Parliamo di quota 41, ovvero una misura nonché una delle ultime novità che riguardano la riforma tanto voluta dal governo per superare la legge Fornero. Il governo Conte ha presentato una proposta con l’intento di ridurre il numero di contributi versati per poter accedere al pensionamento anticipato e questi verrebbero conteggiati a prescindere dall’età anagrafica in 41 anni, ma per poter attuare questo meccanismo occorrerebbero comunque delle risorse piuttosto sostanziose. A parlare nelle scorse ore è stato Alberto Brambilla, un esperto di previdenza piuttosto vicino alla lega, il quale ha sostenuto che le stime per poter accedere a quota 41, sono state gonfiate per riprendere un termine utilizzato dallo stesso. Secondo Brambilla, infatti, per la riforma delle pensioni occorrerebbero circa 5 miliardi e non 20, come si era ipotizzato in un primo momento.
Tornando alla quota 41 si può dire che questa va a ripristinare le condizioni che erano entrati in vigore ancora prima dell’introduzione della legge Fornero e quindi se fino al 2011 lavoratori potevano accedere al pensionamento anticipato avendo 40 anni di contributi versati, questi in seguito sono diventati 43 anni e 6 mesi e ad oggi l’obiettivo del Governo è quello di ripristinare queste condizioni.
Con questo metodo, quindi, tutti i lavoratori potranno prendere la pensione anticipata a prescindere dall’età anagrafica e questi assegni saranno soggetti all’adeguamento alle speranze di vita. A partire dal prossimo anno, dunque, dal 2019 questa misura quota 41 verrà esteso a tutti i lavoratori mentre in precedenza era soltanto applicato ad alcune categorie. Circa i requisiti specifici, ad oggi si può dire che quota 41 è dedicata soltanto a coloro che hanno svolto delle attività gravose ed usuranti, invalidi civili, a chi può vantare ben 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni di età, a chi risulta iscritto alla previdenza da prima del 1996, a chi è disoccupato e non percepisce da circa 3 mesi di indennità di disoccupazione, a chi presta Cure ed assistenza da almeno sei mesi ed un familiare entro il secondo grado.
Per quanto riguarda invece il calcolo di quota 41, non si prende in considerazione dell’età anagrafica. Si potrà presentare la domanda nel momento in cui la somma degli anni di contribuzione equivalgono A 41 e mezzo Ovviamente questo nel caso in cui il governo dovesse riuscire a modificare l’impianto di questo regime ed essendo loro poi a tutti i lavoratori. In questo calcolo si potranno inserire anche due o tre anni di contributi che sono stati definiti e figurativi, ovvero accreditati al lavoratore in alcuni periodi individuati dalla legge.
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