Tra le misure di pensione anticipata, non possiamo non parlare di Ape Social, l’abbreviazione di anticipo pensionistico sociale. Vediamo di cosa si tratta, come funziona e quali sono i requisiti per poter accedervi? Diciamo subito che l’anticipo pensionistico sociale, altro non è che è un meccanismo di pensionamento che da la possibilità, ai lavoratori che si trovano in situazioni di particolare disagio, di ottenere una pensione senza penalità, a partire dal compimento dei 63 anni di età e dai 30 36 anni di contribuzione. Il meccanismo è stato introdotto per la prima volta dal governo Gentiloni, ma soltanto in forma sperimentale ed è previsto fino al 31 dicembre 2018, la cui proroga però per il 2019, dovrebbe avvenire e dovrebbe essere inserita nel testo della manovra che verrà discusso al Senato, entro la fine dell’anno corrente.
Questa pensione anticipata, è rivolta a determinate categorie di lavoratori che abbiano raggiunto però una determinata età anagrafica, ovvero almeno i 63 anni di età. Effettivamente quali sono i requisiti per poter ottenere l’ape social? Diciamo subito che per avere diritto sarà fondamentale possedere un requisito minimo di 30 anni di contributi e 36 nel caso in cui si svolga un’ attività gravosa. Ai fini del perfezionamento del requisito contributivo può valere quindi contare anche la contribuzione che è stata versata oppure accreditata a qualsiasi titolo, purché però i versamenti non siano stati fatti, presso una casa di liberi professionisti.
Discorso a parte per le donne, per le quali è previsto uno sconto per ogni figlio per un massimo però di 2 anni e quindi una mamma con due figli, potrà accedere all’Ape Social con soltanto 28 anni di contributi e 34 nel caso in cui abbia svolto una professione che rientri in quella categoria di lavori definiti gravosi. Sì differisce dalla volontaria, la quale prevede un prestito bancario gravato da un premio assicurativo, che il lavoratore che va in pensione usufruendo di questa misura, dovrà restituire nell’arco di vent’anni.
Invece l’Ape sociale si può vedere come una sorta di sussidio di accompagnamento alla pensione. che da la possibilità quindi al lavoratore di percepire un assegno che viene erogato per 12 mensilità e che non è rivalutatile sulla base dell’inflazione. L’assegno sarà sostanzialmente a carico dello Stato e in questa veste, si va a concretizzare come un aiuto economico dove i destinatari non sono altro che soggetti in stato di bisogno. Questa misura spetta ai lavoratori che risultano iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, nonché alle forme sostitutive ed esclusive della medesima ma anche alle gestioni dei Lavoratori autonomi alla gestione separata, ma non a quei lavoratori che hanno delle specifiche casse di appartenenza.
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