”Non credo che quella di domani con la Stella Rossa sarà una partita decisiva. Sarà senz’altro importante, ma non decisiva. La mia sensazione è che la qualificazione si deciderà nell’ultimo turno del girone”. Carlo Ancelotti, alla vigilia della gara con i serbi, ritiene che la qualificazione agli ottavi di Champions il Napoli se la giocherà a Liverpool. ”Il nostro obiettivo – dice l’allenatore – è quello di passare il turno, ma la sensazione che ho è che domani non si decide niente, anche perché il girone è molto equilibrato. Certo la gara di domani è di fondamentale importanza. Noi siamo posizionati molto bene in questo gruppo che sembrava quasi impossibile. Ora manca – conclude – solo la ciliegina sulla torta che possimao mettere nelle ultime due partite”.
È cominciata l’operazione Napoli per la Stella Rossa. I serbi sono partiti poco fa da Belgrado e raggiungeranno l’aeroporto di Capodichino prima di mezzogiorno. L’allenatore Vladan Milojevic ha diramato in queste ore l’elenco dei convocati: sono venti i serbi arruolati per il match del San Paolo, non ce la fa l’ex genoano Boakye, dentro invece Pavkov, eroe dell’ultima sfida Champions contro il Liverpool.
«La fiducia è aumentata dopo il Liverpool, non andiamo a fare una passeggiata a Napoli ma a cercare di far risultato». Il pensiero di Srdjan Babic è chiaro, la Stella rossa non vuole fare da vittima sacrificale al San Paolo. «Abbiamo qualche problema con gli infortunati, ma daremo il massimo. Tutto dipenderà dall’approccio: chi andrà in campo dovrà dare il massimo. Meglio se giocasse Milik, avremmo qualche riferimento in più: Insigne e Mertens sono più difficili da gestire».
Al sito ufficiale del club serbo ha parlato anche Miloš Degenek: «Ci saranno i nostri tifosi al San Paolo, crediamo in un risultato positivo: abbiamo il diritto di sognarlo e sperarlo. Il pari contro il Chievo non illuda: hanno avuto sfortuna e anche noi veniamo da un pari. Il risultato dell’andata è una lezione, analizzeremo ancora quella partita. Saremo pronti a qualsiasi scelta di Ancelotti, ma mi aspetto di vedere Hamsik e Mertens titolari».
«Non facciamo alcuna promessa, ma abbiamo fiducia dopo l’ultima gara contro il Liverpool», ha continuato Veljko Simić. «Giocheremo contro una squadra forte che può battere chiunque in Europa, ma daremo il meglio. Avremo i nostri tifosi con noi, mi aspetto una gara diversa rispetto all’andata perché il Napoli è cambiato. Ma anche noi abbiamo fatto esperienza, saremo più competitivi. Servirà grande concentrazione, se abbiamo battuto i vice-campioni d’Europa, allora possiamo battere anche il Napoli»
Napoli-Stella Rossa probabili formazioni
Il Napoli di Carlo Ancelotti dovrebbe scendere in campo con il consueto 4-4-2 con Ospina in porta, Albiol-Koulibaly coppia di centrali di difesa affiancati da Maksimovic (nel ruolo di “falso terzino” che ha interpretato nelle precedenti notti di Champions) e Mario Rui sulle fasce; la linea di centrocampo composta da Callejon, Allan, Hamsik e Ruiz a sostegno della coppia d’attacco Mertens-Insigne.
La Stella Rossa risponde con un 4-2-3-1 che prevede: Borjan tra i pali, Gobeljic, Degenek, Babic e Rodic in difesa; mediana composta da Krsticic e Jovicic, con Ben, Srnic e Marin ad agire negli spazi alle spalle di Boakye.
Probabile formazione Napoli (4-4-2): Ospina; Maksimovic, Albiol, Koulibaly, Mario Rui; Callejon, Allan, Hamsik, F. Ruiz; Mertens, Insigne.
