Contributi figurativi 2018 Inps, come funzionano per la pensione?
Ai fini previdenziali entrambi hanno la stessa validità, ma con alcune eccezioni. Ad esempio, per la pensione anticipata sononecessari almeno 35 anni di contributi effettivi, e non più di 5 di tipo figurativo. Ci sono invece dei trattamenti previdenziali come la pensione di vecchiaia contributiva e quella anticipata contributiva per i quali i contributi figurativi non vengono per nulla riconosciuti. Lo stesso vale per l’opzione donna, strumento che, in attesa di una decisione in merito del nuovo governo, non è stato prorogato per il 2018. Ma quali sono i periodi coperti da contribuzione figurativa?
Contributi figurativi INPS 2018, quando vengono riconosciuti?
Come spiegato dall’INPS, questi sono riconosciuti nei periodi in cuiil lavoratore non ha prestato attività lavorativa né dipendente né autonoma, oppure ha percepito una retribuzione in misura ridotta. Sono riconosciuti anche nei periodi in cui l’interessato ha percepito un’indennità a carico dell’INPS (come ad esempio la disoccupazione). Tuttavia ci sono dei casi (come ad esempio per i periodi coperti da Naspi o quelli in cui il lavoratore è posto in cassa integrazione guadagni straordinaria) in cui i contributi figurativi vengono accreditati d’ufficio dall’INPS, altri dove invece è l’interessato a doverne fare domanda. Nel dettaglio, alcuni esempi di periodi per i quali i contributi sono accreditati a domanda sono il servizio militare e le assenze dal lavoro motivate da malattia, donazione, infortunio, maternità, congedo parentale, malattia del bambino, gravi motivi familiari, permessi 104 o aspettativa per lo svolgimento di funzioni pubbliche elettive o per l’assunzione di cariche sindacali.
In arrivo all’interno del Testo Unico un bonus annuo di 1.900 euro per coloro che prestano assistenza a un familiare anziano e disabile: il contributo potrà essere erogato anche sotto forma di agevolazioni fiscali.
Da giorni ormai si parla di bonus da €1900 per assistenza legata all’assegno della legge 104. Nei prossimi giorni arriverà la circolare dell’INPS, ma al momento ciò che è certo è che questo bonus dell’importo di €1900, sarà corrisposto a coloro che assistono i familiari disabili o anziani che abbiano più di 80 anni. Si tratta di una delle misure contenute nel testo unico in materia di caregiver familiari che per chi non lo sapesse, questi altro non sono che quelle persone che Assistono un proprio familiare disabile o anziano. Il tanti nell’ultimo periodo si sono chiesti se potranno usufruire di questa agevolazioni ma ovviamente per poter rispondere con esattezza a questi quesiti, bisognerà attendere la circolare dell’Inps che chiarirà ogni dettaglio.
Secondo le normative vigenti e le informazioni trapelate, questo bonus disabili sarà erogato sotto forma di un Contributo economico a titolo di rimborso per tutte le spese eseguite per chi assiste un familiare di anni superiore agli 80. Questo bonus potrebbe anche essere erogato attraverso detrazione fiscale di €1900, sempre per chi assiste il familiare disabile o anziano di età pari, oppure superiore a 80 anni entro il terzo grado di parentela.
Questa Detrazioni si andrà ovviamente a sommare tutte le altre agevolazioni e benefici per l’assistenza ai disabili e non autosufficienti. Bisognerà presentare un proprio stato di famiglia contenente il suo nome per poter usufruire Dunque di questo bonus ed a questo bisognerà aggiungere anche lo stato di famiglia del soggetto assistito e l’Isee che dovrà essere inferiore a €25000.
Oltre al coniuge pare che possa presentare richiesta anche parte dell’Unione Civile tra persone dello stesso sesso e il convivente di fatto ai sensi della legge numero 76 del 20 marzo 2016 il familiari o affini entro il secondo grado, ed ancora il familiare entro il terzo grado secondo singoli casi specificati. Queste sono le informazioni base ma per ottenere ulteriori informazioni bisognerà attendere Dunque il documento dell’Inps che avrà sicuramente tutte le istruzioni operative e le informazioni necessarie.
