Il dramma di Ylenia Boriero, 22 enne di Zanè, si è consumato sotto gli occhi di tutti. Dalla prima ricostruzione effettuata alla polizia locale di Malo, attorno alle 14.30 lungo la Provinciale Priabonese la ragazza sullo scooter Benelli, per cause in corso di accertamento, ha perso il controllo del mezzo, caduta ed è scivolata sull’asfalto, finendo sotto le ruote di un camion in transito, un Fiat Iveco condotto da G.M., un 57enne di Nogarole, a carico del quale non sono emerse responsabilità. L’allarme al 118 è stato immediato ma giunti sul posto i sanitari del Suem di Santorso nulla hanno potuto fare se non constatare il decesso della ragazza. La strada sulla rotonda di Cereda in direzione di Malo è stata momentaneamente chiusa per consentire i rilievi del drammatico caso. Le generalità della vittima saranno comunicate dopo l’informativa ai familiari.Aumenta il numero di morti sulle strade ma diminuiscono gli incidenti: è questo il quadro dipinto dal rapporto ACI-Istat sulla situazione delle strade italiane nel 2017.
Nel dettaglio il numero di morti è passato a 3.378 contro i 3.283 del 2016 (+2,9%), mentre gli incidenti registrati sono stati 174.933 rispetto ai 175.791 dello scorso anno (- 0,5%). In calo anche i feriti (246.750 erano 249.175 nel 2016: -1%), mentre resta stabile il numero di feriti gravi (oltre 17.000: 5 ogni vittima, 68% uomini, 32% donne). Scende da 5,3 a 5,1 il rapporto feriti gravi/decessi, mentre i costi sociali sono stimati in 19,3 miliardi di euro (1,1% del PIL nazionale).
“Rispetto allo scorso anno registriamo, purtroppo, un aumento delle vittime sulle nostre strade” ha dichiarato Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia, sottolineando che questa tendenza è frutto anche di un aumento delle immatricolazioni e del numero di chilometri percorsi, dopo la flessione registrata nel 2016. ”La rete viaria nazionale è davvero vasta, in molti casi obsoleta, non aggiornata nei sistemi di sicurezza passiva quali guard-rail, asfalto e aree di sosta”.
“Mi auguro che a breve venga avviato un piano strategico di riordino dell’intero sistema infrastrutturale, nelle città così come per le grandi arterie.Un contributo fondamentale per la sicurezza – conclude Sticchi – potrebbe essere fornito dagli ADAS, tanto chel’ACI auspicada tempo la loro obbligatorietà su tutti i nuovi modelli”.Nel dettaglio, la fascia d’età più a rischio risulta essere quella degli anziani tra 75 e 79 anni (263 morti: 7,8 % del totale); per gli uomini si rilevano picchi per le età 50-54 e 45-49 (217 e 211) e 80-84 per le donne (56). Nel 2017 si sono registrate 6 vittime in meno tra i bambini 0-14 anni(43 rispetto ai 49 dell’anno precedente: -12,2%).Tra tutti i conducenti coinvolti in incidenti, è particolarmente alto il numero di giovani tra 20 e 29 anni (19,3%) ma si registrano proporzioni elevate anche tra i più anziani. Tra questi ultimi, peraltro, è notevole la quota di quanti perdono la vita nell’incidente. Il rischio di rimanere coinvolti in un incidente risulta più elevato tra giovani e giovanissimi e inizia a decrescere solo dopo i 25 annidi età, perpoi tendere ad aumentare nuovamente dopo i 70 anni.L’aumento dei morti ha riguardato in modo particolare i pedoni (600;+5,3%) e i motociclisti (735;+11,9%), che si confermano tra le categorie più a rischio.
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