Probabile formazione Stella Rossa (4-2-3-1): Borjan; Gobeljic, Degenek, Babic, Rodic; Krsticic, Jovicic; Ben, Marin, Srnic; Boakye
Vladan Milojevic, allenatore della Stella Rossa, è convinto che la sua squadra potrà ben figurare stasera al San Paolo nonostante le assenze di Bo- akye e Stojkovic e la probabile disponibilità part-time del bomber Pavkov, autore di una doppietta contro il Liverpool, ma alle prese con qualche problema fisico: «È convocato, ma non vi voglio svelare se giocherà o meno dall’inizio». A quanto pare, comunque, dovrebbe partire dalla panchina. Per Milojevic «sarà un onore sfidare Ancelotti, che è uno dei migliori allenatori al mondo». Ma il tecnico serbo prova a mettere pressione al collega: «Siamo gli outsider del girone e veniamo a giocare qui sereni e senza paura anche se conosciamo il valore del Napoli. Abbiamo preparato bene la partita, siamo ancora in corsa e ce la metteremo tutta per stupire forti del supporto dei nostri tifosi». A proposito, previsti 45.000 spettatori. Ambiente sereno al punto che uno dei capi ultras della Stella Rossa all’andata era nel settore riservato ai sostenitori azzurri al Marakana, una ospitalità che verrà ricambiata.
Un poker da calare sul tappeto verde del San Paolo, per prendersi l’intero piatto e lasciare di stucco gli sceicchi qatarioti del Psg, piuttosto che i magnati americani del Liverpool. Gente che al tavolo della Champions si era seduta con una posta molto più alta da giocarsi. Lorenzo Insigne stasera vuole allungare la sua serie entusiasmante in Champions per regalare un’altra notte magica alla sua gente. Prima il gol al novantesimo realizzato ad Alisson, poi il rigore col quale ha battuto Gigi Buffon. In mezzo il gioiello più bello: il tocco da sotto al Parco dei Principi che stava mandando k.o. i parigini. Stasera Lorenzo potrebbe allungare la sua serie, avvicinare Pippo Inzaghi e Ale Del Piero, i soli italiani ad aver fatto meglio di lui nella massima competizione europea in quanto a serie di gol consecutivi, come si vede nella tabella sopra.
SAN PAOLO PER AMICO Tra l’altro Lorenzo vanta un piccolo record, una serie anche quella ancora aperta. In queste due ultime stagioni in Champions Leguae ha sempre segnato a Fuorigrotta: dal Feyenoord al Manchester City di Guardiola; passando per lo Shakhtar e il Liverpool di Klopp, proseguendo dunque con il Psg, Insigne non ha mai mancato l’appuntamento in casa col gol. Lo ha fatto per cinque partite di Champions consecutive: mai nessun italiano c’è mai riuscito. È diventato il punto riferimento offensivo del Napoli con 10 gol stagionali. Un capitan futuro – rispettando Marek Hamsik – che già ha imparato a caricarsindi responsabilità come solo un vero leader sa fare.
INCUBO PALI Certo, poi ci sono gli imprevisti del mestiere. Quelle volte in cui pensi di aver scoccato il tiro giusto, ma un legno ti strozza l’urlo in gola. Altri gol sognati che avrebbero potuto rendere ancora più esaltante la buona stagione del Napoli. È successo domenica scorsa contro il Chievo, capitò anche all’andata contro la Stella Rossa a Belgrado: partite che non si sono schiodate dallo 0-0. Partite per certi versi simili, tatticamente parlando. Perché i serbi anche a casa loro hanno badato solo a difendersi. Come hanno fatto logicamente i veneti, ultimi in classifica. In questi casi serve un’invenzione, un guizzo per aggirare il bus che gli altri parcheggiano davanti alla propria porta.
NUOVA DIMENSIONE Se riuscisse nell’impresa di trascinare i suoi a una nuova vittoria, la dimensione internazionale di Insigne acquisirebbe finalmente un livello di assoluta competitività. Essere il giocatore-guida del Napoli contro Neymar e Mbappé, piuttosto che Salah e Firmino, significa entrare nell’Olimpo. Lì dove si discute di Pallone d’oro e trofei internazionali. Del resto oggi più che mai l’azzurro si è convinto nella testa di poterlo scalare questo Olimpo, grazie ai consigli di Carlo Ancelotti, che rimpiange non aver incrociato in precedenza. Prima di misurarsi nel teatro di Anfield c’è da assolvere la complicata faccenda Stella Rossa. Ancora una magia, Lorenzo.
