E’tipico dei primi giorni di vacanza. La fretta di abbronzarsi porta molti a esporsi senza precauzioni e così può arrivare l’eritema solare. «Questa reazione cutanea è la conseguenza diretta del trauma che le radiazioni solari, se eccessive, esercitano sulla nostra pelle e rappresenta il primo gradino di un effetto a catena che può sfociare nella comparsa di vere e proprie ustioni, caratterizzate, nei casi più gravi, anche dalla formazione di vescicole e bolle» spiega il professor Giuseppe Micali, direttore delle Clinica dermatologica dell’Università di Catania.
Come si presenta l’eritema solare?
«L’area interessata da questa scottatura presenta rossore vivace. Al tatto la pelle è calda, soffice e vellutata per la vasodilatazione e il gonfiore superficiali. La cute impallidisce momentaneamente a ogni lieve pressione, che causa un dolore bruciante, avvertito anche in modo spontaneo. Se l’ustione è stata molto intensa ben presto compaiono vescicole con contenuto liquido limpido e chiaro, che possono confluire in bolle più ampie. Nell’arco di qualche giorno i disturbi alla cute tendono a risolversi, anche se possono rimanere desquamazioni e variazioni del colore della pelle. Attenzione a non confondere, come fanno in molti, l’eritema solare con altre dermatiti, sempre scatenate dall’esposizione al sole, come per esempio fotodermatite (da contatto con piante fotosensibilizzanti e successiva esposizione solare), le dermatiti foto indotte iatrogene (innescate da farmaci) e la dermatite polimorfa solare. Quest’ultima è una vera e propria allergia ritardata al sole, che si manifesta di solito dopo diverse ore o anche dopo qualche giorno, con papule rossastre palpabili e molto pruriginose».
Chi rischia di più di svilupparlo?
«Ci sono diversi fattori individuali e ambientali che possono predisporre particolarmente agli effetti dannosi delle radiazioni solari. Tra i primi rientra innanzitutto il fototipo, ossia il tipo di carnagione. Le persone con cute chiara, a scarso contenuto di melanina, si ustionano con facilità, manifestando l’eritema solare anche dopo essersi esposti per tempi relativamente brevi. L’eritema può essere favorito anche da dermatosi preesistenti, come la vitiligine o le porfirie, nonché dall’assunzione di alcuni farmaci (antibiotici, antinfiammatori, etc.) con azione fotosensibilizzante. Tra i fattori ambientali è poi sicuramente da considerare l’area geografica: l’esposizione a basse latitudini, come per esempio le zone equatoriali e tropicali, oppure ad alta quota, comportano una maggiore insolazione che, combinata con una minore filtrazione da parte degli strati atmosferici, incrementa molto la quota e l’energia delle radiazioni ultraviolette che incidono sulla nostra pelle.
Se a ciò si aggiunge la presenza di neve, in alta montagna, oppure di sabbia e acqua, in ambiente marino, che riflettono ulteriore quota di radiazioni, il rischio di eritema aumenta parecchio».
Quali sono i rimedi?
«L’intervento più corretto consiste nell’applicazione di semplici impacchi freddi di soluzione fisiologica oppure acqua che, oltre ad arrecare sollievo, contribuiscono a una più rapida risoluzione dei sintomi. A questo provvedimento elementare si può associare in un secondo momento l’utilizzo di creme ad azione lenitiva e idratante o anche di cortisonici a bassa potenza».
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