È piuttosto interessante la notizia che arriva direttamente da New York, dove secondo un recente studio dopo la morte e dunque dopo che il cuore si ferma, il cervello continua a funzionare. Sostanzialmente comunque ciascuno di noi dopo la morte sa di essere morto. E questo è quanto emerge da una ricerca che è stata effettuata da un team di ricercatori della Stony Brook University School of medicine di New York, con a capo il dottor Sam Parnia. Secondo i risultati di questa interessantissima ricerca, una persona quindi può essere consapevole di quello che sta accadendo e dal momento in cui il suo cuore si ferma, si sentirà come intrappolata all’interno di un corpo che ormai non ha più vita, ma il cervello continua ad essere ancora funzionante. Questa ricerca si è posta l’obiettivo di esaminare quello che accade al cervello dopo che una persona va in arresto cardiaco, con l’obiettivo di migliorare soprattutto la qualità della rianimazione di andare a prevenire le lesioni cerebrali, mentre si riavvia il cuore del paziente.
Questo perchè nel momento in cui il battito si ferma, la corteccia cerebrale va a rallentare in modo costante e le cellule cerebrali effettivamente possono rimanere in vita anche per qualche ora. Si tratta di una scoperta davvero molto inquietante, visto che in base a questa sarebbe possibile che dopo la morte, la persona defunta riesca a rendersi conto di essere morta, riuscendo ad ascoltare anche le voci dei dottori che si sono appena pronunciati, dichiarando la morte. Ad alimentare questa ipotesi sarebbero le esperienze di pre-morte di tanti pazienti che lo stesso Dottor Parnia, pare abbia avuto modo di incontrare nel corso della vita professionale.
Questi sembra abbiano descritto medici ed infermieri che lavorano, descrivendo delle conversazioni complete che stavano effettivamente accadendo e che non potrebbero essere state a loro note. Il Dottor Parnia, dal mese di settembre del 2008 fa parte del progetto AWAreness during Resuscitation, ovvero Consapevolezza durante la rianimazione”. Si tratterebbe di uno studio che è stato promosso dalla Human Consciusness Project, che pare si occupi di pazienti che sopravvivono ad un arresto cardiaco e che riportano una NDE , ovvero quelle esperienze considerate ai confini della morte.
“Sappiamo che il cervello non può funzionare quando il cuore smette di battere […] Ma in questo caso la consapevolezza cosciente sembra essere rimasta attiva fino a tre minuti dopo che il cuore non funzionava più, anche se il cervello di solito ‘si spegne’ dopo 20-30 secondi da quando il cuore si ferma”, era questo quanto dichiarato dal Dottor Parnia, già nel mese di ottobre 2014.
Un organo stupefacente che pesa circa 1.5 kg ed è formato da miliardi di piccole cellule è situato dentro la nostra testa. Esso ci consente di percepire il mondo attorno a noi, di pensare e di parlare. Il cervello umano è l‛organo più complesso dell‛intero corpo e, verosimilmente, l‛oggetto più complesso al mondo. Questo manuale serve da introduzione alla sua conoscenza. In questo manuale verranno descritte le nostre attuali conoscenze sul funzionamento del cervello e quanto ancora ci sia da imparare sull‛argomento. Lo studio del cervello ha coinvolto scienziati e medici di varie specialità, che vanno dalla biologia molecolare alla psicologia sperimentale, attraverso discipline quali l‛anatomia, la fisiologia e la farmacologia. Gli interessi condivisi hanno condotto ad una nuova disciplina chiamata neuroscienze – la scienza del cervello. Il cervello può fare molto ma non tutto.
E‛ costituito da cellule nervose – i suoi mattoni – che sono connesse fra loro in forma di reti. Queste reti sono in costante stato di attivazione elettrica e chimica. Il cervello può vedere e percepire. Può avvertire dolore e le sue reazioni chimiche lo aiutano nel controllarne gli spiacevoli effetti. Possiede numerose aree dedicate a coordinare i nostri movimenti al fine di espletare azioni complesse. Un cervello in grado di fare queste e molte altre cose non nasce completamente formato ma si sviluppa gradualmente: prenderemo in considerazione alcuni dei principali processi genetici coinvolti nel suo sviluppo. Il malfunzionamento di uno o più di questi processi, può causare condizioni quali, a esempio, la dislessia. Esistono inoltre somiglianze tra il modo in cui si sviluppa il cervello e i meccanismi che compaiono più tardivamente, responsabili delle modificazioni delle connessioni tra le cellule: si tratta di un processo definito plasticità neurale.