Essere primi in classifica dopo 4 gare di Champions e non riuscire ad approdare agli ottavi: sarebbe una beffa. Anzi, di più. “Saremmo dei coglioni. Sì, dei coglioni”, Carlo Ancelotti abbandona il bon ton e indossa il camice che Sarri aveva lasciato da qualche parte a Castelvolturno. Queste espressioni forti appartenevano (tante volte era stato criticato per questo) al tecnico tosco-napoletano e ora anche il suo successore sulla panchina del Napoli si appropria di un gergo molto diretto, tendente a spiegare quanta rabbia gli sia rimasta dentro dopo il pari con il Chievo. Uno 0-0 favorito dalla scarsa concentrazione della squadra azzurra, più che dal rigore non assegnato a Callejon, e stavolta il tecnico emiliano decide di passare ai modi un po’ più bruschi: ripetere stasera il primo tempo di domenica, significherebbe pregiudicare un traguardo ormai a portata di mano.
Bisogna battere la Stella Rossa dal cammino imperioso in Superliga serba (primi con 9 punti di vantaggio sul Radnicki Nis, 15 vittorie e 2 pareggi) eppure claudicante nella trasferte di Champions, a Parigi e Liverpool, dove ha patito le uniche due pesanti sconfitte (10 gol subiti) di questa stagione. Potrebbe essere uno stimolo ulteriore a fare bene e, se non bastasse, arriverà la solita spinta del San Paolo, con almeno 50mila presenze garantite. «È positivo che la gente venga allo stadio, che ci supporti e ci spinga. Abbiamo l’opportunità di rifarci – ha ribadito Ancelotti in conferenza stampa – e di passare il turno. Le prime 4 partite ci hanno posizionato bene in un gruppo difficile, ora ci manca la ciliegina sulla torta». E va colta stasera, con il successo sulla formazione di Belgrado, tenendo lo sguardo rivolto anche al Parco dei Principi, con il Psg che accoglierà il Liverpool. Il Napoli potrebbe ottenere il passaggio di turno già stasera, purché i parigini non battano il Liverpool. E sempre che Hamsik & C. facciano il loro dovere: vincere contro i serbi. Per Ancelotti impresa non semplicissima: «La Stella Rossa è stata sottovalutata e ha meritato di battere il Liverpool. Tre punti che tengono aperto per loro il discorso qualificazione: l’intensità e attenzione saranno di fondamentale importanza».
Diretta TV e streaming Napoli-Stella Rossa
Mercoledì 28 novembre alle ore 21.00 fischio d’inizio tra Napoli e Stella Rossa sarà trasmesso in diretta tv ed in chiaro su Sky, precisamente su Sky Sport HD (canale 251), Sky Sport (canale 384).
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La concentrazione dovrà essere stasera il primo titolare del Napoli. Poi, via via tutti gli altri. I soliti, senza quella pratica del turnover che non ha generato risultati positivi contro il Chievo. L’esperienza di domenica sarà stata sufficiente, o forse quella formazione mai schierata in precedenza, era nata sotto il segno della Champions: il proposito di conservare per la gara contro la Stella Rossa quelli che fino a questo momento si sono dimostrati come i più affidabili, non è affatto condannabile. Allora si rivedrà dal primo minuto Ospina, così come Hysaj e Mario Rui, con Allan, Hamsik e Fabian Ruiz a rendere il centrocampo più performante rispetto a quanto visto nel pomeriggio del primo 0-0 casalingo stagionale. Dovrebbe essere un Napoli leggermente diverso da quello ammirato nelle ultime tre apparizioni di Champions (Liverpool e due volte Psg), con la difesa a 3 uomini, grazie all’inserimento di Maksimovic. Stavolta il serbo non dovrebbe essere del match, anche a causa di un piccolo problema fisico (è stato una settimana in Serbia per curarsi) che dovrebbe consigliare Ancelotti di tenerlo in panchina. Al suo posto giocherà Hysaj, finalmente dal primo minuto nel suo ruolo consueto di esterno basso in difesa. Napoli con il 4-4-2, modulo con il quale probabilmente giocherà anche la Stella Rossa. Il tecnico Milojevic dovrebbe optare per questa soluzione geometrica, leggermente diversa rispetto a quella utilizzata sabato contro il Radnicki Nis: la Stella Rossa aveva giocato con il 4-2-3-1. Il grande dubbio per la squadra serba sarà l’utilizzo del bomber Milan Pavkov. L’eroe della vittoria sul Liverpool (sua la doppietta del 2-0) è ancora alle prese con un problema al tendine di Achille.
