In tanti continuano a chiedersi quale potrebbe essere l’importo dell’assegno relativo alla Quota 100 e se realmente è prevista una perdita del 30% sull’ assegno previdenziale. Proprio in questi giorni a parlare è stato il presidente dell’INPS Tito Boeri, il quale ha lanciato un allarme sulla possibilità della riduzione dell’assegno previdenziale. Effettivamente in alcuni casi è prevista la perdita di parte dell’assegno nel caso in cui si acceda ad un regime di pensionamento anticipato e questo accade proprio per la quota 100, nonostante il ministro Salvini avesse assicurato che non era prevista alcuna penalizzazione. Effettivamente per Quota 100 non erano stati previsti di calcoli oppure tagli percentuali, ma questa diminuzione dell’assegno avverrebbe in base ad un calcolo che si effettua su un numero di anni inferiori di versamento e dunque la riduzione dell’importo della pensione sarebbe collegata soltanto all’anticipo ovvero ai minori contributi versati all’applicazione dei coefficienti collegati all’età più bassi e di minori rivalutazioni dietetiche contributi.
Quindi qualsiasi tipo di pensionamento anticipato sarà minore per chi esce prima dal mondo del lavoro. La risposta dunque ai tanti dubbi dei Lavoratori italiani è la seguente, che non sono previsti tagli ne incrementi virtuali dei contributi con Quota 100 e che con questo tipo di pensione si potrà uscire prima dal mondo del lavoro sia rispetto alla pensione ordinaria anticipata, sia rispetto alla pensione di vecchiaia e l’assegno inevitabilmente risulterà più povero proprio per la mancanza di quelli che sono gli ultimi anni di lavoro, per i quali non viene pagata alcuna contribuzione.
Pensione Quota 100 cos’è e come funziona
Questa misura di quota 100 è stata introdotta proprio dal governo Conte e molto probabilmente sarà attiva dal prossimo gennaio 2019. SI potrà, dunque, uscire dal mondo del lavoro una volta raggiunti 72 anni di età e 38 anni di contributi, ovvero quando la somma tra i requisiti contributivi e quelli anagrafici sia pari a 100.
Quota 100, come si calcola
Per potere calcolare dunque la pensione con quota 100 bisogna sicuramente tenere conto dell’anzianità contributiva nonché della gestione alla quale si appartiene al fine di determinare l’importo che non sarà mai uguale per tutti. Si potrà effettuare un calcolo di tipo retributivo fino al 31 dicembre 2011 così come stabilito dalla legge Fornero se si possiede oltre 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995. Si può effettuare un calcolo retributivo fino al 31 dicembre 1995, poi contributivo nel caso in cui si possiedono meno di 18 anni di contributi versati al 31 dicembre 1995 e questo è detto calcolo misto ed infine un calcolo integralmente contributivo per tutti coloro che non hanno versato contributi al 31 dicembre 1995 o perché anche se li avesse portati decide di procedere con un calcolo contributivo oppure va ad unificare il totale dei contributi posseduti in casse diverse o di pensione con l’opzione donna.
Pensioni ultime notizie, riscatto laurea e Quota 100
Nell’ultimo periodo, tanto si è parlato della possibilità di riscattare la laurea ai fini pensionistici e questa discussione in qualche modo sembra sia stata alimentata dall’introduzione della misura pensionistica Quota 100. Questa potrebbe dare la possibilità a tanti dipendenti di potere raggiungere gli anni contributivi per poter andare in pensione. Proprio nell’ultimo periodo sarebbero in crescita le domande di riscatto laurea ricevute dall’Inps e si parla di un totale di 62.282 di istanze presentate dal 2016 fino allo scorso 31 agosto, di cui ben 28.389 accolte tra gestione privata e pubblica. Nello specifico nel privato, le istanze presentate sarebbero 43.689, di cui 12.920 solo nei primi otto mesi del 2018.
Pensioni e riscatto laurea
Quello del riscatto laurea è un istituto che da la possibilità di poter calcolare il percorso di studi ai fini pensionistici ed ovviamente potrà richiederlo soltanto chi ha conseguito il titolo di studio, quale laurea o diploma di laurea, anche se si dovesse trattare di un soggetto inoccupato che al momento dell’inoltro della domanda, non è mai stato iscritto ad alcuna forma di previdenza e che non ha mai iniziato un’attività lavorativa all’estero o in Italia. Si possono riscattare i periodi che corrispondono alla durata legale del corso di laurea ed ancora si potranno anche riscattare i titoli conseguiti all’estero che abbiano valore legale nel nostro paese.
Inoltre, a partire dal 1997 sembra si possa anche riscattare due o più corsi di laurea. Non potranno essere riscattati gli anni fuori corso, nonché i periodi che risultano già coperti da contributi obbligatori oppure figurativi presso il fondo cui è stata effettuata domanda e tutti gli altri regimi previdenziali. Riguardo il costo del riscatto, questo non sarà sempre uguale ma andrà a variare a seconda del regime previdenziale, ovvero contributivo e retributivo, in cui va a ricadere il periodo da riscattare e che sarà condizionato dall’età, dal sesso e dalla retribuzione del richiedente.
Riscatto laurea e Quota 100
Sostanzialmente, dunque, sulla base di quanto appena detto, sembra che il riscatto degli anni di studio all’Università possa dare la possibilità di aggiungere ben due anni di contributi a seconda della durata del corso di studi che si è seguito, che potrebbero essere utili ai fini del calcolo dell’età pensionabile.In questo scenario, si aggiunge l’introduzione di Quota 100, che dovrebbe entrare in vigore il prossimo mese di gennaio 2019 e che permetterà l’accesso alla pensione anticipata con almeno 62 anni di età ed un’anzianità contributiva di minimo 38 anni. Sono previste delle finestre per l’uscita anticipata con Quota 100, qualora i requisiti vengano maturati a partire dal mese di gennaio 2019. In che modo influisce il riscatto degli anni di studio con Quota 100? Il riscatto, potrebbe dare la possibilità agli interessati di ottenere gli anni di contribuzione necessari per poter raggiungere i 38 anni richiesti per poter accedere alla pensione anticipata, ovviamente sempre rispettando il requisito anagrafico.
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