Il diabete nella pratica comune si riferisce a diabete mellito, cioè dolce (nome dato dagli antichi greci per la presenza di urine di tale sapore). Il diabete è una malattia cronica caratterizzata da un eccesso di zuccheri(glucosio) nel sangue, detta anche iperglicemia, che è dovuta a un’alterata quantità e funzione dell’insulina. Tutti gli zuccheri semplici e complessi, che vengono assunti attraverso l’alimentazione, vengono trasformati in glucosio, grazie alla digestione. Successivamente viene rilasciata l’insulina, in modo da far entrare il glucosio nelle cellule. L’insulina è un ormone prodotto dalle cellule, pancreas che ha la funzione di regolare dei livelli di glucosio nel sangue, riducendo la glicemia attraverso l’attivazione di alcuni processi. Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel Circolo sanguigno, e si parla quindi di diabete.
Purtroppo, spiega Guy, proprio il dover ricorrere a questa punturina anche più volte al giorno complica la gestione della malattia e riduce la qualità di vita del paziente.
Di qui l’idea di una alternativa alla goccia di sangue per misurare la glicemia. Il cerotto, spiega l’esperto, fa lo stesso lavoro senza punture, e in maniera molto più accurata. Sulla sua superficie vi sono dei microsensori che captano lo zucchero presente nei fluidi sottocute. Impercettibili microcorrenti richiamano lo zucchero dai fluidi tra le cellule cutanee e il cerotto lo ”immagazzina’ per misurarlo ogni 10-15 minuti. La speranza è che questo cerotto, una volta superati tutti i test su pazienti, sia in grado di inviare le letture della glicemia direttamente allo smartphone del paziente che così può sapere con sicurezza quando deve prendere le terapie o l’insulina.
World Diabetes Day 2017: una classificazione della malattia
In Italia, solo nel 2016, il 5,3% della popolazione (oltre 3 milioni di persone) è risultata essere affetta dal diabete. Una percentuale che si stima sia destinata ad aumentare, se messa a confronto con il trend di diffusione negativo avuto dal 1980 a oggi (37 anni fa solo” il 2,9% della popolazione era affetta dalla malattia).
Una malattia, quella del diabete, cronica che comprende alcune patologie del metabolismo che determinano una condizione di iperglicemia (eccesso di zuccheri nel sangue). Le grandi famiglie del diabete si suddividono in:
- Diabete di tipo 2;
- Diabete di tipo 1;
- Diabete gestazionale;
Il diabete di tipo 2 noto anche come “diabete dell’anziano” o “diabete alimentare” è la tipologia più diffusa che colpisce solitamente gli over 40 che vertono in condizioni di sovrappeso o obesità. Inizialmente asintomatico, il malato, lentamente perde la capacità di equilibrio della glicemia.
Il diabete di tipo1, invece, ha origine autoimmune, ed inibisce la produzione di insulina da parte del fegato, distruggendo le betacellule. La malattia ha, di solito, un’insorgenza in età infantile e comporta un trattamento basato su assunzioni giornaliere di insulina per evitare pericolose condizioni di ipoglicemie ed iperglicemie.
Il diabete gestazionale o diabete gravidico è un tipo di diabete temporaneo legato al periodo della gravidanza nel quale la puerpera non è in grado di controllare i livelli di glicemia nel suo sangue.
Esistono altre forme di diabete, per lo più intermedie fra quello di tipo 1 e quello di tipo 2 ed esiste anche la possibilità di contrarre la sindrome come conseguenza di un’altra malattia o per effetto di un trauma di qualsiasi tipo.
In tutte le tipologie, comunque, una dieta adeguata ed uno stile di vita sano ed equilibrato, permettono di tenere sotto controllo la malattia e condurre una vita assolutamente normale.
Complicanze del diabete: attenzione alla salute degli occhi e della bocca
È importante, inoltre, una volta diagnosticato il diabete, scongiurare il rischio di poter contrarre delle complicazioni come la retinopatia diabetica, l’edema maculare diabetico che possono causare ipovisione o, addirittura, cecità o malattie del cavo orale, come la parodontite.
Necessari, quindi, controlli annuali di screening per poter scongiurare l’insorgenza di ogni complicanza, nonché un’opera di prevenzione quotidiana per allontanare qualsiasi fattore di rischio.
Il pancreas è una voluminosa ghiandola annessa all’apparato digerente, impari e di tipo misto (esocrino-endocrino), avente forma allungata in senso trasversale ed appiattita in senso sagittale. È situato in posizione mediana, nello spazio retroperitoneale in corrispondenza della regione epigastrica, ed è adiacente alla maggior parte delle principali strutture dell’addome superiore. Rispetto alla colonna vertebrale è collocato all’altezza delle prime due vertebre lombari. Il pancreas è ricoperto da un sottile strato di tessuto connettivo, ma non presenta una capsula tissutale fibrosa. Il connettivo intraghiandolare, in connessione con la guaina più esterna, suddivide il parenchima in porzioni visibili ad occhio nudo, i lobuli. Il parenchima pancreatico è caratterizzato da colorito giallastro e superficie lobulata: ha una lunghezza variabile tra i 12,5 e i 15 cm, un’altezza massima di 4 cm ed uno spessore di 1,5-2 cm. Il suo peso medio, nei soggetti giovani, è tra 70 e 110 g e tende a ridursi con l’avanzare dell’età . Dal punto di vista anatomico, il pancreas, viene suddiviso in tre porzioni, che prendono il nome rispettivamente di testa, corpo e coda del pancreas.
Con il semi- digiuno risvegli il tuo potere naturale Diverse volte nel corso degli ultimi anni e da quando ho intrapreso questo percorso, ho sentito parlare di DIGIUNO parziale o totale, di giorni oppure di un solo giorno; non nego che la cosa mi incuriosiva non poco, l’IGIENISMO, questa corrente nata con La Medicina Naturale di Lezaeta, ma non solo loro, dipingevano l’astinenza da cibo come il modo migliore per risanare CORPO E MENTE, per ristabilire l’omeostasi dell’organismo, alterata dal cibo industriale e manipolato che mangiamo tutti i giorni. Nell’ultimo periodo anche diversi medici consigliano il digiuno come pratica naturale e non invasiva per depurare il corpo.
Spinta da tutti questi input io e Carlo abbiamo deciso di provare, di sperimentare su di noi gli effetti di un semidigiuno (abbiamo deciso cosi per non avere un approccio troppo “rigido” e duro) non doveva infatti diventare una lotta contro noi stessi ma un qualcosa di morbido, un fare qualche piccola rinuncia per il benessere dell’organismo, riteniamo sia importante anche VIVERE BENE la cosa, non come una sofferenza indicibile (se al solo pensiero viene “male” come si usa dire meglio forse non farlo perché diventa controproducente) .
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