Mica c’è da fare i moralisti, adesso: in fin dei conti ci sono parole che sono state sdoganate, anche perché intraducibili, e si può essere persino fuori dalla fascia protetta e ritrovarsi semmai collegati in Mondovisione, per rafforzare un concetto. «Se non dovessimo superare il turno, saremmo dei coglioni». E insomma, ci sta, e va bene persino che per non incorrere in equivoci o in quel bip che televisamente toglie “glamour” a una battuta Ancelotti sorridendo ripeta ad alta voce e a microfono acceso: a quell’ora, poi, i bambini mica stanno a guardare e a sentire!
Eccola qua la serata senza macchie e senza pudore, quella nella quale uno special one per titoli e trionfi esce dal guscio d una riservatezza lessicale indiscutibile e con un’ironia un pochino sopra le righe, appena appena, e comunque attraverso un linguaggio (pre)potente, s’infila in questa sfida che, vogliate o no, dura tre ore: si gioca al San Paolo, ed è Napoli-Stella Rossa, ma anche al Parco dei Principi, ed è Psg-Liverpool, con l’etere che s’ingolferà, perché ognuno, pur senza far calcoli, vorrà sapere cosa diavolo stia accadendo dall’altra parte del girone della morte, in cui restano ancora due posti a disposizione e quattro concorrenti. «Noi penseremo alla nostra, complicata sfida, e dovremo affrontarla con il solito spirito, che non è certo quello mostrato domenica contro il Chievo. E comunque, sia chiaro, questa è importante ma non penso possa essere decisiva».
E però potrebbe esserla, se dovessero incastrarsi quei risultati che, lo cogli banalmente nell’aria, invoca una città che si è riaccesa d’incanto, uscendo dal torpore di un’estate rovinosa e andando a riparare sotto quel sopracciglio nel quale il calcio è cambiato però rimanendo sempre lo stesso: «Il pareggio con il Chievo non modifica il mio giudizio su questo Napoli, del cui valore sono certo. E’ andata così, pazienza, adesso ripartiamo e senza sbagliare l’impatto. Saranno fondamentali intensità e attenzione ma noi abbiamo le qualità per essere competitivi. E quindi…». E quindi, “translate”, visto che si è già approfittato, si può anche perservare, semmai diabolicamente, inseguendo quella “cazzimma” – provateci voi a trovare un sinonimo? – necessaria e anzi indispensabile per sistemarsi a quota otto in classifica generale e poi starsene lì ad aspettare che l’eco del san Paolo indichi la strada verso il futuro, avendo scoperto cosa sia successo a Parigi. «Sarà decisivo per noi l’aiuto dei tifosi, che abbiamo riconquistato e ai quali avremmo voluto offrire altro con il Chievo. Ma questo è il passato. Ora noi dobbiamo pensare alla Stella Rossa, che è stata ingiustamente sottovalutata e che ha battuto meritatamente il Liverpool. Avremo pochi spazi e quindi dovremo crearli: stavolta dobbiamo essere noi ad andare incontro alla partita».
Perché intanto Ancelotti va incontro all’universo intero che gli viene catapultato addosso, sistemando pugni in carezze per chiunque: al Bayern, ad esempio, dove Kovac ha scoperto cosa significhi ritrovarsi all’inferno dove lo spedirebbero i calciatori («credo siano gli stessi problemi vissuti da me: per il sottoscritto non è stato facile, spero lo sia per lui; ma io sto con Kovac»); e però auf wiedersehen, ce n’è per chiunque, per il sistema («Ultimamente la Champions è stata funestata da errori grossolani: facciano in fretta con il Var») e pure, “allegramente”, con il Napoli: «Se non passiamo siamo coglioni». Come si dice in serbo, in francese e in inglese….?
Questa è una sfida stellare, anche se non vi pare: e capiterà tutto tra cieli d’Europa, sulla tratta Napoli-Parigi, in quella oscurità che va cancellata con illuminazioni fantasiose, accendendosi di proprio. Questa è una serata pirotecnica, la senti già, e s’avvertirà il clima gioioso tra il San Paolo e il Parco dei Principi, in questa giostra che Insigne e Mertens provano a riaprire, subito, immediatamente, dopo una domenica in bianco, proprio mentre altrove, al Parco dei Principi, s’incroceranno un macro universo, verrebbe da dire una sorta di Babele del gol che comprende francesi e brasiliano, egiziani e uruguayani.
E’ il calcio nella sua espressione più alta, che mescola il talento e la genialità di scuole diverse: però qui ci sono due scugnizzi, nel loro piccolo stanno contribuendo a tracciare un capitolo di storia.
