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Pensioni ultime notizie, quando e a chi conviene Quota 100



Si parla sempre più spesso della cosiddetta quota 100, una misura che molto probabilmente sarà attiva a partire dal prossimo mese di gennaio. Come sappiamo andare in pensione, prima comporta una riduzione dell’importo relativo proprio alla pensione, perché si lavora di meno e si allunga il periodo di incasso della rendita. In molti casi però la scelta di prendere meno, ma andare prima in pensione potrebbe risultare più conveniente. Quota 100, è una delle tante novità annunciate nei mesi scorsi, che potrebbe entrare in vigore nel corso del 2019 attraverso un decreto legge e dovrebbe avere due pilastri fondamentali ovvero l’impossibilità di cumulare pensione e reddito da lavoro per 3 anni dal pensionamento e la volontarietà da parte dello stesso lavoratore. Al momento più che parlare di quanto potesse essere conveniente questa misura, si parla dei costi di questa operazione, sostenendo che potrebbe essere davvero un grave problema per il governo e per quanto riguarda il recupero delle risorse necessarie.



A parlare in questi giorni è stato proprio l’ufficio parlamentare di bilancio, che ha calcolato una pensione maturata a circa 62 anni la quale comporterebbe una riduzione fino al 34,7% rispetto ad una che è stata avviata al compimento dei 67 anni. Si tratta, dunque, di un discorso piuttosto delicato, in quanto bisognerà mettere insieme tutta una serie di aspetti. Stando ad alcune analisi effettuate proprio su calcoli e conti ben specifici, è evidente che il vantaggio di andare in pensione prima si riduce man mano che si avanza con l’età e si annulla fino al compimento del 95esimo anno anagrafico.

Esempio

Facciamo un esempio, prendendo in considerazione un lavoratore nato il primo gennaio del 57 che ha iniziato il primo gennaio del 1981 e che ha percepito un reddito lordo di €25.597 l’anno che potrebbe salire al ritmo del 1,5%. Nel caso di pensionamento con quella che è la normativa attuale, il lavoratore in questione andrebbe ad incassare una rendita lorda che ammonterebbe a €20.420 l’anno vero €16.216 Netti.

Nel caso cui invece il lavoratore andrebbe in pensione con Quota 100, ovvero a 62 anni andrebbe a incassare un assegno pensionistico che ammonterebbe a €15.479 lordi ovvero €12.890 annui. Ovviamente è facile capire come la differenza sia piuttosto evidente anche se non è tutto. Infatti va calcolato il fatto che coloro che vanno in pensione a 62 anni risparmiano ben 5 anni di contributi previdenziali che invece pagano coloro che restano al lavoro fino al compimento dei 67 anni. Se si cumulano le somme complessive delle due opzioni, ad emergere è un montante pensionistico che ha 90 anni ammonta a €374.000 circa per chi va in pensione a 62 anni.



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