo spirito della modernità, una combinazione che rappresenta in generale il mondo della moda.
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