E UNO. Il primo scugnizzo, quello “originale”, è cresciuto tra i vicoli di Frattamaggiore e ora che s’è presa Napoli, e per davvero mettendoci la faccia e anche il piedino nelle occasioni che contano, sa che non può vivere ancora di rendita: la rasoiata al Liverpool è recentissima, e anche la glaciale trasformazione del rigore con il Psg rientra tra i gioiellini contemporanei, ma per irrompere nel futuro, si chiamano ottavi di finale, ci vuole ancora Insigne e qualcosa di suo, un ricamo che conduca al di là dei settantatré gol sinora segnati, una veronica o una diavoleria che sorvoli la malinconia per il pareggio con il Chievo e la porti poi via con sé. Insigne è capocannoniere del Napoli in Champions, l’avreste mai detto?, è arrivato a dieci reti, tre li ha fatti in queste tre gare, però magari il rimpianto per il legno di Belgrado è superiore alla sua andatura sfavillante che acceca mezz’Europa.
E DUE. L’altro scugnizzo, quello di importazione, sta ad appena una rete di distanza, l’unico graffio stagionale gli è riuscito a Parigi e due anni fa gli era andata di traversa la sublimazione della sua interpretazione del ruolo di centravanti moderno con il Real Madrid: finì 1-3, quando Sergio Ramos s’alzò al cielo e decise come un Dio del calcio, però sull’1-0, e dunque a qualificazione in gioco, il collo-interno di questo diavolo che ormai va ritenuto napoletano acquisito andò a sbattere contro il palo, lasciando emorragie nell’anima. Ma la cronaca va separata dalle antiche emozioni e comunque Mertens è tornato nel Napoli come a quel tempo, quando era entrato in area di rigore per dimostrare che in fin dei conti ci sono luoghi comuni che si possono abbattere con la volontà e si può vivere da falso (???) nueve pur senza avere un fisico bestiale.
LA PROVA DEL 19. Dieci gol per Insigne, nove per Mertens però non è la somma che contribuisce a fare la differenza, anche se Milik nella rifinitura ha tentato di rimettere in discussione le gerarchie che almeno stavolta, per la Stella Rossa, sembrano stampate nel San Paolo: quest’anno, quasi ogni volta che ha giocato assieme, la strana coppia è riuscita ad andare in gol (eccezion fatta per Fiorentina, Genoa e Chievo e a Belgrado). E’ successo sia in campionato che in Champions, è successo con il Milan, e con il Torino, con la Juventus e con la Roma, con il Liverpool, con il Psg sia all’andata che al ritorno. Se non sono grossi appuntamenti, non si divertono…
Napoli – Non chiedetevi perché l’abbia detto, se per deresponsabilizzarsi o per lusingare il Napoli, però l’ha detto e le opinioni vanno separate dai fatti, a volte: «Il Napoli può vincere la Champions». Nel calcio è (quasi) tutto lecito, anche la diplomazia o magari chissà potrà anche risultare come assoluta sincerità, però quando Vladan Milojevic si lancia nel pronostico, alla vigilia di una gara d’un girone così equilibrato, il sospetto che si tratti di un intruglio tra pretattica (dialettica) e psicologia spicciola può essere considerato legittimo. «Siamo in un girone dalla quale potrebbe anche uscire la squadra che trionferà in questa Champions, ce lo siamo detti subito, non appena è stato consumato il sorteggio. Ma noi siamo in gioco e siamo felici di esserlo. Però…».
Però ci sono “mostri sacri” che forse un po’ inquietano le ore di avvicinamento a questa gara che rischia di essere da dentro o fuori e forse lo è: «Sulla panchina del Napoli c’è uno dei più grandi allenatori del mondo, mentre noi siamo degli outsider». Però mica poi così tanti sprovveduti: 2-0 al Liverpool, nell’inferno del Marakana, e con quel Pavkov che adesso è qui, e lotta insieme alla Stella Rossa, nonostante qualche acciacco: «Ha avuto problemi dopo il Liverpool ma ora è disponibile. Gioca? Ma voi giornalisti italiani volete sapere sempre tutto…! Non vi svelerò nulla e vi sorprenderemo».