Legge 104: si può licenziare per giusta causa
Avrebbe usato permessi retribuiti per assistere parenti disabili come prevede la legge 104 ma in realtà ne avrebbe approfittato per andarsene in vacanza anche fuori dall’Italia a centinaia di miglia di chilometri di distanza da dove in realtà si trovava l’infermo da assistere. Queste le pesantissime accuse nei confronti di una dirigente della Provincia autonoma di Trento, Luisa Zappini, che da mercoledì è agli arresti con l’ipotesi di reato di truffa aggravata e peculato. Per lei il giudice per le indagini preliminari Claudia Miori ha disposto i domiciliari su richiesta del pubblico ministero Marco Gallinam che coordina l’inchiesta, in quanto c’è possibilità di reiterazione del reato.
In uno dei suoi film Checco Zalone raccontava compiaciuto a una famiglia del Nord Italia che suo cugino si era girato il mondo in malattia. E qualche giorno fa la denuncia del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha sollevato un polverone. Infatti il governatore ha dichiarato che ben 2.300 dipendenti regionali godono della legge 104 (quella che consente di assentarsi dal lavoro per assistere i familiari), ma tra questi molti non hanno nessun parente anziano da assistere. L’impatto della denuncia è stato forte e l’immagine della Sicilia ne è uscita male. Ma da sud a nord,in Italia sembra non esserci alcuna differenza. Un esempio è il caso di Luisa Zappini, dirigente della provincia autonoma di Trento, da giovedì agli arresti domiciliari per truffa e peculato. Ciò che sta emergendo dalle indagini della procura pare superi di molto la fantasia di Zalone.
La dirigente è stata beccata in 28 situazioni di abuso dei permessi relativi alla legge 104. In altri 22 casi avrebbe approfittato dell’auto di servizio per spostamenti privati. Naturalmente le accuse sono tutte ancora da dimostrare,ma il materiale raccolto dagli investigatori è corposo.
HAWAII E NEW YORK La stessa Zappini, tramite il suo avvocato, si è difesa affermando che ci sono stati degli errori, «ma non l’intenzione di truffare». Il suo legale parla si leggerezze,ma ammette che gli illeciti ci siano stati. Riguardo alle vacanze ottenute coni permessi della legge 104, la dirigente ne avrebbe trascorse complessivamente per 15 giorni in 5 anni, dal 2013 al 2018. Ci sono poi altre decine di episodi ancora sotto la lente d’ingrandimento della procura trentina. I luoghi scelti per le villeggiature sono i più svariati: Hawaii, Parigi, New York, Maldive,Valle d’Aosta e altre regioni e città italiane. In altri casi ancora la signora Zappini sarebbe stata ufficialmente in missione, ma invece si trovava in luoghi diversi rispetto a quelli dove si sarebbe dovuta recare per lavoro. La dirigente ha usato anche molte volte l’auto della Cue, una Fiat Bravo, per spostarsi per affari privati un po’in tutto il Nord, da Milano a Padova,a Bergamo,Verona e Brescia; naturalmente tutto a spese dei contribuenti.
Anche i riscontri dei telepass, il segnale del cellulare e le email, incrociate dagli investigatori, hanno fatto luce su molte incongruenze. Da tempo a Trento giravano copie di documenti compromettenti. Si trattava in particolare di mail che la stessa Zappini avrebbe scritto alle proprie segretarie, in cui dava disposizioni sull’utilizzo, da parte propria, di permessi per assistenza a un familiare. Ad esempio, nel settembre 2015, nello stesso giorno di una trasferta di lavoro a Roma, da un biglietto aereo EasyJet risultava l’imbarco (di pomeriggio) da Fiumicino con destinazione Parigi. Ma il giorno successivo la donna avrebbe dovuto essere in permesso di assistenza a Trento. Gli arresti domiciliari si sono resi indispensabili per il timore di reiterazione del reato e per evitare che Luisa Zappini potesse inquinare le prove. Infatti,appena saputo dell’inchiesta,la Zappini avrebbe disperatamente provato a “correggere” a quanto le veniva contestato dalla procura «tentando di porre rimedio agli addebiti a suo carico,anche strumentalizzando i suoi collaboratori e interlocutori istituzionali», ha scritto il Gip nell’ordinanza di custodia cautelate. Ma certo lei non poteva sapere che era già stata intercettata dagli investigatori della squadra mobile che controllavano le sue mosse e quelle delle persone che cercava di convincere ad aiutarla.
