Quali saranno effettivamente le misure che il governo intende approvare per poter superare la tanto odiata riforma Fornero? In queste settimane se ne è parlato tanto di pensioni e nello specifico dell’introduzione di Quota 100, della proroga di Opzione donna, ma anche tanto di Ape Social e pensione anticipata. Tra le novità, quella più probabile pare che ci sia l’introduzione di Quota 100 e di Quota 42. Ma cosa si intende con questi termini? Con Quota 100 si intende la possibilità di andare in pensione avendo raggiunto 100 come somma dell’ età anagrafica così come degli anni di contributi versati. Per quota 42 invece si intende il numero di anni di contributi necessari per poter andare in pensione, a prescindere da quella che è l’età anagrafica.
Pensioni 2019, termini utili per andare in pensione
Ad oggi per poter andare in pensione, bisognerebbe avere 66 anni e 7 mesi con 20 anni di contributi versati, ma la situazione potrebbe cambiare nel 2019, perché a cambiare sarà l’aspettativa di vita. Il termine Infatti passerà a 67 anni per via dell’ aumento dell’ aspettative di vita e così a partire dal prossimo mese di gennaio, si potrà andare in pensione più tardi rispetto ad oggi. Ma quali saranno i termini?
Eccoli qui di seguito elencati:
– pensioni di vecchiaia da 66 anni a 7 mesi a 67 anni per tutti ,con anzianità contributiva richiesta pari a 20 anni
– pensione di vecchiaia contributiva passa da 70 anni e 7 mesi a 71 anni di età, con anzianità contributiva sempre pari a 5 anni
– pensione anticipata contributiva fatta da 63 anni e 7 mesi di età a 64 anni con un’anzianità contributiva fissata a 20 anni
– pensione anticipata uomini da 42 anni 10 mesi e 43 anni e 3 mesi, mentre per le donne da 41 anni 10 mesi si passerà a 42 anni e 3 mesi
– pensione anticipata lavoratori precoci da 41 anni a 41 anni 5 mesi di anzianità contributiva.
Pensioni 2019 novità categorie usuranti
Effettivamente l’aumento dell‘età pensionabile non è stato esteso a tutti, ma pare che ci siano delle categorie di lavoratori che potranno accedere alla pensione di vecchiaia già partire da 66 anni e 7 mesi a condizione però che abbiano maturato un’anzianità contributiva che sia pari almeno a 30 anni piuttosto che 20. I lavoratori che per almeno metà della loro carriera, abbiano svolto un’attività definita usurante, pare che debbano avere un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e avere 61 anni e 7 mesi. Devono, inoltre, avere almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa, compreso l’anno di maturazione dei requisiti per le pensioni che hanno decorrenza entro il 31 dicembre 2017 e almeno la metà della vita lavorativa per le pensioni con decorrenza a partire dal primo gennaio 2018 in avanti.
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