E’ tutto limpidamente scritto in questa serata da emozioni vere, in cui la strategia avrà un peso, certo che lo avrà, ed è ovviamente secretato da Milojevic: «La Stella Rossa sta tornando quella d’un tempo, vogliamo essere quelli del passato. Vogliamo divertirci e giocarcela, speriamo sia uno spettacolo. Ho un piano. ma mica lo dico!». Palla al centro…
A centrocampo torniamo a comandare… E sì, perché dopo la fresca incespicata non resta che riaffidarsi “all’antico” (mica tanto, poi), mettendo bene le cose in chiaro in quella cruciale zona di campo. Con un Allan che sa come si fa e, di volta in volta, ne sta dando ampissima dimostrazione. Facendo addirittura sì che quella mediana a due (stasera verosimilmente completata da Hamsik), si trasformi in trittico e quartetto. Perché ciò che gli riesce meglio è giocare per due, persino per tre. Riempire ogni spazio con la sua presenza ingombrante ed arrembante, rincorrendo ed artigliando chiunque, ma trovando sovente pure modi e tempi per prodursi in impetuosi raid al fianco degli attaccanti. Insomma, un vero e proprio uragano, ma fondamentalmente pensante.
CONCENTRAZIONE. Allan è pronto alla “pugna” che si prospetta fra qualche ora, è pronto a dar tutto se stesso per arrivare ad un (primo) traguardo in Champions: il passaggio agli ottavi in un girone all’apparenza impossibile. Ma che potrebbe, eventualmente, concretizzarsi anche con un turno d’anticipo. «La Stella Rossa non va sottovalutata» – la saggia riflessione del brasiliano proprio accanto ad Ancelotti, nel corso della conferenza congiunta della vigilia (dalla sala stampa di Castel Volturno) – «Dobbiamo mantenere altissima la concentrazione per portare a casa i tre punti». E su ciò ci sarebbe ben poco da eccepire, poiché lui è uno di quelli che difficilmente in campo smarriscono il filo del discorso, che mai perdono la trebisonda, pur cimentandosi in un tipo di gioco che presta il fianco ad inconvenienti del genere.
RIPARTIRE. Torna un po’ a ritroso, ad appena tre giorni fa: “Certo, c’è rammarico per il pareggio col Chievo, ma ci può servire da lezione e l’occasione per riscattarci prontamente è già arrivata. La Stella Rossa difende molto bene e servirà cattiveria per fare risultato pieno». Sa già, come sempre, cosa occorre affinché si possa superare anche questo ostacolo. Un match dal significato implicito, per il quale le giuste motivazioni nascono già belle e confezionate. Non hanno cioè bisogno d’essere sovralimentate.
LA NAZIONALE. E’ un Allan sempre più maturo e completo quello che fa incetta di sette (e più) in pagella, che s’è guadagnato col sudore ed un’inesauribile forza di volontà la prima chiamata in nazionale verdeoro, con relativo esordio più che convincente, sul quale peraltro non v’erano dubbi di sorta (un’ora d’amichevole a Londra con l’Uruguay): «Alla Nazionale italiana non ci pensavo, ero con la testa solo sul Napoli, poi è arrivata la chiamata dal Brasile che tanto attendevo e che m’ha reso felicissimo. Con Neymar abbiamo scherzato anche sulla Champions e su questo girone molto complicato».
APPREZZAMENTI. Diventa sempre più credibile anche nelle vesti di leader: «Sono cresciuto assieme alla squadra. Abbiamo tanti leader, e questa è la forza del gruppo. Cerchiamo sempre di aiutarci, perché se siamo unti possiamo arrivare a grandi traguardi. A mia volta cerco d’imparare da giovani promettenti come Zielinski, Rog, Fabian, Diawara. Io simbolo del Napoli? Se è così mi fa molto piacere. I nostri tifosi sono appassionati, ed io faccio di tutto in campo per ripagarli, provando a vincere ogni contrasto». Tanto che, quando è stato chiamato in causa, per l’ultima mezzora col Chievo, è scattata una vera e propria ovazione.
Un indizio vale semplicemente per un indizio, ma al secondo, va da sé, ci si avvicina alla prova provata che si possa procedere ancora con quel Napoli, la squadra impavida di Parigi e d’un ritorno incandescente, un tornado che si è abbattuto sul Psg e per venti minuti, nella ripresa, l’ha attaccato da destra a sinistra e poi al centro. Un indizio è normalmente un indizio, però il sospetto che si sia alla certezza non è nella casacchine, che nulla aggiungono, ma in quel sorrisetto di Ancelotti che concede una dritta («a centrocampo Callejon, Allan, Hamsik e Fabian Ruiz? Non me la sento di smentirla») e nelle tendenze di questa Champions che tra i pali è stata di Ospina e sulla corsia di destra è diventata di Maksimovic.