LO ZAMPINO DEL M5S A dare il via all’inchiesta è stato il lavoro di raccolta materiale, tradottosi poi in interrogazioni in giunta provinciale,da parte del consigliere Filippo Degasperi, del M5S, che è ormai diventato un “castiga matti” delle amministrazioni pubbliche in Trentino. Le notizie apparse sui giornali locali avevano attirato l’attenzione degli uomini della Mobile che hanno acquisito documenti,mai le fotografie scattate dagli esponenti M5S. Dopo l’iscrizione della Zappini nel registro degli indagati,l’inchiesta è arrivata al punto di svolta solo qualche settimana fa con la richiesta del provvedimento cautelare che è stato eseguito giovedì. Luisa Zappini è dipendente dell’Azienda sanitaria di Trento, ma era stata trasferita in Provincia per dirigere la centrale unica di emergenza. Qualche tempo fa, dopo che la grana era scoppiata, è stata rimossa da quell’incarico e rimessa a disposizione della direzione generale sanitaria.
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Furbetti della legge 104, scoperta maxi truffa ad Agrigento: 252 persone indagate, tra cui medici ed insegnanti
Ancora una nuova inchiesta che ha portato alla luce una nuova maxi truffa sulla legge 104, questa volta in provincia di Agrigento. Ebbene si, nel mirino della procura di Agrigento questa volta sono finite 252 persone, tra cui medici, impiegati ed anche insegnanti, i quali avrebbero usufruito dei benefici della legge 104, la norma che permette di assistere i parenti non autosufficienti, per scopi ben diversi e del tutto lontani dall’assistenza. Sono circa un centinaio i medici che avrebbero firmato false attestazioni, ma anche insegnanti ed impiegati, per lo più residenti nei comuni di Raffadali e Favara i quali avrebbero chiesto ed ottenuto dei benefici della norma senza comunque averne diritto. Le 252 persone sono adesso accusate dalla Procura di Agrigento di falso materiale e falso ideologico commessi da pubblico ufficiale.
L’indagine, denominata “La carica dei 104“, stando a quanto è emerso già due anni fa avrebbe scoperto un esercito di falsi invalidi con 101 persone indagate e 10 dottori compiacenti finiti in arresto; ad oggi, è emerso che alcuni dei nuovi indagati sarebbero stati coinvolti anche nell’inchiesta del settembre 2014, che come richiesto dall’allora procuratore della Repubblica Renato Di Natale, aveva portato a 19 ordinanze di custodia cautelare. Tra gli indagati della nuova inchiesta anche diversi medici, ed ancora il bidello ex consigliere comunale di Favara Angelo Alaimo e Daniele Rampello, il baby pensionato di Raffadali. Nello specifico pare che Alaimo e Rampello siano ritenuti gli ideatori del consolidato sistema legato alla legge 104. All’epoca dei fatti 5 persone finirono in carcere d 8 ai domiciliari, con le accuse di associazione per delinquere, falso ideologico, truffa e corruzione. Coinvolti medici, paramedici, autisti di ambulanze, anziani e gente comune che pagava somme di denaro per ricevere false certificazioni sanitarie per percepire le agevolazioni della legge 104. La documentazione è stata acquisita dalla Digos della questura di Agrigento che si è recata proprio nei giorni scorsi negli uffici dell’ex Provveditorato agli studi; nell’inchiesta infatti ci sarebbero circa 54 insegnanti beneficiari della legge.
In tanti hanno chiesto chiarezza sulla vicenda, e nello specifico Dorenzo Navarra, tra i promotori di Insegnanti in movimento, ha dichiarato: “Non ci fermiamo, chiederemo che gli accertamenti vengano svolti nel più breve tempo possibile”.Gli inquirenti al momento stanno tentando di acquisire nuove documentazioni negli uffici dell’Inps e dell’Asp e starebbero cercando riscontri ai sospetti di decine e decine di certificati medici che sarebbero stati realizzati ad hoc per ottenere i trasferimenti degli istituti scolastici del Nord Italia verso l’Agrigentino. Per loro l’accusa è di falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici in concorso tra loro. Le indagini, comunque sarebbero ancora in corso ed anche questa volta non accennano a concludersi, e potrebbero essere corredate da video che mostrano falsi invalidi o medici che spiegano come fare per poter ottenere dei falsi certificati medici.
