Pensione di vecchiaia e età pensionabile 2019: quando è possibile?



In vista dell’arrivo del nuovo anno, ci si chiede quale ruolo avrà la pensione di vecchiaia nei cambiamenti che sono state previste per il nuovo anno. Ci si chiede, inoltre, quale sia l’età pensionabile adeguata all’aspettativa di vita. Questi due argomenti in parte sembra siano stati oscurati da Quota 100, una misura che troverà posto nella Legge di Bilancio. Il superamento della Legge Fornero non avverrà da un giorno all’altro, ma sarà graduale. Ciò significa soltanto una cosa, ovvero che i requisiti da maturare per poter accedere alla pensione di vecchiaia resteranno quelli che sono al momento vigenti. Però, se nel 2018 bisognava aver compiuto 66 anni e 7 mesi di età, nel 2019 il requisito anagrafico sarà aumentato a 67 anni ed a restare inalterato sarà il minimo di 20 anni di contributi.



Non è atteso alcun tipo di cambiamento per la pensione di vecchiaia? Come abbiamo in parte detto, i requisiti per poter accedere alla pensione di vecchiaia 2019 dovrebbero restare inalterati. Dunque, i 66 anni e 7 mesi del 2018 diventeranno 67 anni per via del meccanismo che di fatto adegua l’età pensionabile all’aspettativa di vita. Quota 100 sarà, dunque, una soluzione che il soggetto potrà prendere in considerazione per poter andare in pensione, in base ad un funzionamento che è stato annunciato, ma non ancora confermato e che ha già creato parecchi malumori, visto che è chiesto un numero più alto di anni di età e di contributi rispetto al progetto originario.

Per poter accedere alla pensione di vecchiaia nel 2019, bisognerà avere ben 67 anni di età, un requisito che cambierà sostanzialmente ogni 2 anni, salendo poi di volta in volta di 3 mesi. Per cui, sulla base di tutto ciò, nel 2023 bisognerà aver compiuto 67 anni e 6 mesi per poter accedere alla pensione di vecchiaia.

Pensione di vecchiaia: età pensionabile e contributi

Ad oggi esistono varie possibilità per poter accedere alla pensione di vecchiaia, nonostante si abbia un numero inferiore ai 20 anni di contributi. Esiste però un requisito da rispettare e riguarda proprio l’età contributiva e non tanto quella anagrafica. Oltre al requisito anagrafico, che è legato all’aspettativa di vita ed ai 20 anni minimi di contributi, si potrà accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria con un assegno superiore a 1,5 volte l’assegno sociale per chi ha, però, effettuato versamenti entro il 31 dicembre 1995. Ricordiamo che la pensione di vecchiaia, è una prestazione previdenziale che consiste nella rendita erogata dallo Stato attraverso i suoi istituti o enti predisposti. Si tratta di un servizio pubblico assistenziale fornito dallo Stato attraverso enti pubblici o istituti come ad esempio l’Inps o le casse professionali che sono detti anche previdenza di primo pilastro.



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