UN DUBBIO. La corsia di destra, improvvisamente, abbonda: però c’è chi sta in pole e che lievemente staccato, per vocazione, per inclinazione, per capacità da accoppiare ad una partita che sembra per Maksimovic, ancor prima che per Malcuit e per Hysaj. Ma il dubbio regna sovrano, su una fascia che ha vari interpreti e che ha bisogno di ampiezza, di profondità, di equilibri scovati da Ancelotti con il Liverpool e poi ritoccati semplicemente in avanti, con l’innesto di Mertens al posto di Milik. E’ questo il Napoli che insegue gli ottavi, anche se resta qualche punto interrogativo anche altrove, per esempio nell’area avversaria, dove c’è un belga che oscura un polacco.
STAFFETTA. In porta, si procede come da copione e Karnezis, che ha giocato con il Chievo, che è svelto e intelligente, sa che adesso è l’ora di Ospina, il titolare in pectore d’Europa. Ma Napoli-Stella Rossa ha un senso per Meret, alla sua seconda convocazione di fila che gli varrà, è lampante, la tribuna, ma stavolta avendo dinnanzi a sé un orizzonte diverso. In 22 nella lista, semmai sarà doloroso per Ancelotti scegliere la panchina e tagliarne tre da spedire al fianco di Meret. E intanto Younes ha ricominciato a giocare e Ghoulam se ne è stato a palleggiare a lungo con Koulibaly, dimostrando di aver ripreso confidenza con il corpo, ancor prima che con quella palla nella quale ancora non si può leggere: sta per arrivare il suo momento, ma va indicato senza indugi. Ed è pure per loro che gli ottavi sono un primo traguardo.
Carlo Ancelotti ha girato il mondo, ha conosciuto gli stadi più belli, le tifoserie più calde, le emozioni autentiche, senza filtri. Eppure, col sopracciglio che s’innalza e le orecchie spalancate sul San Paolo, per due volte s’è accorto che l’urlo ‘The Champioooons’ è «il più bello di tutti e lo si può sentire anche da casa». Una dichiarazione d’amore che caricherà i (quasi) cinquantamila di questa sera, contro la Stella Rossa, pronti a rinnovare quell’affresco di voce e passione da appendere sul cuore, da riconoscere tra le stelle di una notte che la città vorrà ricordare a lungo.
CARICA CHAMPIONS. Il San Paolo s’affollerà perché la prevendita lo ha sussurrato, perché alla quota dei mini-abbonamenti venduti si sono aggiunti tutti quelli che hanno deciso d’acquistare il singolo tagliando, qualcuno anche col rimpianto di non essersi mosso in anticipo. Esauriti, da diversi giorni, i settori superiori di Curve e Distinti. Sarà bello esserci per inseguire la possibile qualificazione agli ottavi di finale, un traguardo che il Napoli intende raggiungere spinto dal suo pubblico, al quale la società s’è rivolta con un appello importante.
ATTENZIONE: RISCHIO SQUALIFICA! L’invito, ricordando ai tifosi la diffida del San Paolo, è quello di rispettare le norme Uefa (niente fumogeni e scale libere) per evitare la beffa della squalifica in vista degli eventuali ottavi di finale. L’altro invito, relativo a questa sera, è d’avviarsi in anticipo allo stadio: cancelli aperti dalle ore diciassette per ridurre al minimo il caos, per permettere a tutti d’accomodarsi con calma, godendosi (anche) l’attesa del fischio d’inizio.
GEMELLAGGIO. Sugli spalti l’atmosfera sarà di festa: i tifosi della Stella Rossa sono già in città, si riconoscono tra le vie del centro mentre salutano una città pronta ad accoglierli con garbo e rispetto, in nome d’un gemellaggio annunciato. Attesi, in totale, circa tremila serbi, che si divideranno tra settore ospiti e qualcuno in curva, un segnale d’amicizia per rinnovare quel clima di serenità vissuto anche in occasione della sfida contro il Paris Saint-Germain.
NUOVO PIENONE. Appartiene a quella notte, datata 6 novembre, il record stagionale di presenze a Fuorigrotta: 55.489 tifosi furono testimoni del ritorno di Cavani, della scivolata di Koulibaly su Mbappé, della sfida dagli undici metri tra Insigne e Buffon. Al secondo posto i 44.408 di domenica scorsa col Chievo Verona e sul gradino più basso del podio i 37.057 presenti col Liverpool all’esordio casalingo in Champions. Il pienone che è alle porte stravolgerà la speciale classifica.