Anche chi usufruisce della Legge 104 può essere licenziato
In tanti parlano di legge 104 ma effettivamente cosa di sa di questa legge? Sostanzialmente possiamo dire che la Legge 104 istituita nel 1992 è una norma che regola e tutela i diritti dei disabili disciplinando anche l’assistenza dei loro congiunti. L’articolo 3 della stessa legge, sancisce che è dichiarata persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione. La legge 104 sostanzialmente viene richiesta quando il lavoratore dipendente, che sia privato o pubblico, si trova ad assistere una persona disabile in situazione grave, ovvero un parente, il coniuge, o affine fino al 2° grado. I vantaggi sono tanti per il lavoratore, perchè questo ha diritto ad usufruire di 3 giorni di permesso al mese regolarmente retribuiti, nel caso si tratti di un parente o affine fino al 2° grado, mentre nel casi di parenti di 3° grado è possibile richiedere la legge 104 qualora i genitori della persona handicappata abbiano già compiuto 65 anni di età, o presenti gravi patologie invalidanti o siano decedute.
Mentre nei casi in cui il lavoratore si trovi ad assistere più di un parente handicappato, i giorni di permesso non andranno accumulati e dunque rimarranno tre. Si tratta sostanzialmente di una legge dedicata all’assistenza, all’integrazione ed ai diritti delle persone handicappate, con lo scopo principale di garantire il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona con handicap. La legge, inoltre, persegue le seguenti finalità, ovvero: – il recupero funzionale e sociale della persona affetta da minorazioni; – prevenzione e rimozione delle condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana; la promozione della piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società; – la predisposizione di interventi volti a superare stati di emarginazione e di esclusione sociale della persona handicappata.
Come abbiamo anticipato coloro i quali assistono una persona handicappata possono usufruire di importanti benefici e diritti; va sottolineato che non vi è esclusione della possibilità di trovare del tempo per poter espletare delle esigenze di natura personale, e ciò significa che nei giorni di permesso non è necessario che l’assistenza coincida con l’orario di lavoro. Il lavoratore che usufruire della legge 104, può, dunque decidere di gestire il tempo del permesso come vuole. Ciò che spesso ci si chiede, ed alla luce dei fatti di cronaca accaduti negli ultimi anni, ovvero di lavoratore denunciati e licenziati, ci si chiede se sia possibile essere licenziati usufruendo della legge 104. La risposta è si, e questo può verificarsi nei casi in cui il lavoratore abusa delle giornate di permesso; nonostante abbiano riferito che non è obbligatorio che il lavoratore nei giorni di permesso trascorra del tempo con il parente disabile, è anche vero che questo non può svolgere proprio tutte le attività nella massima libertà. Il lavoratore infatti, nei giorni di permesso non può effettuare viaggi all’estero, perchè proprio in questi casi rischia il licenziamento e si rischia di essere denunciati per truffa ai danni dello Stato.
Oggi torniamo a parlare del congedo straordinario riconosciuto dalla legge 104 che permette a tutti coloro che hanno necessità di assistere un familiare disabile di potersi assentare dal lavoro senza per questo perdere il diritto alla retribuzione. Il congedo straordinario pare sia disciplinato dalla legge 104 del 92 e come già abbiamo anticipato permette a coloro che assistono un familiare disabile di potersi assentare dal proprio posto di lavoro senza comunque perdere il diritto a percepire la retribuzione. Ecco qui di seguito tutte le novità che sono previste per il nuovo anno. Secondo quanto riferisce l’INPS anche per il 2018 a pagare lo stipendio durante il congedo straordinario per coloro che Assistono un familiare disabile è lo stesso Istituto Nazionale di previdenza. Inoltre, pare siano stati aggiornati dal primo gennaio 2018 importi delle indennità spettante a chi richiede il congedo straordinario per poter assistere un familiare disabile. Queste novità sono una conseguenza dell’ avvenuta perequazione delle pensioni calcolate dall’istat Che inevitabilmente ha comportato una variazione incrementale del 1,1%.
A chi è rivolto il congedo straordinario?
Come già abbiamo riferito, il congedo straordinario disciplinato dalla legge 104 del 92 è rivolto a tutti i lavoratori che hanno un disabile da assistere. La legge più nello specifico l’articolo 3 comma 3 riconosce la possibilità al lavoratore di potersi assentare dal proprio posto di lavoro per un massimo di 24 mesi, senza perdere comunque il diritto di percepire la retribuzione prevista. Possono richiedere il congedo straordinario tutti i lavoratori che sono assunti con un contratto di lavoro dipendente e più nello specifico a richiederlo può essere:
- il coniuge convivente o la parte dell’Unione civile convivente della persona disabile oppure il figlio convivente della persona disabile in situazione di gravità ma soltanto nel caso in cui il coniuge convivente oppure entrambi i genitori del disabile siano mancanti deceduti oppure affetti da patologie invalidanti
- da padre madre e sia adottivi che affidatari della persona disabile in situazioni di gravità oppure in caso di mancanza decesso presenza di patologie invalidanti del coniuge convivente o anche dall’altra parte dell’Unione civile convivente
- da un parente o affine entro il terzo grado convivente della persona disabile in situazioni di gravità nel caso in cui il coniuge convivente o entrambi i genitori, figli, fratelli, sorelle conviventi del disabile siano mancanti deceduti oppure affetti da patologie invalidanti
- da un fratello o sorella convivente della persona disabile in situazione di gravità nel caso in cui il coniuge o la parte dell’Unione civile o entrambi i genitori e figli siano mancanti deceduti oppure affetti da altre patologie invalidanti.
