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Pensioni news, Quota 41 per tutti è l’obiettivo del governo. Cos’è e come funziona



Ultime notizie sul fronte pensioni che riguardano quelle dichiarazioni che sono state rilasciate proprio nei giorni scorsi da Matteo Salvini. Inevitabilmente, il leader leghista ha parlato proprio delle pensioni ed in particolare della riforma Fornero, fissando quelli che sono gli obiettivi del governo e puntando l’attenzione più che altro su quota 41, come misura per tutti. Ma cosa si intende per quota 41, cos’è effettivamente e come funziona? Quota 41 è sicuramente una delle novità previste dalla riforma pensioni, lega e Movimento 5 Stelle ed è anche tra una tra le misure più attese dai lavoratori italiani. Ma vediamo  che cos’è chi potrà effettivamente accedere alla quota 41 e quali saranno i requisiti previsti ma anche le modalità di calcolo dell’assegno.



Capire effettivamente come funziona la quota 41 è molto facile, anche perché non si tratta di una vera e propria novità. ma di una misura che è stata già introdotta con la scorsa riforma pensioni ma esclusivamente dettata per i precoci. Ma cosa cambierà adesso nel 2019? Sembra proprio che questa misura effettivamente posso andare a sostituire quota 100, ma soltanto nel 2021. Si tratta, ad ogni modo, di una misura che darà la possibilità di poter andare in pensione senza avere particolari requisiti anagrafici, ma soltanto contributivi da rispettare. E’ quindi uno strumento che darà ha la possibilità a tutti i lavoratori che hanno maturato 41 anni di contributi di poter andare in pensione, senza alcun vincolo di età.

Ciò che intende fare il MoVimento 5 Stelle e la lega è soltanto permettere che questa misura si possa estendere a tutti, visto che la scorsa riforma inserita nella legge di bilancio 2017 aveva introdotto sì la quota 41, ma soltanto per i lavoratori precoci ovvero per coloro che avessero lavorato almeno 12 mesi prima di aver compiuto 19 anni di età. Rispetto ad oggi sarebbero dunque eliminati alcuni requisiti, ovvero essere in uno stato di disoccupazione per licenziamento anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale ed avere esaurito completamente da circa 3 mesi la prestazione per la disoccupazione.

Eliminato anche il requisito, secondo cui bisognava assistere da almeno sei mesi al momento della richiesta il coniuge oppure un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità e possedere una riduzione della capacità lavorativa riconosciuta almeno al 74%. Escluso anche il requisito di essere lavoratori dipendenti impiegati in attività usuranti ovvero per le quali è richiesto lo svolgimento di mansioni particolari e nello specifico rischiose e difficoltose. Secondo le ultime novità, con l’introduzione della quota 41 per tutti, potrebbe essere introdotto anche il metodo contributivo sui versamenti effettuati a partire dal 1996 per i lavoratori con più di 18 anni di contributi, prima dell’entrata in vigore della riforma Dini.



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