Sorprendente. Sì, certo, per la capacità che ha avuto di sintetizzare, al massimo, la sua analisi sulla partita di stasera. «Se non passiamo questo turno siamo proprio dei coglioni». Capito? Carlo Ancelotti ha evitato di perdersi in chiacchiere, di rispondere in maniera banale a domande altrettanto scontate. Una divagazione che gli si può anche perdonare non fosse altro per il significato che ha voluto dare a quelle parole. In pratica, l’allenatore ha voluto lasciare intendere che ci vorrà tanta determinazione per battere la Stella Rossa. E lui è il primo a saperlo e a sostenere la richiesta fatta alla squadra. «Ci vorrà tanta intensità e applicazione per chiudere questa partita». Servirà una notte magica, di quelle da far tremare i polsi agli avversari, soprattutto dopo le critiche che Ancelotti ha subito per il pareggio di domenica contro il Chievo. «La critica è normale, fa parte del lavoro. Resta il fatto che non cambio di una virgola la mia idea su questa squadra, che ritengo competitiva, al di là delle difficoltà di una partita», ha spiegato l’allenatore del Napoli.
NIENTE CALCOLI Sarà una ga ra tirata, che la Stella Rossa proverà a vincere per rientrare nel gioco della qualificazione agli ottavi. La vittoria dei serbi contro il Liverpool, ha un tantino scompensato l’andamento di questo girone. «E’ stata sottovalutata questa squadra, perché nelle ultime due trasferte ha perso, ma ha meritato col Liverpool. Mi aspetto un collettivo ordinato, organizzato che punterà sul contropiede». Non vuole sentir parlare di calcoli, Ancelotti. Ritiene che i numeri c’entrano poco, l’unica cosa che vale, stasera, sarà il risultato finale. «Non dobbiamo pensare a Psg-Liverpool, ma a far bene noi. Non sarà una gara decisiva secondo me, dopo questa ce ne sarà un’altra e si deciderà tutto alla fine. Vogliamo vincere e poi dopo faremo qualche conto». Non decisiva, dice Ancelotti ma, invece, si tratta di una gara che potrebbe decidere il cammino del Napoli in Champions. «L’obiettivo è di passare il turno, ma si deciderà tutto alla fine, perché c’è tanto equilibrio. Sappiamo com’è il calcio, le difficoltà, ciò che accade in campo spesso può essere diverso dalla teoria. Dobbiamo fare meglio, perché la Stella Rossa non è il classico fanalino di coda, ma è competitiva e l’ha dimostrato battendo nettamente il Liverpool», ammonisce l’allenatore napoletano che dimostra di temere abbastanza l’impegno coi serbi. «Hanno cambiato uomini e sistema, giocano diversamente, ma l’atteggiamento è compatto, organizzati dietro. Rispetto all’andata serve più qualità nella finalizzazione perché allora creammo molte occasioni, ma zero gol».
GOL PESANTI Se li aspetta, stasera, Ancelotti. Conteranno pure per la differenza reti che potrebbe essere determinante per la qualificazione. «Non abbiamo avuto problemi in attacco, la media è alta, il gioco offensivo è determinato non solo dai singoli attaccanti, ma da come la squadra ne sfrutta il gioco, gli inserimenti da dietro, i passaggi. Finora non abbiamo avuto problemi, ma individualmente ci può stare che, fisicamente, uno stia meglio di un altro. Domenica, è mancato il collettivo».
PIENONE Uno dei meriti di Carlo Ancelotti è stato quello di aver saputo riportare la gente allo stadio. Dopo un periodo di scoramento, il San Paolo si ritornerà a riempire, saranno 45 mila i tifosi che affolleranno le gradinate. «E’ importante che la gente venga allo stadio, il pieno di stasera aumenta in me il rammarico per il pareggio col Chievo. Il binomio squadra-tifosi è importante, è una spinta che solo questa città riesce a dare». L’allenatore del Napoli, poi, ha chiesto l’introduzione della tecnologia anche in Champions League. «Ultimamente è stata funestata da errori clamorosi, molto più clamorosi del campionato se facciamo un paragone. Io ho subito parecchio negli anni, ora attendo la Var anche in Europa
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