A quanti è successo di ricevere una bolletta del gas e della luce ma anche dell’acqua, con importi superiori al dovuto. Come ci si può comportare ma soprattutto difendere da queste truffe? Innanzitutto, bisognerebbe cercare di capire se effettivamente ciò che si è ricevuto in bolletta è davvero spropositato rispetto ai consumi reali e quindi capire se il contatore registra dei numeri anomali. Ciò che non tutti sanno è se effettivamente i dati del contatore, sia che si tratti di luce gas e acqua, possono essere contestati. Si tratta di una materia piuttosto delicata, perché i gestori delle utenze domestiche, sia che siano della luce o del gas, si riferiscono al consumo effettivo che avviene all’interno dell’abitazione, che in teoria non potrebbe essere manomesso senza però lasciare alcuna traccia. Come muoversi, dunque? Quello degli importi sbagliati è sicuramente una situazione più diffusa di quanto si possa immaginare e le storie raccontate da amici, parenti e conoscenti al riguardo sono sempre di più e all’ordine del giorno.
Chi infatti non ha mai sentito almeno una volta nella vita, di persone che hanno trovato un aumento nel consumo dell’energia elettrica, gas o acqua, non cambiando però le proprie abitudini e stili di vita e che, dunque, sono state truffate? In questi casi capita che nonostante ci si rivolga al gestore, questo rimandi ai dati contenuti nel contatore, ma anche in questo caso è possibile credere che ci possa essere qualche errore oppure una ragione valida per poter contestare la richiesta di versamento. In questi casi ci si rivolge direttamente al giudice che pare possa in qualche modo intervenire per tutelare la posizione dell’utente.
Ad esprimersi a riguardo, è stato durante una sentenza, il Tribunale di Latina secondo cui il contatore non fa piena prova e sarebbe una presunzione relativa, ovvero è soggetto a prova contraria e quindi può essere ribaltata ma dovrà essere l’utente a ribaltare e dimostrare, dunque, il contrario altrimenti i consumi che sono stati rilevati dal contatore si presumono corretti.
Come dimostrarlo? Sempre secondo il Tribunale di Latina, l’utente non deve in alcun modo dimostrare il funzionamento del contatore, ma è necessario che abbia un ragionevole sospetto che questo non funzioni correttamente ed a questo punto sarà la società che gestisce l’utenza ad intervenire e provvedere a fare tutte le verifiche del caso. Di conseguenze si capisce che non è l’utente che deve dimostrare il malfunzionamento del contatore, ma deve essere la società a fare le giuste ricerche ed approfondimenti per dimostrare il corretto funzionamento nonché la corrispondenza tra il dato fornito e quello che viene indicato nella bolletta dei consumi.
Add comment