Riguardo gli importi, dal primo gennaio i limiti dell’ indennità percepita nel periodo del congedo straordinario per assistenza di un familiare disabile pare siano stati aumentati e si parla di un’ indennità massima giornaliera di 98,54 euro, un’indennità massima settimanale di 689,78 euro, un’indennità massima annua di 36.066 euro ed un’ indennità complessiva annua di 47.968 euro.
Legge 104, come inoltrare la domanda di invalidità per depressione
Anche la depressione potrà essere inserita fra le patologie invalidati che darebbero diritto ai benefici della legge 104. Ebbene si, sembra proprio che il disturbo depressivo maggiore, che ovviamente dovrà essere certificato da una commissione medica specifica, rientra fra le malattie che possono in qualche modo influenzare negativamente la vita sociale nonché lavorativa oltre che lo stato di salute complessivo di ogni persona. Sembra inoltre che in casi gravi, ovvero in tutti questi casi in cui la depressione rappresenta un vero e proprio handicap con conseguente riduzione della capacità lavorativa, e nei casi in cui questo venga accertato da una commissione medica, si possa richiedere la legge 104 per depressione appunto. Come sappiamo, la legge 104 può essere sfruttata anche in presenza di uno stato altamente invalidante la situazione generale del soggetto affetto, ad alto rischio negativo per la salute, i rapporti sociali e professionali.
Secondo quanto spiegato dal portale di informazione legale “La legge per tutti“, lo stato ansioso depressivo invalidante può mettere la persona affetta da questo disturbo nella possibilità di poter appellarsi al sostegno della legge 104. Più nello specifico viene fornita una tabella specifica la quale sottolinea le diverse patologie ed anche i corrispettivi importi di invalidità assegnati.
Ecco qui di seguito la tabella relativa alle percentuali d’invalidità riconoscibile:
– Sindrome depressiva endoreattiva lieve: 10%
– Sindrome depressiva endoreattiva media: 25%
– Sindrome depressiva endogena lieve: 30%
– Sindrome depressiva endogena media: dal 41 a 50%
– Sindrome depressiva endogena grave: dal 71 all’80%
– Nevrosi fobico ossessiva e/o ipocondriaca di media entità: dal 21 al 30%
– Nevrosi fobico ossessiva grave: dal 41 al 50%
– Nevrosi ansiosa: 15%
– Psicosi ossessiva: dal 71% all’80%.
Una volta accertata la patologia e dunque la percentuale di invalidità riconosciuta per depressione, l’interessato potrà avvalersi del diritto a diversi benefici ed a prestazioni di assistenza. Più nello specifico, dunque, qualora il lavoratore depresso sia riconosciuto portatore di handicap in situazione di gravità, avrà diritto a tutti i benefici che vengono concessi dalla legge 104 come i permessi retribuiti mensili, la scelta della sede di lavoro, agevolazioni fiscali e rifiuto al trasferimento.
Nel momento in ci verrà valutato lo stato depressivo del paziente, verrà emesso un certificato medico introduttivo con l’indicazione dell’invalidità riscontrata e dell’handicap che dovrà essere trasmesso in modo telematico all’Inps. Poi bisognerà allegare il numero di protocollo del certificato e la domanda dovrà essere inviata all’Inps mediante il servizio accessibile direttamente dal sito web dell’Ente, “Domanda di invalidità”. In Italia purtroppo sono 4,5 milioni i depressi ed è proprio in base a questi dati che l’Oms ha dichiarato che entro il 2030 la depressione sarà la patologia cronica più diffusa al mondo. La depressione è stata riconosciuta come una vera e propria malattia e per questo motivo il lavoratore depresso avrà diritto a tutta una serie di agevolazioni come quelle previste dalla legge 104.[/read]
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