Si ritiene che la plasticità stia alla base dell‛apprendimento e della memoria. Il nostro cervello può ricordare i numeri telefonici e ciò che abbiamo fatto il Natale scorso. Purtroppo, soprattutto per un cervello che ricorda le ricorrenze familiari, non mangia e non beve. E‛ quindi un po‛ limitato. Ma subisce lo stress, come facciamo noi tutti, modificando alcuni meccanismi ormonali e molecolari che possono condurre ad un‛ansia eccessiva, come quella che provano molti di noi all‛approssimarsi di un esame. C‛è un momento in cui il sonno è importante, così gli lasciamo godere il riposo di cui necessita. Sfortunatamente, il cervello può anche ammalarsi o subire traumi. Nuove tecniche come gli elettrodi in grado di esplorare la superficie di una cellula, le immagini ottiche, le apparecchiature per le scansioni cerebrali e i chip al silicio contenenti reti neurali artificiali, stanno oggi cambiando il volto delle neuroscienze. Vi presenteremo queste novità considerando anche alcune delle loro implicazioni etiche e sociali.
Struttura di base Il sistema nervoso è costituito dal cervello, dal midollo spinale e dai nervi periferici. E‛ composto da cellule nervose, dette neuroni, e da cellule di sostegno dette cellule gliali. Esistono tre tipi principali di neuroni. I neuroni sensitivi sono associati a recettori specializzati per rilevare e per rispondere ai vari stimoli dell‛ambiente interno ed esterno. I recettori sensibili ai cambiamenti di luminosità e di suono o agli stimoli meccanici e chimici, sottendono le modalità sensoriali della visione, dell‛udito, del tatto, del gusto e dell‛olfatto. Quando stimoli cutanei meccanici, termici o chimici superano una data intensità, possono danneggiare i tessuti e attivare un‛insieme particolare di recettori, detti nocicettori, che innescano sia i riflessi di difesa che la sensazione di dolore .
I motoneuroni, che controllano l‛attività dei muscoli, sono responsabili di tutte le forme di comportamento, compreso il linguaggio. Interposti tra i neuroni sensitivi e i motoneuroni vi sono gli interneuroni che costituiscono il gruppo più numeroso (nel cervello umano). Gli interneuroni mediano i riflessi semplici ma sono anche implicati nelle funzioni cerebrali superiori. Le cellule gliali, a lungo ritenute avere una semplice funzione di sostegno dei neuroni, sono ora note per il loro importante contributo allo sviluppo del sistema nervoso e al suo funzionamento nell‛adulto. Benché molto più numerose, esse non trasmettono informazioni come i neuroni.
L‛architettura dei neuroni consiste in un corpo cellulare e in due serie di strutture addizionali dette “processi”. Una di queste strutture è costituita dagli assoni; il loro compito è quello di trasmettere l‛informazione da un neurone ad altri neuroni connessi con il primo. L‛altra struttura è costituita dai dendriti che hanno il compito di ricevere l‛informazione trasmessa dagli assoni di altri neuroni. Entrambe queste formazioni entrano a far parte di strutture di contatto specializzate chiamate sinapsi. I neuroni sono organizzati in catene complesse e reti che costituiscono le vie attraverso le quali l‛informazione viene trasmessa all‛interno del sistema.
Il cervello e il midollo spinale sono connessi ai recettori sensitivi e ai muscoli tramite lunghi assoni che formano i nervi periferici. Il midollo spinale ha due funzioni: è la sede dei riflessi elementari quali quello di estensione del ginocchio e di retrazione di un arto da uno stimolo calorico o puntorio, ma anche di riflessi più complessi costituendo una sorta di autostrada tra corpo e cervello sulla quale le informazioni viaggiano in entrambe le direzioni. La struttura di base del sistema nervoso è la stessa in tutti i mammiferi. Ciò che distingue il cervello dell‛uomo è la sua dimensione relativamente grande in rapporto a quella del corpo. Ciò è dovuto all‛enorme incremento del numero degli interneuroni nel corso dell‛evoluzione, che ha dato all‛uomo un‛incommensurabile capacità di risposta agli stimoli.
Add comment